Ruota attorno a quattro tipi di intervento l’ampio progetto di valorizzazione territoriale promosso dal Patriziato di Novaggio per ridare vita all’alpe di Cima Pianca e al comparto montano che lo circonda sulle pendici del Lema, conciliando attività agricola e sviluppo sostenibile. Oltre alla ristrutturazione di due stabili a Cima Pianca, sono previste opere di miglioria nella zona di estivazione di Pian Pulpito, la realizzazione di due aree di bosco pascolato e un nuovo tracciato per rampichini, quest’ultimo realizzato in collaborazione con Monte Lema SA. I lavori, in parte già conclusi o in avanzata fase di attuazione, sono il risultato di un iter durato una decina d’anni. Lo sforzo del Patriziato, presieduto da Claudio Delmenico, è volto a preservare il patrimonio locale da più punti di vista, incluso quello della ricerca, come spiega ad «Azione» lo stesso presidente.
«Come altre realtà ticinesi, anche l’alpe di Cima Pianca si è dovuta confrontare dalla fine degli anni 50 con il progressivo abbandono dell’attività agricola», spiega Claudio Delmenico che fa parte dell’Ufficio patriziale dal 1976 e lo guida dal 2001. «Gli edifici sono poi stati utilizzati, dagli anni Settanta fin verso il 2000, dalla Sezione forestale del Politecnico federale di Zurigo per condurre ricerche sull’ecosistema bosco. Si sono successivamente aggiunti nello studio del territorio boschivo altri istituti di importanza nazionale. Attività queste, che speriamo di sviluppare ulteriormente implementando anche momenti di divulgazione resi possibili dalla ristrutturazione dei due edifici principali: Casera e la stalla. La terza struttura ospita già il piccolo Museo del boscaiolo, postazione del percorso tematico Cielo e terra». Realizzato dal Patriziato una decina di anni fa, il percorso sfrutta il sentiero esistente che dalla cima del Lema, passando da Cima Pianca, prosegue fino a Miglieglia.
A circa dieci anni fa risale pure un primo studio per il recupero degli stabili effettuato da una classe della Scuola professionale artigianale e industriale (SPAI) di disegnatori edili. L’alpe di Cima Pianca è poi stata oggetto, nel 2018, di una tesi di Bachelor alla Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI) da parte di Aline Berclaz che ha sondato le diverse possibilità di una futura destinazione. L’obiettivo del Patriziato è sempre stato quello di rivitalizzare le potenzialità dell’alpe a lungo termine e in modo sostenibile anche dal punto di vista finanziario, favorendo l’agricoltura, la biodiversità e la protezione dell’ambiente.
Con il progetto definitivo, approvato dall’Assemblea patriziale nel giugno di due anni fa, si è giunti alla visione globale composta da quattro diversi interventi. Visione che per Cima Pianca prenderà forma nei prossimi mesi. Spiega il presidente: «Casera sarà resa abitabile per permettere il pernottamento di un gruppo ristretto di 5-6 persone, mentre nella stalla sono pure previsti solo interventi puntuali finalizzati all’uso, in questo caso la trasformazione in un’aula didattico-ricreativa. La struttura, situata a un’altitudine di 1100 metri e raggiungibile attraverso una strada forestale, sarà così adatta per attività di formazione, coaching, workshop e manifestazioni, come pure quale luogo centrale per ricerche in ambito forestale. Gli edifici conserveranno all’esterno il loro aspetto attuale». I lavori dovrebbero iniziare fra un paio di mesi e concludersi entro la prossima primavera.
Sono invece già completate le operazioni di recupero di due porzioni di bosco pascolato, che permettono di aumentare le aree a disposizione degli agricoltori locali. Sono situate attorno a Cima Pianca lungo la strada forestale e occupano una superficie complessiva di 26’400 metri quadrati.
Per la stagione estiva dovrebbe inoltre essere pronta anche la zona agricola di Pian Pulpito, dove diversi lavori mirati hanno l’obiettivo di facilitare la gestione agricola, attualmente poco attrattiva in particolare a causa della mancanza di acqua. L’impegno principale è quindi rappresentato dalla posa di un impianto a energia solare di captazione e trasporto dell’acqua da una delle tre sorgenti presenti nel comparto patriziale, in modo da poter abbeverare il bestiame. «Gli altri interventi – precisa il nostro interlocutore – riguardano uno sfalcio di pulizia dell’intera superficie agricola, la delimitazione del nuovo tracciato per rampichini con pali di legno e la sistemazione delle tratte erose del sentiero». Quest’ultimo aspetto è legato anche all’uso delle mountain-bike che scendono dalla cima del Monte Lema, lungo i sentieri esistenti provocando solchi profondi. Per favorire, sia una migliore gestione del territorio, sia una più sicura convivenza fra ciclisti ed escursionisti pedestri, si è cercata una nuova soluzione. «La variante scelta rappresenta un compromesso rispetto a una separazione completa dei due tracciati che sarebbe risultata troppo onerosa», precisa Claudio Delmenico. «Fra un anno dovrebbe quindi iniziare da parte della Monte Lema SA su territorio patriziale la costruzione di un nuovo tracciato limitato a circa 540 metri fino a Pian Pulpito da dove i ciclisti potranno raggiungere Cima Pianca attraverso la pista agro-forestale esistente».
L’intera regione del Malcantone è una meta turistica frequentata tutto l’anno da residenti e turisti in cerca di svago in un ambiente naturale ricco di sentieri. Il progetto del Patriziato di Novaggio si inserisce pertanto anche in quest’ottica. Con un investimento pari a 130mila franchi di fondi propri l’ente si assume un grande impegno dimostrando di credere in un progetto diversificato. I costi rimanenti (circa 570mila franchi) sono coperti principalmente da Cantone Ticino, Comune di Novaggio, Ente regionale per lo sviluppo del Luganese, Fondazione Ernst Göhner (per le generazioni future, sede a Zugo), Schweizer Patenschaft für Berggemeinden con sede a Zurigo e Fondo svizzero per il paesaggio, ciò che dimostra il valore collettivo del progetto.
«Gli introiti che il Patriziato potrà realizzare mettendo a disposizione i locali di Cima Pianca serviranno a coprire i costi di gestione», spiega il presidente Delmenico, precisando che «le attività previste hanno già suscitato l’interesse dell’azienda agricola presente sul territorio, intenzionata a integrare i suoi prodotti nelle medesime. L’obiettivo principale di questa iniziativa rimane quello di salvaguardare il patrimonio naturalistico e rianimare l’alpe di Cima Pianca che ora rivive solo con l’annuale festa estiva». Non va però dimenticato l’altro appuntamento annuale, ossia la Giornata d’ambiente organizzata da quasi vent’anni in collaborazione con la Società Cacciatori la Drosa Malcantonese. Grazie a questa azione di volontariato, il Patriziato ha potuto effettuare opere di pulizia del bosco, costruire manufatti come un ponticello di legno lungo il percorso del Lema Trail o la fontana in zona Forcola.
Il Patriziato di Novaggio ha pertanto colto il potenziale di sviluppo del suo comparto legandolo al benessere derivante dall’immersione nella natura, ma anche al miglioramento delle condizioni necessarie all’agricoltura di montagna per continuare a svolgere il suo importante compito di gestione del territorio.