Il custode dei castelli

Incontri – Luca Sandrinelli è responsabile tecnico della cura generale di Castelgrande, Montebello e Sasso Corbaro
/ 21.05.2018
di Sara Rossi Guidicelli

Luca, come Luciano prima di lui, sembra avere un segreto in fondo agli occhi. Raccontano entrambi apertamente del loro mestiere di custode dei castelli di Bellinzona e anche se questo comporta molti aspetti pratici, alcuni persino ripetitivi, c’è qualcosa che sfugge alla parola, qualcosa di irraccontabile, una soddisfazione interna che li colma. È evidente che lavorare in un castello non è come lavorare in qualsiasi altro posto.

Su Luciano Rossi, che vi ha abitato e lavorato per 25 anni, il regista Niccolò Castelli ha girato un documentario alcuni anni fa. Poi Luciano è andato in pensione e gli è subentrato Luca Sandrinelli, che incontriamo a Castelgrande per una chiacchierata. Cresciuto nel Bellinzonese, fino a due anni fa era custode in una scuola, lavorava a metà tempo e nell’altra metà faceva il papà. Quando suo figlio è cresciuto ed è andato alle elementari, all’Organizzazione Turistica Regionale Bellinzonese e Alto Ticino è uscito il concorso per custode dei castelli e Luca ha partecipato. Lo affascinava l’idea e inoltre il suo rapporto con i castelli di Bellinzona era sempre stato speciale: da piccolo viveva a Daro e la sua piazza di gioco, in ogni stagione, era Montebello. «Che partite di calcio abbiamo fatto! Anche con un metro di neve... E poi slittavamo, giocavamo a prenderci, a nascondino, esploravamo», racconta. Se per i bambini un castello è uno scrigno magico pieno di avventure, da adulti basta ripescare quel bambino che siamo stati per emozionarci di nuovo. A Sasso Corbaro Luca ha organizzato la propria festa di matrimonio e ora il luogo principale del suo lavoro è Castelgrande. Regolarmente, com’è ovvio, va anche negli altri due castelli a effettuare supervisioni, riparazioni o ciò di cui c’è bisogno.

I castelli sono di proprietà del Cantone ma è l’Organizzazione Turistica che li ha in gestione. Nel marzo del 2016 dunque l’Otr ha assunto Luca Sandrinelli e per i primi due mesi il nuovo custode ha affiancato quello che andava in pensione, Luciano. Questi gli ha trasmesso consegne, informazioni sulle tante stanze e gli oggetti di cui dispongono le fortezze di Bellinzona e i segreti, quelli che forse si possono tramandare solo con il tempo trascorso insieme e con il silenzio. La mattina il custode apre i cancelli a Castelgrande, mentre a Montebello c’è una persona preposta per l’apertura e la chiusura e a Sasso Corbaro se ne occupa il personale del Ristorante.

«I primi ad arrivare, già verso le otto, sono i turisti asiatici», spiega Luca. «Spesso viaggiano in gruppo, scattano qualche foto e ripartono, di corsa... probabilmente stanno facendo il giro dell’Europa e alcuni pullman si fermano per ammirare questo patrimonio dell’Unesco racchiuso tra le nostre montagne». Poi, un po’ più tardi, arrivano i bellinzonesi con il cane e altri turisti, molti svizzero tedeschi ma non solo. Vengono anche classi di studenti in gita scolastica e al pomeriggio gruppi di ragazzi e coppie che passeggiano. «La sera si chiudono le porte alle 19 e d’estate c’è chi si lamenta: molti vorrebbero potersi godere il tramonto, il fresco e il prato più a lungo», riferisce Luca, ricordando che comunque i ristoranti e il grotto restano aperti.

Luciano è andato in pensione a maggio di due anni fa; Luca si è dunque ritrovato sulle spalle la responsabilità dei luoghi proprio quando iniziava la bella stagione e prendono avvio le manifestazioni che si svolgono ai castelli. Tra i compiti principali del custode, infatti, oltre alla gestione tecnica di tutte le infrastrutture e degli impianti, c’è la collaborazione con gli organizzatori degli eventi. Tutto l’anno ci sono le mostre a Sasso Corbaro e Castelgrande, a maggio c’è La Spada nella Rocca, in giugno iniziano i concerti, a luglio c’è il Montebello Festival, il festival di Teatro Territori e in agosto il Cinema open air di Castelgrande. A fine stagione poi si festeggia proprio qui la Giornata dei Castelli Svizzeri. Da quando Luca ha iniziato il suo mandato, Bollywood è già venuta due volte a girare qualche scena di film qui tra queste mura.

Il custode accompagna gli organizzatori nei sopralluoghi, sta a disposizione durante i lavori di preparazione ed è presente anche durante le manifestazioni, i concerti e gli spettacoli. Luca è diplomato come Operatore in infrastrutture ed immobili: è quindi in grado di occuparsi di problemi semplici di elettricità e idraulica, sa fare riparazioni e piccole costruzioni ma soprattutto conosce i castelli. Sa cosa c’è nei magazzini, sa dove si trovano tutte le cose di cui si potrebbe avere bisogno in uno spazio dove si allestiscono esposizioni e spettacoli e ha le chiavi di tutte le porte. O meglio: ha il passepartout che apre tutte le porte.

«Non ho mai avuto problemi: le persone che vengono qui per lavorare, ma anche i visitatori in generale, sono molto beneducati. Capita che qualcuno lasci resti di picnic o peggio bottiglie rotte nel prato, ma sono avvenimenti rari». Luca mi dice che all’inizio ha sentito un po’ la vertigine della responsabilità, ma è sempre stato entusiasta della sua scelta e della sfida che comportava. Ora si sente perfettamente a suo agio, fa del suo meglio per preservare tutta questa meraviglia architettonica, mettendoci tutta la cura e la sorveglianza che necessita. «Quando arrivo al mattino presto e quando chiudo la sera, spesso non c’è nessuno. Allora il fascino di questo posto è palpabile nell’aria e mi vien voglia di camminare piano senza far rumore e di stare qui un attimo in più a guardarmi in giro e a sentire questi posti».

Gli chiedo se avrebbe un’idea per i castelli, qualcosa che magari in futuro si potrebbe fare per valorizzarli ancora di più. «Sì, un’idea ce l’ho», mi risponde. «Quando salgo sulla Torre Bianca e vedo il panorama pieno di industrie e palazzi moderni mi dispiace. Penso che nell’epoca in cui viviamo possiamo sicuramente creare una realtà virtuale da offrire ai nostri ospiti per mostrare loro cosa si vedeva nel Medioevo, quando i castelli sono stati costruiti. Diventerebbe allora un’esperienza ancora più importante».

Lo lasciamo al suo lavoro: raggiunge il suo atelier, dove sta costruendo dei mobiletti dove appoggiare i nuovi tablet con le traduzioni dei pannelli informativi per le mostre di Castelgrande e Sasso Corbaro.