Lavori pratici per sentirsi parte attiva della società

Il progetto di mediazione dell’Istituto è inserito in una novità della griglia oraria liceale che dall’anno scolastico in corso prevede nel terzo anno la modalità didattica del Laboratorio di geografia, per favorire lavori pratici su questioni che toccano direttamente gli allievi. In questo contesto gli studenti di Lugano 1 hanno puntato, per esempio, su nuovi spazi di aggregazione e su una maggiore accessibilità al lago.

Proposte non necessariamente uguali a quelle scaturite nelle otto classi del Laboratorio di geografia del Liceo Lugano 2, situato nel Comune di Savosa e dove si mescolano giovani provenienti dalla cintura luganese e da zone più periferiche e naturali come il Malcantone. Per Saul Gabaglio, coordinatore dei docenti di geografia di Lugano 2, si tratta di un confronto interessante «per capire come osservano la Città i giovani che partono da esperienze di vita diverse. Inoltre, un pregio del PDcom è quello di dialogare con un contesto territoriale più ampio rispetto ai confini comunali di sua competenza». Il geografo si associa poi alle colleghe per quanto riguarda i benefici per gli studenti di questa esperienza scolastica, «aperta sul mondo esterno, frutto del lavoro di gruppo e con la prospettiva di veder preso in considerazione quanto proposto. Per i liceali è ancora difficile proiettarsi nel futuro, ma il nostro obiettivo deve essere quello di farli sentire e di considerarli parte attiva della società».

I ragazzi della 3E del Liceo 2 lavorano alle loro proposte durante il laboratorio di «Rigenerazione urbana».

I giovani reinventano la città

L’Istituto internazionale di Architettura i2a in collaborazione con i due licei di Lugano e la Città ha coinvolto più di 400 studenti in un progetto di mediazione incentrato sul Piano direttore comunale
/ 22.05.2023
di Stefania Hubmann

I giovani protagonisti alla pari di professionisti e politici nel progettare la città del futuro, quella in cui oggi studiano e domani magari vivranno e lavoreranno. Ciò è possibile grazie all’innovativa iniziativa di mediazione elaborata dall’Istituto Internazionale di Architettura in collaborazione con due licei, il progetto d’istituto Sale in zucca e la Città di Lugano. È infatti il Piano direttore comunale (PDcom) di quest’ultima, in fase di elaborazione, l’occasione per coinvolgere su larga scala gli studenti dei licei cantonali Lugano 1 e Lugano 2. Coinvolgerli per permettere loro di comprendere cosa sia la pianificazione, ma soprattutto per stimolarli a osservare il territorio, a immaginarlo diverso, a proporre soluzioni concrete e realizzabili. Un atout del progetto di mediazione, inserito nel piano orario di geografia e biologia, è proprio quello di lavorare con professionisti del settore in modo da giungere a proposte che progettisti e autorità comunali possano tenere in considerazione. La presentazione del lavoro dei liceali si concluderà questa settimana con però un risvolto pubblico previsto a settembre. L’Istituto intende infatti mostrare le loro proposte, riassunte in una serie di manifesti, in un’esposizione allestita nella sua sede di Villa Saroli a Lugano.

La pianificazione, pur riguardando tutti i cittadini poiché influenza la loro qualità di vita, sovente appare ancora difficile da decifrare. Da diversi anni però l’Istituto Internazionale di Architettura avvicina adulti e bambini alle tematiche legate alla cultura del territorio. Per il lungo e articolato processo di adozione del Piano direttore comunale di Lugano – iniziato nel 2017 e che quest’anno vedrà la consegna del documento da parte del gruppo Studio Paola Viganò – l’Istituto ha promosso diverse iniziative di informazione e partecipazione della popolazione. Il PDcom è lo strumento pianificatorio strategico che definisce gli obiettivi di sviluppo della Città sull’arco dei prossimi 20-30 anni. Una visione del territorio che proietta nel 2050, quando gli studenti di oggi saranno forze attive della società, ma senza finora coinvolgere questa fascia della popolazione nel processo.

Ecco allora prendere corpo l’idea della direttrice dell’Istituto Ludovica Molo di un progetto di mediazione per gli allievi dei due licei cittadini. Curato per conto dell’Istituto dall’architetto paesaggista Marta Buoro, il percorso è stato elaborato e realizzato in collaborazione con alcuni insegnanti dei due licei. «È un progetto che coinvolge oltre 400 studenti, circa 280 di Lugano 1 e 160 di Lugano 2», spiega la coordinatrice. «Il percorso è stato suddiviso in ogni sede in quattro momenti: una sessione plenaria introduttiva, un laboratorio di geografia per 19 classi, uno di biologia per tre classi e una discussione finale. Per la parte introduttiva, oltre agli interventi di rappresentanti della Città e del gruppo incaricato di elaborare il PDcom, abbiamo sfruttato video e pannelli utilizzati l’anno scorso per gli incontri pubblici dell’Istituto, proponendo quindi anche due mostre negli spazi comuni dei rispettivi istituti scolastici. Il lavoro centrale è stato però quello compiuto nelle classi in qualità di tutor da cinque giovani architetti, compresa la sottoscritta. A questo stadio gli allievi sono stati chiamati a essere parte attiva dopo aver preso conoscenza di esempi virtuosi di trasformazione del territorio avvenuti nel resto della Svizzera e in altre parti del mondo. Il primo compito assegnato è stato quello di individuare e scattare fotografie dei possibili luoghi d’intervento. Sulle immagini stampate si è poi lavorato con la tecnica multilayer, sovrapponendo fogli lucidi sui quali disegnare le trasformazioni auspicate. Il lavoro svolto a piccoli gruppi è infine confluito in un manifesto comune per ogni classe».

Quali i temi affrontati nel lavoro pratico? Risponde Marta Buoro: «Nei laboratori di geografia abbiamo spaziato dalla mobilità a risorse+energia, dalla rigenerazione urbana alla governance che rappresenta l’insieme delle relazioni. Si sono quindi osservate le strade e i parcheggi come spazi pubblici dove l’utilizzo evolve privilegiando la mobilità lenta, dove si possono creare zone ombreggiate o ancora trasformare le strade e le aree di parcheggio in luoghi di svago nei momenti in cui viene meno il loro impiego primario. Sul piano energetico e delle risorse, fra i diversi aspetti analizzati figura il riutilizzo del legno visto che il 60% del territorio della Città è costituito da boschi. Il recupero di edifici dismessi o dei terrazzamenti per la creazione di nuove tipologie di parchi urbani produttivi ha evidenziato, nell’ambito della rigenerazione urbana, come il ruolo del paesaggio e delle costruzioni evolva in base ai cambiamenti legati alla società. Le relazioni visibili e invisibili che vanno a costituire la Città (governance) sono state oggetto di un unico manifesto per i due licei, un poster realizzato in tessuto e fili di lana che riprende le nove costellazioni del PDcom, ossia l’insieme dei quartieri raggruppati in base alle loro caratteristiche territoriali per creare nuove sinergie all’interno della Città. Fra le proposte avanzate dagli studenti in questo ambito figura lo sviluppo di una App per informare sui momenti di incontro a livello locale».

Le quattro aree tematiche citate sono in realtà interconnesse, come rileva la nostra interlocutrice, offrendo punti comuni anche con quanto approfondito nei laboratori di biologia. Con Manuela Varini, docente di questa materia al Liceo Lugano 1, Marta Buoro ha selezionato gli argomenti più aderenti al programma scolastico e nel contempo più urgenti da affrontare: spazi residui e biodiversità urbana. Sono così emerse idee di pavimentazioni permeabili e di spazi oggi in disuso da trasformare in luoghi vivibili dove la natura possa prosperare. Va sottolineato che Manuela Varini è attiva su questo fronte già dal 2017 quando promosse il progetto Sale in zucca citato in apertura. Attraverso la realizzazione di un orto didattico negli spazi esterni della scuola, gli studenti avevano già potuto promuovere la biodiversità nel contesto cittadino. Sale in zucca è poi diventato un progetto d’istituto con una visione più ampia sulla sostenibilità. Sempre a Manuela Varini si deve la supervisione del progetto che nel biennio scolastico 2021-2023 ha coinvolto una classe dell’Opzione complementare di biologia, in collaborazione con geografia, nel programma di riqualifica del fiume Cassarate. Per il progetto legato al PDcom la collaborazione fra insegnanti di biologia e geografia è dimostrata anche dal nostro incontro comune con Manuela Varini e Paola Manghera Caprari, coordinatrice dei docenti di geografia del Liceo Lugano 1 e già attiva anche in Sale in zucca.

Per le due insegnanti «uno dei punti forti della mediazione è l’aver fatto sentire gli studenti protagonisti. Nuovi stimoli sono giunti anche dal confronto con figure esterne quali architetti e urbanisti, sia per comprenderne l’attività, sia per scoprire nuove professioni. Inoltre, le modalità di lavoro introdotte con questo progetto costituiscono un arricchimento anche per i docenti, perché procedere con la forma multilayer offre un approccio visivo che amplia la prospettiva. Si tratta pertanto di uno strumento sicuramente molto utile per iniziative future». Manuela Varini e Paola Manghera Caprari evidenziano infine come il coinvolgimento degli allievi sui temi della sostenibilità passi idealmente in modo parallelo dai grandi processi (come il PDcom), con la partecipazione di molte classi, e da iniziative mirate (vedi fiume Cassarate) che permettono a un gruppo più ristretto di chinarsi in modo approfondito su casi concreti. Da rilevare che la sostenibilità, unita proprio alla progettualità, è un aspetto cardine del nuovo piano degli studi liceali in consultazione a livello federale, aspetto da affrontare a livello interdisciplinare.

Promossa dall’Istituto Internazionale di Architettura quale progetto innovativo a livello nazionale, la partecipazione degli studenti liceali a un processo di pianificazione così ampio ha riscosso consensi su tutti i fronti, tutor compresi. L’intenzione è quindi di estenderla alle altre città ticinesi, coinvolgendo i rispettivi licei. L’esperienza sta dimostrando che puntando sulla vita quotidiana dei giovani, si riesce a risvegliare la loro attenzione per ciò che li circonda, stimolando la creatività applicata alla realtà.