«Il cavallo è un animale che per sua natura necessita di muoversi all’aria aperta a imprescindibile beneficio del suo equilibrio psicofisico. Per questo, dovrebbe continuare a poter percorrere strade e sentieri preferibilmente sterrati, liberi da ostacoli architettonici come scalinate e barriere posati in luoghi tranquilli e poco trafficati». A parlare è la presidente della Federazione ticinese degli sport equestri (Ftse) Ester Camponovo. E non fa che ribadire la tutela del cavallo che ricorda essere «un animale da sempre appartenente al nostro territorio rurale. L’equitazione di campagna è utile agli amanti del cavallo, animale del quale ribadisco l’importanza di tutelare il benessere, come d’altronde indica chiaramente la Legge federale sulla protezione degli animali. Cionondimeno, cavalcare in campagna offre a cavalieri e amazzoni la pratica di uno sport molto salutare, quello equestre del tempo libero all’aria aperta, che coniuga attività fisica con amore per la natura e l’ecosistema in senso lato».
Oggi la Ftse torna con urgenza a occuparsi della conformazione del nostro territorio per rapporto al cavallo e alla pratica dell’equitazione all’aperto, in ragione del fatto che le autorità preposte hanno avviato una procedura di consultazione relativa alla Modifica della Legge sui percorsi pedonali e i sentieri escursionistici (Lcps).
Queste le ragioni dell’accorato interesse: «In Ticino possiamo contare alcune migliaia di cavalli e un numero ancor più grande di appassionati: uno sport in crescita soprattutto fra i giovani, eccellente per i bambini perché favorisce la crescita psicomotoria e rafforza autostima e senso di responsabilità. Uno sport assai completo che a livello prettamente fisico allena resistenza, forza muscolare, coordinazione motoria, agilità ed equilibrio. Per non parlare del grande giovamento del rapporto che si crea tra essere umano e cavallo a cui egli dovrà assicurare il massimo benessere psicofisico osservandone le esigenze (in primis quella di potersi muovere quotidianamente in ampi spazi)».
D’altra parte, la presidente Ftse analizza le caratteristiche del territorio ticinese: «Ha una conformazione notoriamente caratterizzata da zone montagnose e fondovalle, con la conseguente concentrazione degli agglomerati urbani e delle principali vie di comunicazione proprio sul fondovalle». Ne deriva che: «A differenza di altri Cantoni elvetici, gli spazi verdi che possono essere sfruttati per scopi ricreativi sono quelli che non hanno ancora ceduto il passo all’urbanizzazione, oramai piuttosto ridotti e contesi con altri importanti attori, tra i quali pure il settore agricolo».
Da quest’analisi scaturisce l’urgenza di tutelare il cavallo nell’ambito della riorganizzazione territoriale: «Il nostro Cantone offre una rete di sentieri e percorsi escursionistici molto ricca e molto interessante per le varie utenze del tempo libero. È chiaro che per quanto attiene al cavallo, la tipologia di suolo incide in maniera importante sulla percorribilità della rete escursionistica: ad esempio, un terreno in asfalto (o altro materiale simile) può limitare estremamente la pratica dell’equitazione, poiché nuoce alle articolazioni del cavallo e ne limita in ogni caso la naturale andatura. Un fondo che andrebbe bene per altre utenze, ma che risulterebbe molto pericoloso per il cavallo perché sdrucciolevole, e per il cavaliere stesso perché troppo duro in caso di caduta».
Camponovo identifica un suolo naturale come percorso ideale al cavallo: «Si addice all’anatomia e fisiologia dell’equino e alle sue andature». Purtroppo, spiega che oggi il nostro territorio è sempre più permeato di ostacoli come asfalto, barriere architettoniche, traffico stradale e divieto di circolazione per i cavalli: «La moderna concezione delle vie di comunicazione non tiene più regolarmente conto delle esigenze del più antico mezzo di trasporto (ndr. per l’appunto: il cavallo), e ciò nuoce fortemente alla percorribilità in sella della rete escursionistica».
È quindi storia recente l’impegno capillare della Commissione cavallo e ambiente (Cca) della Ftse nella sensibilizzazione di autorità e opinione pubblica sugli aspetti legati alla viabilità e alle necessità di considerare il cavallo in ambito di pianificazione del territorio: «Si è evidenziato come la corretta tenuta del cavallo rappresenti un valore aggiunto per il territorio, e apporti un contributo molto positivo al paesaggio e all’ecosistema di cui è una naturale componente».
Oltre alla promozione di campagne di divulgazione delle buone regole di comportamento nell’incontro fra cavalli e le diverse categorie di utenza del territorio, oggi la Cca ha presentato le proprie osservazioni nella procedura di consultazione relativa alla Modifica della Legge sui percorsi pedonali e i sentieri escursionistici: «Sono osservazioni di carattere generale e puntuale – spiega la presidente della Cca, Valentina Matteuzzi – ponendoci sempre nell’ideale di una pacifica convivenza tra tutte le utenze, e nel contempo portando l’attenzione sulla nostra voce, a sottolineare come il cavallo non sia finora stato in nessun modo preso in considerazione, malgrado sia parte del territorio e della sua percorrenza».
Fondamentale rimarranno la difesa di interessi e delle esigenze del cavallo. «Se esso potrà continuare a occupare il posto che ha sempre meritato e merita nel territorio dipenderà dalla nostra collettività, verso la quale noi cavalieri e amazzoni portiamo la responsabilità di difendere e preservare la cultura di questo magnifico animale» conclude Camponovo.