Continuano i nostri servizi alla scoperta del territorio ticinese approfondendo l’attività degli Enti Regionali di Sviluppo (ERS). Dopo aver illustrato il lavoro dell’Ente del Locarnese e Vallemaggia (su «Azione» del 23 settembre) è la volta del Luganese. Con la direttrice Roberta Angotti Pellegatta scopriamo di che cosa si occupa l’ERSL e i progetti che caratterizzano la regione.
Direttrice Angotti mi può presentare l’attività dell’Ente regionale del Luganese?
L’Ente è nato alla fine del 2011. È un’associazione che come soci ha i Comuni e l’Ente turistico del Luganese (Lugano Region). Il nostro compito è quello di aiutare chi ha un progetto, dalla fase iniziale fino alla sua realizzazione. Spesso mettiamo in rete il progettista con chi può aiutarlo a realizzarlo. Possiamo anche sostenerlo nella ricerca dei fondi o ancora, possiamo finanziarlo direttamente attraverso il fondo di promozione regionale o con un aiuto denominato Fondo nuove iniziative e progetti che alimentiamo con gli utili d’esercizio. Per il finanziamento diretto di progetti in totale abbiamo a disposizione ca. 2 milioni di franchi per quattro anni. Insieme agli altri tre enti regionali, gestiamo la piattaforma di crowdfunding Progettiamo.ch.
Nel Luganese, l’ERSL si occupa anche di temi istituzionali a supporto dei Comuni ad esempio nell’esame di progetti di legge o con la redazione di risposte alle diverse consultazioni.
Lavorate sia per i Comuni sia per le aziende. Nella vostra regione, quali sono le differenze che riscontrate?
Nell’aiuto ai privati siamo confrontati con progetti di carattere imprenditoriale per cui aiutiamo lo sviluppo di piccole o medie attività. Agevoliamo, per esempio, quelle imprese che hanno progetti da portare avanti soprattutto nelle regioni discoste e che non sono in concorrenza con iniziative già esistenti, ovviamente nel limite del buon senso. Se un apicoltore di una valle chiede un incentivo e c’è già un altro apicoltore nella zona, cerchiamo di aiutarlo comunque. Non facciamo invece la stesso con un bar in centro città. Ci sono settori, come la ristorazione ad esempio, che di principio non possiamo sostenere.
I progetti promossi dai Comuni sono in genere legati allo sviluppo di un determinato territorio, di un paesaggio e non per forza hanno un impatto diretto sulla creazione di posti di lavoro.
In questi anni di lavoro sul territorio che cosa è emerso? Quali sono stati i bisogni più frequenti?
Da parte nostra abbiamo cercato di concentrare gli sforzi sulla messa in rete degli attori e quindi abbiamo lavorato per far collaborare i Comuni, gli enti e le associazioni presenti nella regione per promuovere lo sviluppo di progetti condivisi. In questo senso c’è ancora molto lavoro da fare. Il Luganese è una regione con caratteristiche particolari, che ancora non ha pienamente scoperto e apprezzato il valore di una collaborazione. Dobbiamo però essere coscienti delle nostre risorse: penso, ad esempio, ad una Città forte, all’Università e alla SUPSI e ai Centri di competenza. Gli interessi non sempre coincidono ma la capacità di collaborare porta vantaggi per tutti.
Quali sono stati i progetti più importanti che avete aiutato a crescere?
Con Lugano Turismo stiamo realizzando una rete per le postazioni di ricarica delle e-bike e abbiamo promosso una rassegna denominata «Musica in vetta». La collaborazione fra tutte le montagne della regione (Monte Lema, Tamaro, Monte Bar, San Salvatore, Monte Bré e Monte Generoso) ha dato vita a un festival musicale con appuntamenti promossi sotto un unico cappello. È stato un primo esempio di come lavorare insieme possa funzionare bene. Partecipiamo anche a un progetto atto ad approfondire il potenziale turistico ed economico di Val Colla, Capriasca, Villa Luganese e Cadro. In questo ambito è nata l’esigenza di misure per aiutare i piccoli negozi di paese per il quale ci stiamo appoggiando alle esperienze del SAB (Gruppo svizzero per le regioni di montagna). Dopo un’analisi per capire la situazione attuale vogliamo individuare strategie e opportunità per aiutare i piccoli negozi a svolgere il loro importante ruolo di «servizio di base» nelle regioni più discoste. Fra le iniziative imprenditoriali che abbiamo sostenuto, ricordo quello della Monte Lema SA che, grazie all’appoggio di consulenti esterni, intende pianificare il rilancio della struttura. Non da ultimo, stiamo offrendo supporto al settore ticinese dell’artigianato, una realtà complessa e frammentata, composta da tanti piccoli attori che spesso lavorano a tempo parziale. Dopo avere ottenuto il rinnovo del marchio Artigianato del Ticino, stiamo lavorando per definire le linee guida e le modalità per la sua gestione.
In questi anni c’è stata un’evoluzione delle richieste che vi sono arrivate sul tavolo?
Per quanto riguarda i progetti di Comuni e Patriziati non ho notato particolari cambiamenti. Osservando invece l’economia privata, nei primi anni di attività mi ricordo di molte richieste di informazioni da parte di aziende italiane sulle opportunità di lavoro in Ticino. Oggi succede molto raramente. Negli ultimi tempi, invece, abbiamo assistito dapprima a un boom di richieste per finanziare le applicazioni per telefonini. Richieste alle quali, tuttavia, difficilmente diamo seguito. Di recente inoltre riceviamo sempre più richieste di finanziamento per progetti legati alla valorizzazione e al commercio di prodotti locali.
Quali progetti avete in cantiere?
Quest’anno abbiamo lavorato agli eventi di «Musica in vetta». Nei prossimi anni vorremo impegnarci anche nella messa in scena del lago. L’intento è quello di favorire la collaborazione fra diversi attori per proporre offerte turistiche e di svago che mettano in comunicazione il lago e le montagne. In stand-by c’è il progetto del parco del Camoghè per il quale vogliamo anzitutto capire se esiste un reale interesse. Seguiamo in qualità di capofila il progetto Interreg e-bike che ha l’obiettivo di collegare i percorsi mountain bike di alcune regioni dell’arco alpino e di sviluppare i servizi offerti ai ciclisti. I risultati dell’indagine che stiamo svolgendo con il SAB ci indicheranno poi quali misure mettere in atto a sostegno dei piccoli negozi.