La strada per le quattroruote di questo 2021 si prospetta tortuosa. Se da una parte la mobilità individuale garantita dall’auto nutre sempre più estimatori, dall’altra va detto che gli automobilisti spesso si trovano quantomeno disorientati quando si tratta di cambiare auto. E se non bastasse il fatto di doversi cimentare nella valutazione di una nutrita giungla di modelli, versioni e allestimenti, lo scoglio più importante è rappresentato dalla scelta del tipo di motorizzazione.
Un propulsore tradizionale oppure un elettrico? Ibrido ricaricabile alla spina oppure mild? Ecco che a creare ancor più confusione è arrivato a fine anno Akio Toyoda. Proprio lui, il Presidente di Toyota Motor. In un’intervista rilasciata al «Wall Street Journal», il nipote del fondatore della Casa automobilistica Kiichiro Toyoda, ha detto che «il Giappone andrebbe certamente incontro a un blackout durante il periodo estivo se tutte le auto fossero alimentate a batteria. (…) Più auto elettriche si costruiscono, peggiori saranno le emissioni di biossido di carbonio» ha dichiarato Toyoda. «I sostenitori dei veicoli elettrici non considerano le emissioni di anidride carbonica generate dalla produzione di elettricità e i costi della transizione verso questa forma di mobilità. Quando i politici dicono “liberiamoci di tutte le auto a benzina”, capiscono cosa significa?» ha sottolineato il manager ricordando come il Giappone dipenda fortemente dal carbone e dal gas naturale per la produzione di elettricità.
Ma come? Toyota è stata una delle prime a credere nell’elettrificazione nel 1997 con la Prius. E adesso? Forse non è ancora pronta per proporre agli automobilisti una gamma di vetture elettriche e allora il Ceo della Casa giapponese cerca di usare il suo peso per tirare il freno a mano. Eppure, aveva annunciato un programma di investimenti miliardari per lanciare sei nuovi modelli a batterie entro il 2025. Qualcosa non torna. Negli stessi giorni in cui parlava Mr. Toyoda, qui in Europa il Ceo di Volkswagen, Herbert Diess, raccoglieva la fiducia di azionisti e sindacato per il passaggio totale verso la mobilità green.
Il Gruppo tedesco ha investito circa 35 miliardi nella transizione tra i propulsori e per il 2030 conta di avere sul mercato 70 modelli elettrici. Persino la storica sede di Wolfsburg è destinata a diventare a medio termine una fabbrica pionieristica per la produzione altamente automatizzata di veicoli a batteria.
Intanto, a gennaio, è anche tempo di CES. Dall’11 al 14 si terrà a Las Vegas, per la prima volta in formato esclusivamente digitale, il più importante evento annuale dell’innovazione tecnologica. «Ovviamente l’elettrificazione sarà al centro della scena, basti pensare ai pick-up americani: cavalli e benzina soppiantati da motori a batteria, Hummer EV è solo l’ultimo di una lunga lista» ha spiegato Steve Koenig, vicepresidente della ricerca alla Consumer Technology Association statunitense.
Alla rassegna debutteranno super batterie in grado di ricaricarsi al 90% in sei minuti. Insomma, il mondo punta ancora sull’elettrico. Ma forse Mr. Toyoda ha un asso nella manica: l’elettrico alimentato a idrogeno. Il fuel-cell. E allora si spiegherebbero tutte le sue dichiarazioni choc.