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I gioielli del nostro paesaggio

Monumenti naturali - Dalle Cascate del Reno, al Giardino dei ghiacciai di Lucerna e tra questi, anche i nostri laghetti alpini, le gole di Ponte Brolla e, tra i meno noti, il Monte Caslano
/ 18.06.2018
di Marco Martucci

Dov’è la Svizzera più bella, più unica, più rappresentativa? Quali immagini del nostro Paese vorremmo portare con noi sulla famosa isola deserta oppure inviare a un ipotetico extraterrestre per mostrargli le meraviglie del nostro territorio? Dovessimo scegliere, quali paesaggi salveremmo? Non sono domande facili, vorremmo salvare tutto e non scontentare nessuno. Eppure, una priorità s’impone ed è ciò che dev’essere passato per la testa e per il cuore di chi, ormai diversi decenni or sono, s’accinse a compilare una lista degli oggetti più preziosi del nostro paesaggio. 

Oggi abbiamo a disposizione un elenco aggiornato, esauriente, documentato e dettagliato di 162 oggetti, i gioielli del nostro paesaggio: è l’Inventario federale dei paesaggi, siti e monumenti naturali (Ifp). Suo obiettivo è la salvaguardia della varietà e delle specificità caratteristiche di questi paesaggi, che coprono il 19 per cento della superficie nazionale e sono suddivisi in quattro tipologie. Si tratta di paesaggi unici, come le Cascate del Reno, di paesaggi tipicamente svizzeri, come il Chasseral oppure paesaggi ricreativi di ampie dimensioni, quali l’Alta Engadina oppure ancora siti e monumenti naturali fra cui il Giardino dei ghiacciai di Lucerna. 

Fondamento giuridico per la protezione di queste perle del nostro Paese è la Legge sulla protezione della natura e del paesaggio (Lpn). Ogni intervento di grande impatto, quale la costruzione di impianti di risalita, strade, linee elettriche, può essere preso in considerazione solo se di interesse nazionale e realizzato dopo attenta analisi, a condizione che l’importanza dell’intervento sia pari o superiore a quella della protezione dell’oggetto inventariato. Una recente iniziativa parlamentare in consultazione fino al 9 luglio prossimo richiede di allentare la norma attuale, comprendendo, oltre a quello nazionale, anche l’interesse cantonale. Ciò ha messo in allarme le associazioni ambientaliste, che temono un’ulteriore minaccia all’integrità dei paesaggi e, in caso di accettazione della modifica di legge da parte del Parlamento, ricorrerebbero al referendum. 

Nell’arena politica, i nostri paesaggi, con le loro montagne e i loro laghi, i fiumi, le foreste e i monumenti non possono esprimersi, non direttamente almeno. Lo possiamo fare noi, se ci formiamo un’opinione documentandoci attraverso le dettagliate schede dell’Inventario o, ancor meglio, recandoci sul posto: un viaggio che vale sicuramente la pena d’intraprendere. Non faremo torto al resto della Svizzera se, in questo viaggio, visiteremo, almeno per cominciare, i luoghi a noi più prossimi che, fra l’altro, non sono pochi: ben 14 sono gli oggetti ticinesi contenuti nell’Inventario! 

Eccone dunque una brevissima presentazione, nell’ordine numerico dell’Ifp. Quasi 10mila ettari su quattro comuni, Airolo, Blenio, Faido e Quinto è l’estensione del primo oggetto della lista: Piora-Lucomagno-Dötra, «paesaggio alpino d’eccezionale varietà e complessità» fra la Valle Leventina e la Valle di Blenio. Una traversata fra le due valli ci porta dalle sorgenti del Brenno, ai boschi di pino cembro fino ai laghetti Ritom, Tom e Cadagno, fra cime che superano i tremila metri e una ricchissima flora. La presenza dell’uomo, dalla pastorizia al turismo, pur se a tratti intenso, è ben integrata nel paesaggio naturale. Fra gli obiettivi di protezione: i laghetti alpini, la dinamica dei corsi d’acqua, le rare foreste di pino cembro. 

Scendiamo ora nella più vasta pianura del nostro Cantone e incontriamo il paesaggio del delta del Ticino e della Verzasca con le Bolle di Magadino d’importanza internazionale, luogo di sosta di molti uccelli durante le migrazioni, la foce del Ticino di recente rinaturata. Prossimo a una zona densamente abitata, la pressione antropica è particolarmente forte ed è prioritario conservare il carattere naturale e intatto di questo prezioso paesaggio deltizio. 

«Imponente massiccio montagnoso con vaste foreste di latifoglie e imponenti affioramenti rocciosi»: siamo nel Sottoceneri e così l’Ifp riassume il carattere di una montagna ben nota: il Monte Generoso. Ben visibile avamposto alpino, del Generoso l’Inventario sostiene fra l’altro la conservazione delle sue forme e delle qualità paesaggistiche, del suo vasto sistema carsico e l’utilizzo agro-silvo-pastorale e viticolo adeguato al contesto locale. Accanto al Generoso ecco un altro celeberrimo oggetto dell’Inventario: il Monte San Giorgio, Patrimonio Mondiale dell’Unesco dal 2003, unico e prezioso non soltanto per i suoi fossili. Fra le giustificazioni della sua rilevanza nazionale, il Monte San Giorgio, oltre ad essere comprensorio geopaleontologico ospita castagni secolari e caratteristici villaggi. 

Non molto lontano – scendendo dal San Giorgio ci si potrebbe arrivare via lago – ecco il Monte Caslano. Piccolo – ci si gira intorno su un comodo sentiero in meno di un’ora – ospita un’eccezionale varietà di rocce e di associazioni vegetali rare e pregiate. Di ritorno nel Sopraceneri, poco fuori Locarno, ci attende il paesaggio di Ponte Brolla-Arcegno, famoso per le sue gole, segno, insieme a rocce montonate e massi erratici, del passaggio di antichi ghiacciai. Alla confluenza fra Maggia e Melezza si apre un’ampia zona golenale. Sempre nel Locarnese ci s’inoltra in uno dei più vasti paesaggi dell’Inventario e uno dei più noti: la Val Verzasca, acque cristalline, golene, eleganti ponti in sasso e i villaggi di Lavertezzo, Corippo, Brione e Sonogno, insediamenti d’importanza nazionale. Come fuori dal tempo si presenta un altro paesaggio, quello della Val Bavona, con Foroglio e la sua cascata, il Basodino e il suo ghiacciaio. 

Il paesaggio alpino di Campolungo-Campo Tencia-Piumogna si estende dai 600 metri di quota con la cascata della Piumogna a Faido fin oltre i tremila con il Pizzo campo Tencia e conta attrazioni come il Lago Tremorgio, le ricchezze geologiche e mineralogiche del Campolungo e una ricca e variata flora. Il nostro giro s’avvia alla conclusione e ritorna nel Luganese dove troviamo ben quattro paesaggi d’importanza nazionale: San Salvatore, Arbostora-Morcote, Gandria e dintorni e Denti della Vecchia, talmente noti da rendere superfluo ogni commento. Conclude la lista il paesaggio fluviale e antropico della Valle di Blenio che segue il corso del Brenno fra Biasca e Olivone e contiene zone golenali naturali, prati secchi e monumenti storici come il Castello di Serravalle e la Chiesa di San Carlo a Negrentino.

Il 2018 è l’Anno europeo del patrimonio culturale e i nostri paesaggi, nelle loro componenti di natura, storia e tradizione, ne costituiscono una parte molto importante.