Igor Franchini dell'Agenzia dell'Ente Regionale per lo Sviluppo del Locarnese e Vallemaggia

Immaginare il futuro regionale

Locarnese e Vallemaggia – In Ticino sono attivi quattro Enti regionali di sviluppo con le rispettive Agenzie. Con una serie di articoli scopriremo come operano e le particolarità di ogni regione. Iniziamo dal Locarnese con un’intervista a Igor Franchini
/ 23.09.2019
di Nicola Mazzi

Iniziamo con questo articolo dedicato all’Ente Regionale per lo Sviluppo del Locarnese e Vallemaggia (ERS-LVM) un viaggio tra i quattro Enti regionali di Sviluppo attivi sul territorio cantonale. Istituti nati una decina di anni or sono e che operano nel solco della Nuova Politica regionale della Confederazione e in quello della Politica Economica Regionale cantonale. Enti che hanno sostituito gli strumenti utilizzati in precedenza (LIM, Regio Plus, decreto federale in favore di zone con rinnovamento economico, ecc). 

L’ERS –LVM è un’associazione privata partecipata da enti pubblici, con sede a Locarno. I soci sono i Comuni e l’Organizzazione Turistica Lago Maggiore e Valli (OTLMV). Il suo scopo è quello di favorire la collaborazione tra i membri per il raggiungimento di progetti comuni d’interesse generale e regionale; promuovere tutte le attività atte a favorire lo sviluppo della regione; diventare ambito regionale strategico di confronto e coordinamento e ricerca di consenso per la realizzazione di progetti e servizi. 

Da parte sua l’Agenzia regionale gestisce operativamente le strategie e le decisioni stabilite dal Consiglio direttivo, offre consulenza sul territorio e svolge una funzione di collegamento con l’Ufficio cantonale per lo sviluppo economico al fine di attuare progetti di sviluppo di valenza regionale e cantonale. Con uno dei responsabili dell’Agenzia, Igor Franchini, cerchiamo di meglio capire il loro lavoro e le particolarità della regione.  

Signor Franchini, ci può spiegare, in pratica, in che cosa consiste il vostro operato?
La nostra missione è quella di mettere in relazione le persone, i progetti e le istituzioni per far sì che vi sia un effetto catalizzatore a favore dello sviluppo. Noi siamo la prima porta d’accesso, per la consulenza e la ricerca di finanziamenti per iniziative di interesse regionale. Da un lato possiamo essere noi gli interlocutori diretti ma d’altro lato possiamo aiutare l’interlocutore a trovare la strada giusta. Oggi è fondamentale sapersi muovere sul territorio. In particolare, per i progetti di piccola o media dimensione, disponiamo del Fondo di promovimento regionale che ha una dotazione di ca. 500mila franchi l’anno – finanziato dal Cantone e dai Comuni – con il quale aiutiamo direttamente i progetti. Ce ne sono di diverse tipologie e li valutiamo caso per caso. Posso dire che, in generale, aiutiamo circa una ventina di progetti l’anno con un massimo di 25mila franchi. 

Quali sono le particolarità del Locarnese? 
Sicuramente siamo una regione a vocazione turistica. Il nostro, inoltre, è un territorio piuttosto vasto. Sono oltre 1000 km quadrati che rappresentano il 40% del territorio ticinese e il 20% della popolazione residente. Perciò riceviamo diversi progetti legati al paesaggio e alla valorizzazione del territorio, naturale e costruito. In particolare ci basiamo su tre assi: natura, arti (cinema e musica soprattutto) e benessere. Ma non dimentico che siamo una delle regioni con un accesso al lago e anche questo aspetto ha una sua rilevanza. 

Mi può riassumere i progetti più significativi realizzati in questi 10 anni?
Il Palazzo del cinema di Locarno e il Centro internazionale di scultura di Peccia sono due progetti centrali che si sono realizzati a livello regionale. Ma ne ricordo anche altri importanti come l’unificazione, in un’unica organizzazione turistica regionale, dei quattro enti turistici della regione e il cambio di gestione, dopo 60 anni, della navigazione di linea per la parte svizzera del lago. Altri progetti che posso elencare sono i masterplan realizzati per l’AltaVallemaggia, le Centovalli, la Verzasca e la Valle Onsernone. E non posso scordare un progetto che non è andato a buon fine ma che è stato importante come il Parco Nazionale del Locarnese. 

Quali sono i bisogni per le zone periferiche? 
Nelle regioni periferiche occorre un maggiore sostegno iniziale e un contatto diretto e costante con chi porta avanti il progetto. Anche per questo motivo abbiamo le nostre antenne sul territorio: in Vallemaggia, Verzasca, Gambarogno e Centovalli che ci aiutano nel lavoro e sono un punto di riferimento importante per i progettisti. 

La popolazione come ha reagito alla vostra presenza? Ha imparato a conoscervi?
Siamo conosciuti soprattutto dagli addetti ai lavori, enti e istituzioni, ma non mancano i contatti diretti con la popolazione e soprattutto con tutti coloro che hanno iniziative e progetti da proporre.

La collaborazione con i privati funziona?
La tipologia delle richieste e dei nostri interventi è variegata. In ambito imprenditoriale cerchiamo di indirizzare i neo imprenditori verso enti o società che possano aiutarli a sviluppare un buon business plan. Facciamo un altro tipo di discorso con le grandi imprese. Ora, per esempio, stiamo lavorando al Locarno Tech, un centro che vuole sviluppare progetti legati alla meccatronica, alla robotica e all’industria 4.0. Un luogo in cui le aziende possono incontrarsi con gli istituti accademici e sviluppare sinergie. 

Altri progetti da voi sostenuti?
La divulgazione nel Locarnese del bike-sharing e il programma di agglomerato della regione. Ma ci sono altre idee che abbiamo sviluppato direttamente come la piattaforma di crowdfunding Progettiamo.ch. Oggi è un riferimento per la raccolta fondi online in Ticino. Finora sono stati raccolti oltre 400mila franchi e sono stati sostenuti un centinaio di progetti. Infine desidero segnalare che stiamo sviluppando alcuni video sulle bellezze della regione. È uno sguardo sull’ambiente che ci circonda e sui progetti che si stanno sviluppando nel Locarnese. Un modo diretto per arrivare al pubblico e che sta riscontrando un ottimo successo.