I giovani e i soldi

Diversi progetti sul territorio si occupano di educazione alla gestione del denaro per prevenire l’eccessivo indebitamento. Ne parlano Marcello Martinoni e Ilario Lodi
/ 15.04.2019
di Guido Grilli

Pagare oggi è troppo semplice. Può bastare persino un messaggino inviato dallo smartphone e taluni distributori ti servono bibite e merendine. Saldare il conto si direbbe un gioco… da ragazzi. Un gioco che può diventare un guaio, un indebitamento, un naufragio finanziario ed esistenziale. E allora è bene imparare presto a gestire il denaro. Sin da giovani. Perché si vive tra il desiderio irrefrenabile di possedere ogni cosa – tutto e subito – e la saggezza del risparmio prima di esaudire un sogno. Si oscilla tra questi due universi con un’avvertenza: l’inesperienza giovanile si può pagare a caro prezzo.

Imparare sin da subito ad avere un sano rapporto coi soldi – spia che convoglia implicitamente una moltitudine di valori – è tra gli obiettivi che si prefiggono molte istituzioni presenti sul territorio. 

Marcello Martinoni è consulente in ambito di società, territorio e ambiente e tiene da anni corsi a nome dell’Associazione consumatrici e consumatori della Svizzera italiana (Acsi), nelle scuole medie, nelle scuole professionali e nei licei. Titolo delle sue lezioni? «Io e il denaro». «Questa iniziativa si lega agli aspetti dell’educazione finanziaria alla cui base c’è la capacità di saper gestire il budget – spiega – La lezione nelle scuole dura due ore, ma si presta bene ad essere spunto per ulteriori approfondimenti in classe». Ma come si svolge in concreto l’incontro nelle scuole? «Il primo tema – spiega Martinoni – riguarda la relazione con il denaro. Quando uno studente riesce a focalizzare qual è la sua relazione con il denaro ha già compiuto un primo passo per capire poi come può gestirlo. Ci sono, in questo, persone più istintive, persone calcolatrici, persone più tendenzialmente parsimoniose. Il principio di fondo non è quello di risparmiare tanto denaro. Occorre capire che l’attuale società del consumo è molto sollecita nei confronti del nostro borsellino: dal vasto tema delle pubblicità – da quella tradizionale a quella sui social – all’algoritmo di google, al tema del leasing che non deve essere demonizzato ma richiede di saper fare bene i calcoli».

Prosegue il consulente: «Uno dei punti significativi che cerchiamo di prospettare ai giovani durante gli incontri, è quello di capire che cosa sono i soldi invisibili o di plastica, vale a dire tutti quei metodi di pagamento sempre più diversi che facilitano il consumatore a saldare il conto: ad esempio il pagamento oggi richiede un semplice touch con la carta di credito da appoggiare al display senza più la necessità di comporre il proprio codice pin; esiste poi il pagamento via sms nei distributori di bibite con addebiti sulla carta prepagata o con abbonamento ma che tuttavia implica una sovrattassa a ogni acquisto. Uno dei temi su cui riflettiamo con i ragazzi è saper ben valutare e ben distinguere la differenza tra le cose comode e le cose convenienti».

Qual è la percezione del denaro nei giovani? «Il più delle volte i giovani non hanno bene in mente dove sono andati a finire i loro soldi, come sono stati spesi. Quando diciamo loro di abituarsi a fare i conti, intendiamo proprio avere un quadro completo, una visione d’assieme della propria spesa. Se usi i soldi invisibili – carta di debito, carta di credito, carta cliente, leasing – avrai a che fare con diverse uscite che se non annoti su un foglio o su una tabella Excel o sul telefonino (è disponibile ad esempio una App scaricabile su www.budgetconsigli.ch) facilmente perdi il controllo. Il problema è che quando uno ormai ha varcato la soglia, ed è già in difficoltà, tende a non rispondere più ai solleciti e allora a quel punto sale l’angoscia. Ma esistono per fortuna – e anzi vanno richiesti – aiuti: assistenti sociali o diverse associazioni, quale ad esempio Sosdebiti.ch che opera senza finalità di lucro e aiuta gli insolventi a risanare i debiti o Caritas Ticino che ha un numero verde gratuito “consulenza debiti”».

Come si rapportano i giovani al tema della ricchezza? «Un esempio che raccontiamo spesso nelle classi è quello del cantante Michael Jackson, che è morto lasciando 400 milioni di debiti, perché ogni anno spendeva 20 milioni in più di quanto realmente possedeva. Ci sono dunque anche persone ricche piene di debiti. E, fatte le debite proporzioni, ci si può indebitare facilmente anche con budget modesti se si spende più di quanto si possiede, il meccanismo è identico. Molti ragazzi cullano il sogno di comprarsi il nuovo telefono o il nuovo snowboard e molti giovani conoscono il principio del risparmio e questo è molto confortante. Devo dire che in linea generale, dal mio osservatorio dopo aver girato in tante scuole, i giovani sono animati da principi sani su come gestire i propri soldi».

Ma la lezione non è finita. Prosegue Marcello Martinoni: «Un altro tema dei nostri incontri – dopo l’importanza di saper fare i conti, della conoscenza dei soldi invisibili e della società del consumo – riguarda il principio del budget. Un esempio: la vacanza estiva, che comporta risparmi mensili. L’incontro si conclude con le diverse possibilità di aiuto, cui ricorrere in caso di bisogno. È un tema chiave dell’educazione finanziaria: la lotta ai tabù, perché nella nostra società facciamo ancora troppa fatica a parlare di soldi, soprattutto quando ne abbiamo pochi. Senza contare che ogni allievo ha una realtà finanziaria differente: c’è chi risponde dicendo, “alle mie spese ci pensa papà” e chi invece deve rimboccarsi le maniche con lavoretti nel week end per assicurarsi un budget. Dobbiamo introdurre una dimensione di sensibilità. Non emettere giudizi di valore. I soldi servono a raggiungere obiettivi individuali, quali essi siano, spetta a ciascuno saperlo».

Marcello Martinoni è stato anche parte del gruppo di coordinamento de «Il franco in tasca» (www.ilfrancointasca.ch), il Piano cantonale interdipartimentale coordinato dal Dipartimento della sanità e della socialità che ha messo in rete varie attività di prevenzione all’indebitamento eccessivo e che ha visto promosse e coordinate 29 misure nell’ambito della prevenzione, formazione e intervento, in collaborazione con una serie di partner sul territorio. E tra questi figura Pro Juventute, istituzione impegnata pure sul fronte denaro-giovani che si focalizza su un ampio ventaglio di età, dagli allievi delle elementari fino a liceali e apprendisti. Il direttore della sezione della Svizzera italiana, Ilario Lodi: «È interessante rilevare l’occasione educativa che il denaro porta con sé. Dietro al denaro ci sono valori, relazioni. Il denaro permette di conoscerti per quello che sei, da chi lo usa in modo disinvolto a chi invece si approccia in modo più parsimonioso». Una nuova iniziativa di Pro Juventute si chiama «Il gioco del budget» – «non un fine, bensì un mezzo didattico, che costruisce un’esperienza di senso per i giovani». Il gioco – target ideale: terza e quarta media e semestre di motivazione – sarà implementato a settembre, e permetterà ai giovani di confrontarsi sul salario da apprendista, sull’allestimento di un budget e sulle loro nuove responsabilità. Si usano soldi finti, ma i concetti non sono meno veri delle numerose realtà che il denaro implica. Gli allievi, nel corso di due o tre lezioni, potranno analizzare a fondo le varie voci di spesa, compiere ricerche su argomenti come le imposte e la cassa malati, e imparare a quali aspetti prestare attenzione. Imparare finalmente a svolgere ricerche sul costo della vita. Insomma, argomenti concreti. Pro Juventute è impegnata a più livelli sul tema denaro. Oltre a libri sull’argomento, tra cui quello illustrato Soldi in vendita, la fondazione promuove un workshop sul denaro tenuto da Manuela Pagani, ogni anno affiancato a una componente nuova, ad esempio quest’anno il tema è denaro e magia.

Per la fascia 9-12 anni, invece, Pro Juventute ha coniato il materiale didattico, «Tutto sui soldi» che consente fra l’altro ai destinatari di confrontarsi sui consumi propri e su quelli della famiglia, e di recente ha promosso anche un corso rivolto agli adulti. «S’intitola “Salario giovanile”, denominazione, questa, preferita al termine paghetta», spiega Ilario Lodi, ritenendo che il concetto di salario giovanile si coniuga con l’esperienza educativa e con autentici accordi fra genitori e figli.