In queste ultime settimane si è parlato molto di ginnastica, soprattutto per le esternazioni di alcune giovane ragazze – insediate al Centro sportivo nazionale di Macolin – che hanno rivelato ai media di essere state vittime di mobbing, pressioni psicologiche, violenza verbale e a volte anche fisica.
Fabio Corti, da tre anni membro del Direttivo della federazione nazionale, si rende conto del momento delicato per assumere il timone. Tuttavia, la sua decisione è presa. Si tratta di una scelta che risale a inizio 2019, quindi, in modo coerente, il futuro presidente, conferma la sfida nonostante le acque burrascose. Indipendentemente dai recenti sviluppi, sarà un compito molto impegnativo, pari a un onere lavorativo del 50 per cento, che porterà Corti spesso lontano da casa, durante i weekend.
Con i suoi oltre 380mila affiliati, distribuiti in 3031 società, si tratta della più grande entità sportiva che troviamo su suolo elvetico. Conta 43 collaboratori di Back Office, 350 volontari a livello nazionale, 18 allenatori professionisti per l’élite, senza enumerare le migliaia di monitori e dirigenti locali. Con un budget globale di oltre 16 milioni, si tratta di una vera e propria azienda, che presenta complessità e criticità molto elevate.
Fabio Corti succede al lucernese Erwin Grossenbacher, che cede il timone dopo sei anni. È il primo ticinese della storia ad accedere a questa carica. In passato, il chiassese Arturo Gander aveva rappresentato il cantone in qualità di Presidente tecnico della Federazione Mondiale, nel cui direttivo, anni dopo, era entrato a far parte il luganese Jvan Weber.
La consapevolezza che il mondo dello sport, e nella fattispecie quello della ginnastica, stia attraversando un periodo molto critico, è sempre più evidente. Fabio Corti dovrà giocare la carta della trasparenza. Non ci sarà più margine per ulteriori passi falsi, poiché, come egli stesso sostiene, stiamo vivendo un cambiamento radicale del sistema-sport. È aumentata anche la sensibilità nei confronti delle problematiche sollevate dalle ragazze della ritmica.
Se ne è resa conto pure la consigliera federale Viola Amherd, titolare del Dipartimento della Difesa della Protezione della popolazione e dello Sport. È la prima donna a ricoprire questo ruolo, e il problema delle molestie e delle pressioni lo ha affrontato di petto. La ministra vallesana non ci sta. Ha subito dato una scossa. Nei giorni scorsi il Consiglio degli Stati ha approvato una mozione che chiede l’istituzione di un servizio di sostegno e di segnalazione indipendente per le vittime di abusi in ambito sportivo. Nel momento in cui scriviamo non sappiamo se anche il Consiglio Nazionale ha fatto sua la proposta. Dal canto suo, la direttrice del Dipartimento ritiene questo servizio indispensabile. Non sarà la panacea in grado di curare tutti i mali, ma grazie a una pronta segnalazione e a un rapido intervento, sarà possibile evitare situazioni deleterie come quelle narrate in una recente puntata di Temps Présent, magazine di approfondimento della Televisione Svizzera Romanda. L’agghiacciante documentario ha messo a nudo abusi perpetrati nell’ambito della ginnastica ritmica, del trampolino, altra disciplina che dipende dalla Federazione svizzera di ginnastica, ma anche nel mondo del calcio e dell’hockey su ghiaccio.
Intendiamoci, non ci sono paradisi o oasi di pace, in cui tutto fila nel migliore dei modi. Ovunque ci sarà sempre chi tende a sottrarsi dalle regole, sia quelle prettamente legate alla competizione, sia quelle etiche. Sarà tuttavia indispensabile che il mondo dello sport sappia dotarsi di strumenti per individuare e neutralizzare quelle che, si spera, possano essere solo delle mosche bianche. Servono regole, principi e persone. Deve e dovrà essere fondamentale il ruolo dei dirigenti. Sono loro a tracciare le linee programmatiche di una federazione o di un club sportivo. Loro, attraverso le strutture implementate, a monitorare il lavoro di chi opera sul campo.
Nel documentario della RTS i dirigenti della ginnastica nazionale si erano rifiutati di rilasciare dichiarazioni e, solo dopo lunga insistenza, il Direttore Ruedi Hediger aveva accettato di fare alcune precisazioni in forma scritta. In seguito, ha rassegnato le dimissioni, dopo 25 anni in seno alla Federazione, 12 dei quali come Direttore. Si è assunto la responsabilità di quanto è accaduto, e ha voluto lasciare spazio a chi si sentirà disposto a ripartire con nuovi presupposti.
Tra coloro che dovranno riportare il sereno, ci sarà quindi anche il futuro presidente Fabio Corti. Salirà su una nave costretta ad affrontare un mare burrascoso, ma sarà animato dalla forza e dalla volontà di poter riuscire a dominare e a placare le onde. Sa come agire. Sa cosa fare. Per correttezza nei confronti del gruppo, non svela le sue strategie. Sarà questione di poche settimane. Sa pure che un altro compito fondamentale sarà quello di individuare le persone alle quali affidare alcuni ruoli-chiave, fra cui quello di Capo supremo dello sport d’élite. Si tratterà pure di ricostruire tutto il team delle allenatrici della ginnastica ritmica, a suo tempo licenziate in tronco dopo il drammatico outing delle ragazze. In attesa dei suoi programmi, e con l’auspicio di poter stilare in futuro bilanci positivi, non rimane che augurargli buon vento.