I matrimoni precoci violano i diritti umani

In Svizzera è vietato sposarsi se non si è maggiorenni. Per tutelare le spose minorenni immigrate, il Consiglio federale propone ora di concedere maggiori possibilità di annullare il matrimonio
/ 06.09.2021
di Fabio Dozio

«Fra moglie e marito non mettere il dito», si dice che i proverbi sono perle di saggezza, ma la regola non vale sempre. A volte è necessario impicciarsi delle relazioni fra i coniugi, per proteggere soprattutto la donna. Sappiamo che la violenza in famiglia è un fenomeno non certo estirpato e i maltrattamenti fra coniugi devono essere condannati. Così come deve essere condannato chi costringe una persona ad accettare un matrimonio forzato o chi obbliga un minorenne o, più facilmente, una minorenne, a sposarsi.

Il matrimonio dovrebbe essere un sogno, afferma Save the Children, ONG pluricentenaria attiva nella tutela dell’infanzia, ma per Aisha è stato un incubo. «A tredici anni, quando frequentavo la scuola primaria mi hanno obbligata, in cambio di denaro, a sposare un uomo molto più grande di me, di 30 anni. – racconta la giovane somala – Ho vissuto con quest’uomo per un po’ ma non andavamo d’accordo per la differenza di età. Ho provato a scappare molte volte ma, ogni volta, mio padre mi riportava da lui. Non avevo scelta se non accettare tutto questo».

Ogni anno, UNICEF (Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia), stima che quindici milioni di ragazze minori di diciott’anni vengono obbligate a sposarsi. Sono date in sposa dai padri a uomini che neanche conoscono e spesso anche quando hanno meno di dieci anni. Un destino segnato che impedisce alle ragazze di frequentare le scuole, relegandole a vivere in condizioni che si avvicinano alla schiavitù. Costrette ai lavori domestici, a servire il marito e la sua famiglia e, sovente, a rimanere incinte in età preadolescenziale. Questo fenomeno è presente soprattutto in Asia e in Africa. «I matrimoni precoci violano i diritti umani. – afferma UNICEF – Distruggono i sogni delle ragazze coinvolte e privano la società di un enorme potenziale. Una delle più importanti misure per contrastarli è garantire l’accesso all’istruzione. Le giovani istruite, infatti, si sposano più tardi, hanno meno figli, ma più sani, e si assicurano che le loro figlie vadano a loro volta a scuola».

Sempre secondo il Fondo ONU per l’infanzia, i matrimoni precoci avvengono anche nei paesi occidentali, con redditi alti, come negli Stati Uniti e nell’Unione Europea, dove solo in quattro Stati l’età minima di diciotto anni è richiesta per sposarsi.

Com’è la situazione in Svizzera? Il Consiglio federale vuole una maggiore tutela delle spose bambine o delle persone che si sono coniugate minorenni. In Svizzera è vietato sposarsi prima dei 18 anni, ma nel nostro paese arrivano coppie in queste condizioni soprattutto da Asia e Africa. Il Codice civile elvetico prevede misure contro i matrimoni forzati e contro i matrimoni contratti all’estero con partner minorenni. «Secondo il diritto vigente, – scrive l’Ufficio federale di giustizia – un matrimonio forzato, e quindi l’assenza di libera volontà degli sposi, costituisce sempre, a differenza del matrimonio con minorenni, un motivo di nullità, senza limiti di tempo e senza la possibilità di mantenere il matrimonio nel singolo caso».

Ciò che invece il Governo intende modificare è il diritto che concerne i matrimoni con minorenni. Lo scorso giugno ha infatti messo in consultazione un progetto di modifica del Codice civile che introduce un cambiamento significativo. Finora se una persona è minorenne al momento del matrimonio, al compimento del diciottesimo anno di età il matrimonio viene convalidato automaticamente e non può più essere annullato. Con la maggiore età, avviene una sanatoria automatica.

Ora, per contrastare i matrimoni fra minorenni, si propone di prolungare fino ai 25 anni il periodo in cui poter intervenire per annullare il matrimonio.

Quanti sono i casi rilevati in Svizzera? «Durante il periodo dal 1. luglio 2013 al 31 dicembre 2017 – annota il Consiglio federale – sono stati segnalati 226 casi sospetti di matrimoni con minorenni e 145 casi sospetti di matrimoni forzati. Ma, alla fine, sono state promosse solo due azioni di nullità del matrimonio per costrizione. A dire il vero, non è semplice destreggiarsi fra i vari documenti in materia e quantificare la rilevanza esatta del fenomeno in Svizzera. Lo stesso Consiglio federale sottolinea la «difficoltà di identificare l’ampiezza dei matrimoni forzati e con minorenni». I dati sono indicativi, ma in ogni caso il numero dei matrimoni annullati sono pochi, si contano sulle dita di una mano.

Non è sempre facile capire e definire in che misura uno sposo o, più frequentemente, una sposa minorenne voglia annullare il matrimonio. Ci sono casi platealmente chiari, per esempio quando fra i coniugi si manifestano casi di violenza o di maltrattamenti. Poi ci sono situazioni in cui la sposa, minorenne, dopo qualche anno di matrimonio, desidera mantenere il rapporto coniugale. Perciò il Consiglio federale ritiene che «il principio di mantenere in singoli casi un matrimonio contratto con minorenni va conservato, però a condizione che sia nell’interesse e per la tutela del coniuge minorenne». Si conferma quindi il principio, valido già ora, secondo cui una sposa minorenne, raggiunta la maggiore età, possa confermare il legame nuziale. Il matrimonio potrà restare valido nel caso in cui il partner o la partner, ormai maggiorenne, esprime la sua libera volontà di mantenere il vincolo matrimoniale. Non sarà sempre facile avere la garanzia che uno dei coniugi possa esprimersi secondo «libera volontà». Per questo «è importante che la ponderazione degli interessi sia effettuata esclusivamente dal giudice civile competente. – spiega il Consiglio federale – A seconda del Cantone, questo compito è assegnato al pubblico ministero, a un’unità amministrativa o a un Comune. Il giudice ha infatti l’esperienza necessaria per interrogare separatamente le persone coinvolte e per soppesare gli interessi in gioco, anche nel caso di situazioni difficili o di violenza».

Correggere le disposizioni del Codice civile per cercare di proteggere le vittime di matrimoni forzati o fra minorenni è un obiettivo giuridicamente necessario. Ma assieme alle norme è importante affiancare un lavoro di sensibilizzazione, d’informazione e di prevenzione. Aspetti che possono rivestire un ruolo più rilevante ed efficace delle disposizioni legali.

Per fortuna, il numero dei matrimoni precoci sta diminuendo nel mondo. Le Nazioni Unite hanno inserito fra gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile l’abolizione del fenomeno entro il 2030. Un progetto ambizioso che richiede di accelerare gli interventi degli Stati. «Occorre vietare i matrimoni precoci, – afferma la direttrice generale dell’UNICEF Henriette Fore – investire nell’istruzione e aiutare i giovani, le famiglie e le comunità a contribuire a un cambiamento positivo. Solo in questo modo saremo in grado di eliminare questa pratica entro il 2030 e proteggere così 150 milioni di ragazze a rischio».