Dove e quando
Mezzana, memoria rurale del Mendrisiotto, Casa Croci, Mendrisio, fino al 18 dicembre 2016, orari: ma-ve 14.00-17.00, sa 14.00-18.00


Il Mendrisiotto rurale

Mezzana - Casa Croci a Mendrisio ospita una mostra sulla storia della proprietà che divenne Istituto agrario nel 1915
/ 21.11.2016
di Elena Robert

La tenuta di Mezzana, con i suoi possedimenti e edifici, continua a essere baciata dalla fortuna. L’importante ricorrenza dei cento anni è stata raggiunta nel 2015 dall’odierno Centro professionale del verde e dall’Azienda agraria cantonale, polo cantonale di competenze per i mestieri della natura e punto di riferimento del mondo agricolo in Ticino. Pensiamo alla sua felice recente evoluzione vissuta dal 2000 ad oggi: impegno politico e umano sono stati determinanti, anche all’inizio del terzo millennio, per un ulteriore salto di qualità, concretizzatosi nel nuovo assetto organizzativo di scuola e azienda e in nuove infrastrutture. Negli ultimi sedici anni a Mezzana sono stati stanziati per l’intera proprietà 26 milioni di franchi, altri 23 sono previsti nell’ambito della valorizzazione del comparto: 5 milioni per la centrale termica e il posteggio, 18 per il risanamento e il restauro dell’antica Villa Cristina, la ristrutturazione e l’ampliamento della Cantina del vino e la sistemazione paesaggistica degli spazi esterni. 

Il concorso di progettazione per Villa Cristina, Cantina e esterni è stato vinto dal gruppo interdisciplinare che fa capo allo studio di architettura José Maria Sanchez Garcia Architetti di Mendrisio e Madrid. Fino al 25 novembre i progetti dei partecipanti al concorso sono esposti proprio a Villa Cristina, appartenente al complesso di edifici protetto dal Cantone: il corpo principale è il risultato di una trasformazione, e in parte, di una riedificazione ottocentesca e presenta soffitti decorati, alcuni dei quali di Antonio Rinaldi di Tremona e di Francesco e Innocente Chiesa di Sagno.

L’ultimo intervento di recupero riguarderà la Masseria ex Torchio, che sarà pure oggetto, nei prossimi anni, di un concorso di progettazione. È l’unica casa colonica superstite, la più antica delle quattro che a inizio Novecento erano parte della tenuta. L’intera proprietà, non è lontana dai 50 ettari, si estende tra Coldrerio (dove si trovavano le tre masserie Mezzana, del Bongio e del Zoiello), Balerna (che ospita di fianco a Villa Cristina la Masseria ex Torchio) e Castel San Pietro. Pur avendo avuto in passato dimensioni più ridotte, Mezzana è sempre stata una tenuta ricca, di proprietari agiati e in vista appartenenti a nobili casati lombardi e comaschi, e di fortunati ticinesi emigrati all’estero, tra i quali il chiassese Pietro Chiesa che tornato dall’Argentina nel 1912 acquista l’intera proprietà per donarla allo Stato del Canton Ticino, a condizione che diventi la sede dell’Istituto agrario cantonale. 

Oggi è un’oasi di verde inserita in un paesaggio urbano invadente e disordinato di vie di comunicazione, traffico, zone industriali e diffuse aree residenziali. Ma fino agli anni Sessanta del Novecento questa redditizia residenza signorile di campagna sul colle di Mezzana, dalla posizione invidiabile e rivolta verso meridione, con le sue vigne, gli orti, i giardini e i prati, si inseriva in un contesto territoriale armonioso in cui le tenute agricole avevano ancora un ruolo economico. La sua storia ha radici nel tardo Medioevo, quando già le prime fonti riferibili al nucleo iniziale della proprietà lasciano intuire un indirizzo che, dal primo Cinquecento, dimostra come la tenuta sia già destinata alla produzione vitivinicola. Nel 1833 terre e edifici sono ceduti dai conti Morosini a Casa Savoia che intende garantirsi un bene rifugio in Svizzera e la residenza, in onore della regina, prende il nome di Villa Cristina. Nel 1849 passerà a un nuovo proprietario (che vi ospita persino Garibaldi), il marchese Giorgio Raimondi, esule in terra elvetica, sostenitore del movimento di Giuseppe Mazzini, La Giovine Italia, la cui allegoria valorizza una volta al primo piano della villa, dipinta nel 1860 da Antonio Rinaldi e Innocente Chiesa.

La piccola preziosa mostra storica in corso a Casa Croci a Mendrisio fino al 18 dicembre, racconta i fatti significativi della tenuta diventata «memoria storica del Mendrisiotto» e che ritroviamo approfonditi nei contributi critici di un Quaderno, edito dal Museo d’arte di Mendrisio. La fortuna dell’azienda e i numerosi avvicendamenti di proprietà, nella storia della tenuta fino alla nascita dell’Istituto nel 1915, sono presentati da Stefania Bianchi, responsabile dell’Archivio comunale di Mendrisio, che ha curato mostra e Quaderno; la personalità del primo direttore di Mezzana Alderige Fantuzzi, cui è affidata tra il 1902 e il 1914 la Cattedra ambulante d’agricoltura, viene tratteggiata da suo nipote Marco Fantuzzi; le travagliate vicende, durate sessant’anni, che precedono la nascita dell’Istituto agrario cantonale, il contesto economico e politico e la storia della scuola sono di Marco Marcacci; gli sviluppi recenti e la realtà odierna con le prospettive vengono segnalati dai due direttori attuali Pierangelo Casanova e Daniele Maffei. 

Nella mostra una postazione RSI consente di curiosare tra foto, articoli, pubblicazioni e servizi radiofonici su Mezzana. Valore e portata dei documenti esposti sono tutti da scoprire. Provengono dagli Archivi di Stato di Bellinzona, di Como e di Mendrisio, dalla Biblioteca comunale di Mendrisio. Manuali Hoepli, diplomi di concorsi e altro appartengono all’Istituto agrario di Mezzana. La figura e l’attività di Alderige Fantuzzi sono messe a fuoco anche da oggetti personali prestati dai nipoti. Alle pratiche agricole di un tempo si è invece introdotti dai notevoli pezzi di collezione di Giuseppe Haug, tra i quali strumenti di cambio del denaro o per misurare prodotti, come lo staio e le quartine per cereali e semi, i boccali per liquidi, il braccio per legna e stoffe.