Il cavallo e il territorio

Mondoanimale - Da secoli parte integrante del nostro ambiente, ha un impatto benefico anche sulla natura
/ 12.08.2019
di Maria Grazia Buletti, testo e foto

In Svizzera sono censiti circa 125mila capi di genere equino e secondo l’ultimo rapporto di Agroscope disponibile (2016) solo il 22 per cento della popolazione equina è iscritta attivamente alla Federazione svizzera degli sport equestri (Fsse) per le attività sportive come ad esempio il salto a ostacoli e il dressage. «Pertanto, il 78 per cento è rappresentato da esemplari dedicati all’allevamento, allo svago e al tempo libero», la presidente della Commissione cavallo e ambiente della Federazione ticinese sport equestri, Ester Camponovo, tira le somme che confermano l’importanza dei cavalli che si muovono sul territorio svizzero e nel nostro Cantone. 

Un territorio, sottolinea, prezioso e sempre più esiguo che va valorizzato e tutelato: «Il Ticino, pur non disponendo di spazi particolarmente aperti, annovera anch’esso molteplici appassionati che praticano l’equitazione: uno sport molto attrattivo e salutare (non solo per il cavaliere ma pure per l’animale proverbialmente bisognoso di movimento all’aria aperta a beneficio del suo equilibrio psicofisico), che coniuga l’attività fisica all’aperto con l’amore verso la natura e gli animali».

A conferma del delicato tema legato al territorio e a quanto sia di vitale importanza preservarlo al meglio, Camponovo conferma che «purtroppo, con l’avvento dell’urbanizzazione, la pratica di questa attività ha visto aumentare gli ostacoli creati dall’uomo (a partire dall’aumento del traffico e dell’asfalto fino ai divieti di passaggio) che sono andati ad aggiungersi a quelli naturali già dettati dalla particolare conformazione del nostro cantone, come corsi d’acqua e parecchi fondovalle piuttosto stretti».

È perciò compito della Commissione da lei presieduta in seno alla Ftse, di promuovere la convivenza del cavallo sul territorio. Operazione che passa «da un’ampia azione di sensibilizzazione della popolazione nei confronti della presenza stessa del cavallo nelle nostre campagne, sulle strade e anche nelle zone abitate, senza dimenticare il valore aggiunto che gli equini apportano al territorio facendone comunque storicamente parte integrante». 

L’importanza per gli equini di restare integrati nel nostro ambiente rurale si confronta però talvolta con qualche pertinente dubbio circa l’impatto di questi animali sull’ecosistema che va anch’esso preservato. «L’equitazione di campagna su sentieri e stradine sterrate, a patto che non sia troppo intensiva, non nuoce al territorio e all’ecosistema al quale, anzi, può apportare alcuni interessanti benefici», spiega il biologo Tiziano Maddalena, da noi interpellato a proposito delle conseguenze del passaggio di cavalli sui sentieri sterrati, sottolineando che questo tipo di animale è sempre appartenuto all’ambiente rurale. 

Ester Camponovo, d’altronde, difende proprio la legittimità dei cavalli di poter continuare a farne parte, portando il discorso sulla «fitta rete di sentieri»: «Il Ticino, con il suo meraviglioso paesaggio, offre splendide escursioni, e cosa c’è di più bello che scoprire la natura in sella a un cavallo?». È certa che l’equitazione di campagna sia sicuramente «uno dei modi migliori per vivere, amare e conoscere la natura, con rispetto e in armonia con i nostri compagni d’avventura». 

Il rispetto per l’ambiente è saliente, visto che si tratta di un territorio in grande evoluzione, e l’armonia è necessaria per l’uso condiviso che se ne fa nel tempo libero: «Pensiamo alle persone che passeggiano, ai proprietari di cani, ai ciclisti, quindi pure ai cavalli con amazzoni e cavalieri del tempo libero». Ritorna il tema dell’equitazione di campagna e dell’impatto sul terreno con la domanda inerente l’innocuità o no del passaggio a cavallo sui sentieri ticinesi. 

A questo proposito, il biologo Maddalena contestualizza la risposta: «Questione di numero e proporzioni. La conformazione del nostro territorio deve fare i conti con un fondovalle ristretto e l’urbanizzazione incipiente; ciò fa sì che gli spazi di svago siano esigui e preziosi. E dobbiamo ammettere che in generale la presenza del cavallo in Ticino non è troppo massiccia, quindi è solitamente integrabile con tutte le altre attività all’aperto». E scopriamo che l’equitazione in campagna può comportare anche qualche sorprendente beneficio: «Ad esempio, sul Piano di Magadino il terreno ha natura sabbiosa; biologicamente, soprattutto in un terreno del genere, il passaggio del cavallo permette di incrementare zone sterrate, sabbiose e aperte nella vegetazione, atte a creare un mosaico d’ambiente molto interessante sia per gli insetti che per i loro predatori». In particolare si parla «di quegli insetti la cui vita è legata ai banchi di sabbia e agli uccelli che se ne nutrono come l’upupa o il codirosso».

E, in modo più prevedibile, pure lo sterco lasciato sul terreno è un altro elemento a favore del passaggio equino. Meno prevedibile invece il motivo: «Alcuni insetti (come gli Scarabei stercorari) vi depongono le uova le cui larve si sviluppano al suo interno. Questi insetti rappresentano anche un pasto apprezzato per alcune specie di pipistrelli che godranno dunque di buon approvvigionamento. Inoltre, al contrario di altro bestiame agricolo, i cavalli sono meno frequentemente trattati con gli antibiotici e vermifughi, e il loro sterco è dunque più favorevole allo sviluppo di queste uova delle larve che si bloccherebbe se deposte in quello contaminato dagli antibiotici». 

Certo è che l’educazione di amazzoni e cavalieri è essenziale e la Federazione è sempre molto attenta ai suoi affiliati, invitandoli costantemente a rispettare le regole che impongono di non permettere al cavallo di sconfinare nei campi agricoli o dove il passaggio non è permesso. Quindi, conclude Maddalena: «Possiamo tranquillamente considerare il cavallo come parte del nostro ecosistema rurale come ogni altro elemento che non arreca danno».