Luca, come Luciano prima di lui, sembra avere un segreto in fondo agli occhi. Raccontano entrambi apertamente del loro mestiere di custode dei castelli di Bellinzona e anche se questo comporta molti aspetti pratici, alcuni persino ripetitivi, c’è qualcosa che sfugge alla parola, qualcosa di irraccontabile, una soddisfazione interna che li colma. È evidente che lavorare in un castello non è come lavorare in qualsiasi altro posto.
Su Luciano Rossi, che vi ha abitato e lavorato per 25 anni, il regista Niccolò Castelli ha girato un documentario alcuni anni fa. Poi Luciano è andato in pensione e gli è subentrato Luca Sandrinelli, che incontriamo a Castelgrande per una chiacchierata. Cresciuto nel Bellinzonese, fino a due anni fa era custode in una scuola, lavorava a metà tempo e nell’altra metà faceva il papà. Quando suo figlio è cresciuto ed è andato alle elementari, all’Organizzazione Turistica Regionale Bellinzonese e Alto Ticino è uscito il concorso per custode dei castelli e Luca ha partecipato. Lo affascinava l’idea e inoltre il suo rapporto con i castelli di Bellinzona era sempre stato speciale: da piccolo viveva a Daro e la sua piazza di gioco, in ogni stagione, era Montebello. «Che partite di calcio abbiamo fatto! Anche con un metro di neve... E poi slittavamo, giocavamo a prenderci, a nascondino, esploravamo», racconta. Se per i bambini un castello è uno scrigno magico pieno di avventure, da adulti basta ripescare quel bambino che siamo stati per emozionarci di nuovo. A Sasso Corbaro Luca ha organizzato la propria festa di matrimonio e ora il luogo principale del suo lavoro è Castelgrande. Regolarmente, com’è ovvio, va anche negli altri due castelli a effettuare supervisioni, riparazioni o ciò di cui c’è bisogno.
I castelli sono di proprietà del Cantone ma è l’Organizzazione Turistica che li ha in gestione. Nel marzo del 2016 dunque l’Otr ha assunto Luca Sandrinelli e per i primi due mesi il nuovo custode ha affiancato quello che andava in pensione, Luciano. Questi gli ha trasmesso consegne, informazioni sulle tante stanze e gli oggetti di cui dispongono le fortezze di Bellinzona e i segreti, quelli che forse si possono tramandare solo con il tempo trascorso insieme e con il silenzio. La mattina il custode apre i cancelli a Castelgrande, mentre a Montebello c’è una persona preposta per l’apertura e la chiusura e a Sasso Corbaro se ne occupa il personale del Ristorante.
«I primi ad arrivare, già verso le otto, sono i turisti asiatici», spiega Luca. «Spesso viaggiano in gruppo, scattano qualche foto e ripartono, di corsa... probabilmente stanno facendo il giro dell’Europa e alcuni pullman si fermano per ammirare questo patrimonio dell’Unesco racchiuso tra le nostre montagne». Poi, un po’ più tardi, arrivano i bellinzonesi con il cane e altri turisti, molti svizzero tedeschi ma non solo. Vengono anche classi di studenti in gita scolastica e al pomeriggio gruppi di ragazzi e coppie che passeggiano. «La sera si chiudono le porte alle 19 e d’estate c’è chi si lamenta: molti vorrebbero potersi godere il tramonto, il fresco e il prato più a lungo», riferisce Luca, ricordando che comunque i ristoranti e il grotto restano aperti.
Luciano è andato in pensione a maggio di due anni fa; Luca si è dunque ritrovato sulle spalle la responsabilità dei luoghi proprio quando iniziava la bella stagione e prendono avvio le manifestazioni che si svolgono ai castelli. Tra i compiti principali del custode, infatti, oltre alla gestione tecnica di tutte le infrastrutture e degli impianti, c’è la collaborazione con gli organizzatori degli eventi. Tutto l’anno ci sono le mostre a Sasso Corbaro e Castelgrande, a maggio c’è La Spada nella Rocca, in giugno iniziano i concerti, a luglio c’è il Montebello Festival, il festival di Teatro Territori e in agosto il Cinema open air di Castelgrande. A fine stagione poi si festeggia proprio qui la Giornata dei Castelli Svizzeri. Da quando Luca ha iniziato il suo mandato, Bollywood è già venuta due volte a girare qualche scena di film qui tra queste mura.
Il custode accompagna gli organizzatori nei sopralluoghi, sta a disposizione durante i lavori di preparazione ed è presente anche durante le manifestazioni, i concerti e gli spettacoli. Luca è diplomato come Operatore in infrastrutture ed immobili: è quindi in grado di occuparsi di problemi semplici di elettricità e idraulica, sa fare riparazioni e piccole costruzioni ma soprattutto conosce i castelli. Sa cosa c’è nei magazzini, sa dove si trovano tutte le cose di cui si potrebbe avere bisogno in uno spazio dove si allestiscono esposizioni e spettacoli e ha le chiavi di tutte le porte. O meglio: ha il passepartout che apre tutte le porte.
«Non ho mai avuto problemi: le persone che vengono qui per lavorare, ma anche i visitatori in generale, sono molto beneducati. Capita che qualcuno lasci resti di picnic o peggio bottiglie rotte nel prato, ma sono avvenimenti rari». Luca mi dice che all’inizio ha sentito un po’ la vertigine della responsabilità, ma è sempre stato entusiasta della sua scelta e della sfida che comportava. Ora si sente perfettamente a suo agio, fa del suo meglio per preservare tutta questa meraviglia architettonica, mettendoci tutta la cura e la sorveglianza che necessita. «Quando arrivo al mattino presto e quando chiudo la sera, spesso non c’è nessuno. Allora il fascino di questo posto è palpabile nell’aria e mi vien voglia di camminare piano senza far rumore e di stare qui un attimo in più a guardarmi in giro e a sentire questi posti».
Gli chiedo se avrebbe un’idea per i castelli, qualcosa che magari in futuro si potrebbe fare per valorizzarli ancora di più. «Sì, un’idea ce l’ho», mi risponde. «Quando salgo sulla Torre Bianca e vedo il panorama pieno di industrie e palazzi moderni mi dispiace. Penso che nell’epoca in cui viviamo possiamo sicuramente creare una realtà virtuale da offrire ai nostri ospiti per mostrare loro cosa si vedeva nel Medioevo, quando i castelli sono stati costruiti. Diventerebbe allora un’esperienza ancora più importante».
Lo lasciamo al suo lavoro: raggiunge il suo atelier, dove sta costruendo dei mobiletti dove appoggiare i nuovi tablet con le traduzioni dei pannelli informativi per le mostre di Castelgrande e Sasso Corbaro.