«Viva la gita scolastica»: è proprio il caso di dirlo non solo per gli allievi, ma anche per i genitori, dal momento che alle famiglie molti costi d’ora in poi saranno in buona parte risparmiati. La novità è intervenuta di recente con una sentenza del Tribunale federale che, ribadendo il principio della gratuità della scuola dell’obbligo, ha accolto le obiezioni mosse nel Canton Turgovia sulle spese delle uscite di studio ritenute eccessive. Un verdetto al quale il governo ticinese non solo ha aderito nel principio, ma pure concretamente, risolvendo di investire un milione di franchi all’anno per supplire ai mancati introiti delle famiglie, così da mantenere immutato e garantito l’ampio ventaglio delle escursioni scolastiche e delle visite di studio.
Manuele Bertoli, direttore del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport illustra i passi intrapresi. «Per le scuole Medie il nostro intervento è stato di introdurre un limite di richiesta finanziaria alle famiglie, sulla base della sentenza del Tribunale federale, e nel contempo di garantire i soldi per compensare questo mancato introito – si tratta di 1 milione all’anno – affinché l’offerta delle escursioni possa rimanere invariata. Lo stesso principio lo abbiamo fissato per le Scuole comunali, per cui saranno i Comuni che dovranno provvedere a compensare il mancato introito, in ottica soprattutto della settimana verde o delle giornate di sci». Anche in Ticino ci sono state lamentele da parte delle famiglie sul costo delle gite, come è avvenuto nel Canton Turgovia? «No. Questo perché il Ticino è sempre stato piuttosto nella norma: non ci siamo mai spinti in spese troppo elevate quanto nel Canton Turgovia che aveva accollato alle famiglie persino spese delle scuole per alloglotti che da noi sono invece sempre state gratuite».
Implicitamente il governo ticinese, adeguandosi alla sentenza del Tribunale federale, evidenzia l’importanza e l’utilità delle gite scolastiche. «Le scuole medie hanno a disposizione un credito di istituto e con quel credito possono realizzare uscite didattiche, culturali, sportive e ricreative. Le attività sono importanti: consentono di sviluppare le relazioni tra i ragazzi, per il solo fatto di andare fuori di casa, di vivere un momento comunitario. E sono sempre momenti dove l’offerta è piuttosto consistente. Le proposte, va evidenziato, non sono esclusivamente ricreative – c’è anche il divertimento, per carità – ma non solo: sono esperienze che durante l’adolescenza contano molto. Lo stesso, anche se in maniera differenziata, vale nei Comuni alle Elementari: dalla scuola verde alla scuola montana».
Rappresentano anche opportunità valide per favorire la conoscenza del territorio? «Sì – risponde Bertoli – io ricordo che, venendo dal Mendrisiotto si andava in passeggiata a vedere il Ticino del nord. Mia moglie che lavorava in Valle Maggia come maestra veniva invece nel Mendrisiotto con la sua classe per conoscere la regione più lontana».
Dopo questa sentenza del Tribunale federale limiterete il numero delle attività e delle gite nelle scuole Medie? «No. Per le scuole medie il meccanismo voluto dalla legge rimane quello di un credito-budget composto da un somma fissa alla quale si aggiunge un importo per studente. Oggi questa cifra è di 15mila franchi, più 15 franchi per allievo, che da settembre saranno decisamente di più, dal momento che è stato stanziato questo milione di franchi che sarà suddiviso tra le 35 sedi delle medie. Ogni sede dovrà gestire questa disponibilità finanziaria, praticando un bell’esercizio di autonomia che ritengo un aspetto molto positivo: ogni sede dovrà decidere se preferisce ad esempio proporre una gita o un progetto sull’arco di tre giorni oppure optare per due o tre uscite di un solo giorno. Deciderlo sarà compito del plenum dei docenti».
Il budget sarà dunque immutato oppure da settembre la coperta si farà più corta? «In teoria a settembre le sedi potranno confermare quanto hanno proposto finora, perché quanto non sarà coperto dalle famiglie arriverà dallo Stato».
Ma le escursioni scolastiche non si misurano solo in termini finanziari. Tra i 35 istituti di scuola media presenti in Ticino, uno si distingue particolarmente per essere la sede più piccola del Cantone e quella posta ad una maggiore altitudine, a mille metri sopra il livello del mare, e immersa nella natura: è la scuola media di Ambrì che accoglie 116 allievi provenienti dai comuni di Airolo, Bedretto, Dalpe, Prato Leventina e Quinto. «Noi teniamo soprattutto che gli allievi conoscano il nostro territorio» – evidenzia Marco Costi, direttore di sede da dieci anni e docente di matematica. «Ogni inizio di anno scolastico organizziamo un’escursione in una delle località del nostro comprensorio. Questi momenti hanno il pregio di rinsaldare il nostro legame con il territorio. Anche il nostro progetto di istituto è incentrato su questo punto. Siamo in contatto con i patriziati, con l’azienda forestale e con le imprese artigianali per cui gli allievi hanno l’occasione di assistere in modo concreto alla conoscenza delle diverse professioni, dai falegnami ai contadini. Inoltre abbiamo sviluppato il progetto dell’orto».
L’autonomia conferita alle scuole medie vede un ventaglio ampio di proposte e itinerari nelle diverse sedi. Come a Mendrisio, dove le quarte classi sono appena tornate da un’uscita di studio questa volta transfrontaliera: quattro giorni all’Isola d’Elba. Alla voce escursioni, sono contemplate anche visite guidate che guardano invece ancora una volta alla nostra realtà. È il caso della recente proposta realizzata dalla scuola media di Bedigliora che ha accompagnato i propri allievi alla Rsi, dentro gli studi televisivi per provare l’emozione di microfoni e telecamere. D’altra parte lo stesso Piano di studio della scuola dell’obbligo ticinese ormai adottato in ogni sede contempla, fra le diverse competenze trasversali, la conoscenza di sé, lo sviluppo dell’autostima, il rispetto di sé, degli altri e delle regole, l’educazione alla cittadinanza.