I genitori che condividono esperienze si sostengono reciprocamente

Famiglia – Riprendono gli incontri di Genitorinsieme, un progetto dell’associazione Il Tragitto. Ne parliamo con lo psicopedagogista Pier Carlo Bocchi
/ 11.09.2023
di Stefania Hubmann

Difficoltà e conflitti che incontrano i genitori nella relazione educativa con i figli sono simili in molte famiglie. Meno assodata è la convinzione da parte degli adulti che ragionare insieme sulle esperienze vissute possa aiutare a sviluppare rapporti più sereni nel nucleo familiare. Il progetto Genitorinsieme dell’associazione Il Tragitto agisce proprio a questo livello, offrendo attraverso un ciclo di incontri uno spazio protetto al racconto che diventa occasione per riacquistare fiducia nelle proprie capacità di osservare, capire e trovare soluzioni. Già sperimentata prima della pandemia, l’iniziativa è pronta a riprendere gli incontri a piccoli gruppi per genitori con figli fra i 3 e i 12 anni su sollecitazione di associazioni di genitori, istituti scolastici o altri gruppi interessati. Per capire finalità e modalità del progetto abbiamo interpellato Pier Carlo Bocchi, psicopedagogista, fra gli ideatori e i conduttori del medesimo. 

Commenti quali «Mandarlo a letto è una sfida impossibile», «Bisogna sempre ripeterle le stesse cose e poi si arrabbia», «Non rispetta le regole e vuole sempre discutere le mie richieste», «Anche le punizioni non servono granché», «Non ascolta nemmeno quello che gli si dice», sono una costante nei racconti dei genitori che hanno già partecipato agli incontri di Genitorinsieme. A leggerli uno dopo l’altro possono anche sembrare una sorta di percorso del combattente, ma più che altro – spiega Pier Carlo Bocchi – «guardando da vicino le proprie vicende a volte si finisce per smarrire il senso delle proporzioni e della prospettiva. Affrontando le situazioni quotidiane indirettamente, tramite il racconto degli altri genitori, si può invece scoprire che i problemi sono gli stessi incontrati prima o poi dalla maggioranza delle mamme e dei papà. A variare sono solo il modo e l’intensità con cui si presentano. Tutti i partecipanti al ciclo proposto da Genitorinsieme possono così beneficiare di un supporto per irrobustire le proprie competenze educative. L’apprendimento dall’esperienza costituisce pertanto il principio su cui si basano gli incontri».

Sette incontri per recuperare le proprie risorse

Genitorinsieme è un progetto dell’associazione Il Tragitto che nelle due sedi di Lugano e Locarno sviluppa iniziative rivolte all’integrazione sociale e alla relazione educativa genitori-figli. Condivisione di esperienze e sostegno reciproco sono i principi chiave delle diverse attività, promosse all’interno di una rete associativa e istituzionale con il supporto finanziario di enti pubblici e contributi privati. Il progetto Genitorinsieme può essere quindi proposto nel Luganese e nel Locarnese, come pure nel Mendrisiotto, a dipendenza delle richieste. Il ciclo prevede sette incontri animati da un conduttore o una conduttrice, di formazione psicopedagogista o counselor, con esperienza nel campo della prevenzione e della cura educativa.

Quale compito spetta ai conduttori? Risponde Pier Carlo Bocchi: «I conduttori svolgono un ruolo di “contenitore” e non di “dispensatori di sapere”, favorendo la discussione tra i genitori che in questo modo riescono a recuperare le loro risorse, spesso ignorate o smarrite. Tali risorse, quando vengono messe in circolo, recuperate, possono rimettere in moto i processi di crescita della famiglia. Lavoriamo con piccoli gruppi, composti da 8-10 persone, per favorire il confronto e una buona interazione. Va sottolineato che i racconti personali non vengono mai giudicati banali o ritenuti errati, ma degni di considerazione».

Le tematiche che emergono da questi racconti sono legate allo sviluppo del bambino e dell’adolescente, al ruolo dei rispettivi genitori, come pure a difficoltà puntuali vissute dalle famiglie. Precisa al riguardo il rappresentante di Genitorinsieme: «Fra i temi ricorrenti citerei innanzitutto la gestione dei limiti e dei conflitti, come dimostrano anche i commenti citati in precedenza. I genitori si chiedono inoltre come affrontare i nodi critici dello sviluppo: il disagio scolastico, le difficoltà nell’apprendimento e nello studio, i disturbi specifici dell’apprendimento, la discontinuità emotiva». Vi sono poi altre questioni connesse alla coppia genitoriale: come promuovere la condivisione in questo ambito, come valorizzare il ruolo educativo del padre, come gestire in modo adeguato la separazione dei genitori. Sono aspetti ricorrenti trattati durante la serie di incontri.

Ruoli in via di ridefinizione

Incontri (diurni o serali a seconda delle esigenze) che possono essere organizzati anche in modo mirato su tematiche specifiche come il rispetto delle regole, le emozioni dei bambini, la gestione della rabbia, le domande difficili, la separazione dei genitori. In questi casi il ciclo è limitato a tre o quattro riunioni. Un’altra possibilità riguarda i padri. Spiega il nostro interlocutore: «Abbiamo constatato che la partecipazione dei papà è sovente molto limitata, per questo proponiamo anche incontri con la sola presenza dei padri. L’esperienza insegna che per loro in questo contesto è più facile partecipare ed esprimersi». Altre tipologie di incontri possono riguardare i nonni, chiamati nella nostra società a svolgere un ruolo crescente nella cura dei più piccoli, o ancora i genitori di famiglie monoparentali e di famiglie arcobaleno. I cambiamenti che negli ultimi decenni hanno interessato la composizione delle famiglie e i ruoli al suo interno si riflettono anche nell’azione educativa. Rileva al riguardo Pier Carlo Bocchi: «Alle nostre latitudini il numero di figli è diminuito, i padri sono più disposti a prendersi cura della prole, le madri sono chiamate a conciliare carriera e impegni familiari. In questi nuovi contesti sociali i rispettivi ruoli di madre e di padre sono oggetto di ripensamenti e in via di ridefinizione. Un esempio su tutti: se nelle generazioni passate far rispettare le regole era compito soprattutto del padre, oggi a seguito dei cambiamenti citati tale responsabilità dovrebbe essere maggiormente distribuita. Ma non è sempre così. Di conseguenza succede che il ruolo di guida, indispensabile per la crescita dei bambini, risulta esercitato senza la sufficiente determinazione. Più in generale si può affermare che assistiamo a un riposizionamento dei padri (rispettivamente delle madri) che pur non dimenticando la necessità di mettere dei punti fermi, faticano a trovare una linea d’azione educativa coerente». Lo smarrimento e l’ansia vissuti dai genitori, non così rari negli attuali tempi di cambiamenti e di incertezze, possono inoltre ripercuotersi sullo sviluppo emotivo e affettivo dei figli. Non bisogna infine dimenticare – aggiunge lo specialista – che «i bambini sono persone complete capaci di ragionare, comunicare, collaborare. Basta offrire loro la possibilità di agire in questo senso».

Il progetto Genitorinsieme, molto flessibile in modo da rispondere ai bisogni reali delle famiglie, offre quindi la possibilità di essere accompagnati e sostenuti nella propria attività educativa. È un’occasione per condividere le proprie esperienze, processo irrinunciabile – conclude l’intervistato – «per maturare nuove consapevolezze, tenendo presente che scelte educative adeguate e rispettose non solo aiutano a stare meglio insieme, ma possono prevenire nei bambini e negli adolescenti eventuali difficoltà di sviluppo».