Il corpo delle adolescenti, che dilemma! Cosa possiamo fare da genitori affinché le nostre figlie facciano amicizia con il proprio corpo e lo rispettino anche se non è uguale a quello delle loro amate influencer? A Il caffè delle mamme la domanda si impone anche perché siamo state invitate a partecipare su Zoom, la piattaforma su cui ormai si svolge la maggior parte degli incontri virtuali, a una serata informativa dal titolo «Consapevolezza corporea e disturbi alimentari». L’evento è rivolto a chi ha figlie di età compresa tra la quinta elementare e la terza liceo ed è condotto dalla psicoterapeuta Raffaella Vanzetta del Centro per i disturbi del comportamento alimentare (Infes) di Bolzano.
In Cose da ragazze (ed. Sonzogno 2020), ormai la mia «bibbia» per capire quel corpo adolescenziale che improvvisamente suda, sanguina, a volte è percorso da brividi strani e si riempie improvvisamente di peli e brufoli, le dottoresse norvegesi Nina Brochmann e Ellen Støkken Dahl lo dicono senza giraci intorno: «Durante la pubertà, le ragazze mettono su più ciccia dei ragazzi. Gli estrogeni, cioè gli ormoni femminili, portano a depositare il grasso in zone nuove, cioè sul sedere, sui fianchi, sulle cosce e sulle braccia. Tutte le ragazze ingrassano durante la pubertà e l’adolescenza: sono le provviste del corpo per i tempi duri. Ma c’è chi non ama vedere il proprio corpo che cambia e pensa di avere qualcosa che non va o di dover dimagrire». Così le adolescenti che hanno un corpo normale, ossia un po’ diverso dai canoni estetici che rimbalzano sui social, sentono all’improvviso l’esigenza di camuffarlo: e, dopo i primi acquisti fatti da sole con le amiche rivendicando una comprensibile esigenza di autonomia, in casa spuntano maglioni extra-large, jeans di due taglie più grandi, magliette che in realtà fanno da miniabito. In spiaggia il costume resta nascosto sotto i pantaloncini. Il «Mamma, cosa mi metto?» che rimbalza da una stanza all’altra la mattina appena sveglie, non è più una domanda, ma diventa una sorta di imprecazione.
Il confronto con modelli perfetti, il rischio di essere vittime dell’immagine. Quel corpo femminile che sboccia ma può essere rifiutato non è, però, solo una questione di estetica inquinata da Instagram o TikToK (ai nostri tempi lo era dalle copertine di Claudia Schiffer e Naomi Campbell!). Può diventare l’espressione di un disagio psicologico profondo: la difficoltà di volersi bene per quella che sei invece che per quella che vorresti essere, la paura di non essere accettate, la sofferenza del giudizio altrui. Per comprendere i pensieri che possono affastellarsi nella testa delle nostre figlie può essere utile leggere la confessione di Valeria Vedovatti, la content creator ticinese di Banco, frazione di Bedigliora, 2 milioni di follower su TikTok, 1,2 milioni su Instagram, 700 mila su Youtube: «Ultimamente mi sveglio e non ho voglia di iniziare la giornata. Guardo la mia vita e sono felice, va tutto bene. Ma dentro di me sento il vuoto – racconta nel nuovo libro Per rinascere (ed. Rizzoli, giugno 2021), riferendosi a come si sentiva qualche anno fa –. Non mi ero mai soffermata sul mio aspetto, ma adesso quando mi guardo allo specchio mi sento brutta, inutile e insoddisfatta da me stessa. È come se per tutta la mia vita non avessi fatto altro che tentare di essere perfetta per gli altri, voti alti a scuola, quattro sport contemporaneamente… adesso non ce la faccio più. Non so cosa voglio, cosa mi piace, non sento più niente. Solo tanta confusione. E ho paura di deludere tutti. In particolare, i miei genitori, che ultimamente litigano spesso e io non so come aiutarli. Ho paura di essere un peso per chi mi sta intorno. Vorrei tornare a essere la Valeria brava in tutto, ma sono stanca di tenere insieme i pezzi, e temo che se smetterò di essere brava le persone smetteranno di volermi bene».
Non piacersi e la voglia di piacere. Sentirsi incomprese e non sapere che fare. L’autostima intaccata e il desiderio di essere magre per sentirsi giuste. La testa che deforma l’immagine dello specchio e l’ansia di sottoporre il corpo al giudizio degli altri. Inutile nasconderlo: come è successo a Valeria Vedovatti, tutti questi pensieri possono essere l’anticamera di disturbi alimentari: il più diffuso tra le adolescenti è l’anoressia che, come ricorda lo storico primario di pediatria dell’ospedale Civico di Lugano Valdo Pezzoli, colpisce 1 giovanissima su 200. Mentre per 2-3 su 100 il problema resta spesso sottotraccia: e, qui, dunque serve che i genitori siano particolarmente attenti a cogliere i segnali prima che la situazione degeneri.
Cosa può succedere lo spiega bene Fiorenza Sarzanini, vicedirettrice del «Corriere della Sera», nella nuova serie di podcast Specchio prodotta da Chora Media (disponibile sulle piattaforme Spotify, Apple Podcasts, Spreaker, Google Podcasts e su Choramedia.com): «Ti guardi allo specchio ma non vedi davvero com’è il tuo corpo. E allora vuoi cambiarlo. Vuoi fare capire a tutti quello che non riesci a dire: “Sto male”. Il corpo parla, diventa messaggio e dice quello che la testa nega». Da lì in avanti i giorni possono venire scanditi dalla bilancia, fino ad arrivare al cibo che non va più giù. Chiedere aiuto il prima possibile può salvare la vita: «Quel mostro è arrivato a togliermi tutto. Quel mostro si chiama “anoressia nervosa”, provo ancora paura nel nominare questo termine – confessa Valeria Vedovatti –. Mi ha tolto gli amici, la ginnastica, per un momento anche il rapporto con la mia famiglia, i sogni, il sorriso, le emozioni. E, infine, ha pure provato a togliermi la vita».
Per la maggior parte delle adolescenti il disagio fortunatamente non diventa malattia, ma merita comunque grande attenzione. La sfida è aiutare le nostre figlie ad accettare il corpo e i suoi cambiamenti, la bellezza dei quali a quell’età non viene compresa. E aiutarle ad avere autostima. Come fare? Nella serata informativa a scuola la psicoterapeuta Raffaella Vanzetta offre alcuni consigli che a Il caffè delle mamme ci spingono a riflettere. Innanzitutto, possiamo dare il buon esempio: non lasciarci coinvolgere dallo stress di dovere essere magre a tutti i costi e non definire la bellezza attraverso la magrezza. «Siate curiose di chi le vostre figlie seguono sui social. Parlatene con loro, ma soprattutto ascoltatele – sottolinea poi Vanzetta –. Non criticatele per le loro scelte, ma cercate di capire i loro interessi. E chiedete loro come le fa stare seguire certe modelle e influencer».