Secondo l’oroscopo cinese, questo è l’Anno del Maiale. Iniziato ufficialmente il 5 febbraio, è caratterizzato dall’elemento Terra. E come poteva essere altrimenti, ci viene da pensare? Gli esperti in materia definiscono i nascituri sotto questo segno come persone «abbastanza chiuse, a volte burbere, che faticano a lasciarsi avvicinare da persone nuove. Selettivi nella scelta degli amici, i nati sotto il segno del Maiale si contornano da una cerchia molto ristretta di persone fidate».
Si parla della sua onestà come della sua principale peculiarità: «Tendenzialmente dice con franchezza tutto ciò che pensa e questo crea spesso problemi, perché non ha una grande capacità di mediazione». Per quest’ultima caratteristica gli si riconosce di essere un ottimo collaboratore: sincerità e dedizione si accompagnano al saper essere depositario di «scomode verità» che lo fanno apparire, ancora una volta, «poco delicato e fastidioso» come una zanzara. Dunque, la personalità di chi nasce sotto quest’ultimo segno zodiacale cinese si può riassumere in: «Compassionevole, generoso e diligente».
Eppure, a discapito del profilo tracciato dall’astrologia cinese, il «vero» maiale è un animale da compagnia. Ce lo conferma l’etologo Roberto Marchesini che lo definisce innanzitutto: «Un animale unico ed eccezionale, dalle grandi capacità comunicative e in grado di coinvolgerci come sanno fare i ben più conosciuti cani, nostri amici a quattro zampe». Lo dimostra la storia di Esther, maiale di oltre 200 chilogrammi che vive con la sua famiglia canadese, della quale il nostro interlocutore dice: «È la portavoce e testimone del “riscatto suino”. Esther vive insieme a tre cani e un gatto, proprio come fosse una di loro, e si può conoscerla visitando la pagina Facebook Esther The Wonder Pig nella quale la vediamo riposare sul divano, attendere la sua pappa di frutta in cucina, a dimostrazione che i maiali possono andare molto oltre il concetto di “animali da allevamento”».
Marchesini ci aiuta a comprendere le origini del nostro rapporto con i suini: «Sono cinghiali che l’essere umano ha addomesticato circa settemila anni or sono; di fatto, cinghiali e maiali continuano ad appartenere alla stessa specie, tant’è che se lasciamo libero un maiale, esso tornerà senza problemi alla vita selvatica». Scopriamo che il «grugno» serve loro per grufolare nel terreno a caccia di radici e tuberi («se vivono in libertà è una delle loro attività preferite»), e serve alla scrofa per dare i primi indizi evolutivi alla prole: «Alla mamma scrofa basta un colpo di muso ai suoi cuccioli per far loro comprendere cosa si deve o non si deve fare».
L’esperto sfata un altro luogo comune: «Ai maiali non piace lo sporco e, a discapito del senso comune che li vuole sudici, sono animali pulitissimi! Non fanno mai le deiezioni nei luoghi in cui dormono e ciò anche in quei tristi luoghi che sono gli allevamenti, dove hanno pochissimo spazio a disposizione. I bagni di fango sono dunque un espediente per proteggere le setole della loro pelle delicata e il fango è paragonabile a una sorta di crema solare».
L’etologia suina sgretola la caratteristica di scorbutico che, evidentemente a torto, l’oroscopo cinese attribuisce al segno del Maiale: «Sono dei grandi chiacchieroni, lo fanno ad alta voce, imparano il loro nome e tendono a rispondere con un sonoro grugnito quando vengono chiamati!» Puliti, socievoli, estroversi e grandi buongustai, come Marchesini ci svela: «Sono onnivori ma si nutrono principalmente di frutta e verdura. Adorano le banane, i meloni e le mele». Pure salutisti, aggiungiamo noi ascoltando l’esempio personale del nostro interlocutore che racconta come, dal 2009, in famiglia condividono le giornate con due maialine vietnamite: «Sono Mery e Giuditta e sono cresciute con mia figlia Bianca, accompagnandola alla scoperta del loro meraviglioso mondo». È il maiale che non ti aspetti, insomma, a suffragio del quale non possiamo non citare il famoso Babe o l’idolo di tutti i bambini Peppa Pig, quello famoso di George Clooney e quello non conosciuto di Simona, una signora italiana che lo descrive in questo modo: «Elvis è un maialino di razza Juliana, ha il suo carattere, a volte dispettoso, ma mai aggressivo. Con lui vado a prendere i ragazzi a scuola, ci circondano sempre un sacco di bambini, e lui è sempre stato educato».
Pure l’etologo sfata il pregiudizio talvolta emergente sull’aggressività di questa specie: «Il maiale non ha un’indole aggressiva; io ho maiali liberi da moltissimi anni e non ho mai visto nessun atto aggressivo o di cannibalismo, glielo assicuro». Egli parla di «baruffe fra loro, come tutti gli animali» (se pensiamo ai gatti e ai cani ci ritroviamo nelle sue parole): «Ma si tratta di esseri viventi dalla socialità complessa e dall’intelligenza sviluppatissima». Appellandosi alle possibilità di cui è composta la natura, Marchesini spiega: «Possono esserci casi straordinari in cui gli animali, di qualsiasi tipo, sviluppano comportamenti lontani dalla loro natura: pensiamo alle volpi che arrivano in città invece che stare nei boschi, mamme di una specie che adottano i piccoli di un’altra, ma si tratta di casi eccezionali e non della norma». Ciò significa che se mettiamo i maiali in condizioni di vita non idonee, anch’essi possono come tutti sviluppare atteggiamenti non consoni.
La rappresentanza del maiale come animale lurido, dotato dei peggiori istinti, è stata sfatata, e il perché è stato a suo tempo sintetizzato dall’etologo Danilo Mainardi quando affermò con toni forti che «anche il maiale possiede una sua intelligenza, ha capacità sociali e affettive, ma preferiamo non venirlo a sapere, perché quest’ignoranza indubbiamente ci facilita la digestione».