Il calabrone asiatico vola in Svizzera

Sotto stretto monitoraggio la diffusione di questa specie non autoctona e pericolosa per le api
/ 04.09.2023
di Maria Grazia Buletti

Piante e animali non autoctoni si stanno diffondendo in tutto il mondo, compreso il nostro paese. È una realtà suffragata pure dal Servizio sanitario apistico (Ssa) che annuncia la diffusione del calabrone asiatico in Svizzera e invita la popolazione a segnalarne le eventuali presenze sul sito www.calabroneasiatico.ch dove si trovano le indicazioni per imparare a individuarlo e riconoscerlo, distinguendolo da altri insetti autoctoni a cui somiglia, come, ad esempio, il calabrone europeo.

La specie nociva comprende volentieri le api domestiche nella propria dieta: «Per proteggere la fauna d’insetti autoctona e le colonie di api mellifere, è molto importante monitorare e distruggere rapidamente il maggior numero possibile di nidi della specie invasiva», riassume il Ssa riferendosi a questa presenza indesiderata che, per ora, continua a diffondersi nella Svizzera francese e nella Svizzera nordoccidentale: «Dopo il primo avvistamento nel 2017, i rilevamenti della specie alloctona in questo Paese sono aumentati significativamente nel 2022, quando è stata scoperta in 24 siti ubicati in otto cantoni (AG, BL, FR, GE, JU, NE, SO e VD), mentre quest’anno sono già stati rilevati 101 casi in 8 cantoni».

Un’avanzata che non ha ancora interessato il Ticino, ma solo per ora. Non possiamo dormire sogni sereni, spiega il consigliere regionale del Servizio sanitario apistico per la Svizzera italiana Michele Mozzetti citando lo studio del Centre for Agriculture and Bioscience International (su mandato dell’Ufficio federale dell’ambiente): «In Svizzera si prevede che l’Altipiano e le zone di bassa quota della regione del Giura siano adatte per il calabrone asiatico. Le valli calde, come la valle del Reno e il Rodano, ampliano ulteriormente la potenziale distribuzione nelle Alpi. Inoltre, si stima che anche la punta meridionale del Canton Ticino, intorno a Lugano e Mendrisio, sia molto adatta per il calabrone asiatico».

La minaccia rappresentata da questi predatori è duplice: «Eliminano un gran numero di api per nutrire le larve e la loro presenza all’ingresso dell’alveare spaventa le bottinatrici, che tendono a limitare le uscite (paralisi del volo), e quindi a ridurre le riserve per l’inverno con conseguente arresto della deposizione di uova da parte della regina». Mozzetti spiega che, solo per ora: «A nord e a sud, il Ticino è protetto dalla catena alpina e le colonie di calabrone asiatico sono ancora relativamente lontane. Basterebbe però che un autocarro di legna proveniente da zone infestate scarichi dalle nostre parti il suo carico, con delle fondatrici rifugiate in qualche fessura della corteccia, che la colonizzazione potrebbe avere inizio».

Marianne Tschuy (del Servizio sanitario apistico), dal canto suo rassicura sull’innocuità del calabrone asiatico nei confronti dell’essere umano: «Sebbene pericoloso per gli insetti, esso è generalmente mansueto e non aggressivo nei confronti dell’uomo. Tuttavia, la Vespa velutina (ndr: questo il suo nome scientifico) protegge e difende il suo nido». Guardare ma non toccare: è la ragione per cui, malgrado la popolazione sia invitata a segnalarne la presenza «agire sulla distruzione dei nidi sarà di competenza esclusiva di specialisti qualificati».

Lo specialista in salute delle api Fabian Trüb spiega come riconoscerlo facilmente: «Ha diverse caratteristiche proprie: è leggermente più piccolo della specie autoctona (calabrone europeo); il suo colore principale è il nero con sottili strisce gialle sull’addome e le estremità delle zampe sono gialle». Il nido primario viene costruito in primavera, in luoghi protetti dalle intemperie («per lo più a 0.5-3 metri dal suolo»), mentre un nido secondario sarà costruito in estate: «Quest’ultimo diventa molto più grande e di solito si trova nella chioma degli alberi alti».

La lotta in atto a contrastarne l’espansione poggia proprio sulla distruzione dei nidi, afferma Mozzetti: «Già nel 2020 si è avuta conferma dell’arrivo del calabrone asiatico in Svizzera, soprattutto per la presenza di nidi a indicarne lo sviluppo. Malgrado i mezzi introdotti per la loro distruzione, nel 2021 la scoperta di un nuovo nido primario nel cantone di Ginevra ha confermato la presenza di giovani regine feconde, mentre le altre regine sopravvissute all’inverno saranno responsabili della costruzione di nidi nel corso dell’anno».

Tenuto conto che sono state evidenziate delle regioni sensibili («il canton Ticino non è ancora annoverato, ma non per questo bisogna sottovalutare la situazione»), è importante che tutti partecipino allo sforzo di osservazione per evitare una diffusione troppo rapida e gravi danni alle colonie di api mellifere: «Segnalare un calabrone asiatico significa contribuire a evitare la rapida diffusione di questa nuova specie esotica invasiva». Il nostro interlocutore ribadisce l’importanza delle segnalazioni tempestive anche per il nostro territorio a sud delle Alpi; un compito demandato alla popolazione a cui ricorda nuovamente il link sul quale inviare le proprie osservazioni: «A causa della frequente confusione con specie autoctone parzialmente protette, non ha senso uccidere gli insetti osservati. Quindi, per una chiara identificazione è sufficiente postare una foto o un video su www.calabroneasiatico.ch, con i dati dell’avvistamento e i propri dati personali. Questo permette di ricevere poi un riscontro con conferma o smentita da parte degli specialisti di insetti che si faranno carico di verificare e attuare le misure del caso».