Una conferenza e sette visite guidate

In Ticino gli appuntamenti per celebrare i 50 anni del Premio Wakker prenderanno avvio lunedì 16 maggio con una conferenza di Sabrina Németh a Bellinzona (Auditorio Banca dello Stato, ore 20.00) completata da una tavola rotonda moderata dall’arch. Benedetto Antonini (vice presidente della STAN) e alla quale parteciperanno il sindaco di Bregaglia, Fernando Giovanoli e l’arch. del paesaggio Sophie Ambroise.

Il programma – promosso dalla Società ticinese per l’arte e la natura (STAN), sezione cantonale di Patrimonio Svizzero – comprende a seguire sette visite guidate alle quali il primo incontro fungerà da introduzione. Fra maggio e ottobre oltre ai due comuni ticinesi che hanno ottenuto il premio (Avegno e Monte Carasso), si potranno conoscere meglio altre realtà urbane, periurbane e montane, caratterizzate da differenti scenari di sviluppo.

Si vedranno quartieri modello, aree con nuove potenzialità, i positivi effetti di un’adeguata protezione, ma pure le occasioni mancate. Da rilevare le visite a due villaggi (Fusio e Rovio) inseriti nell’Inventario federale degli insediamenti svizzeri da proteggere di importanza nazionale (ISOS).

Date e luoghi sono: 21 maggio Avegno, 28 maggio Monte Carasso e Bellinzona (quartieri centrali), 11 giugno Fusio, 2 luglio Rovio, 18 settembre Ronco sopra Ascona, 15 ottobre Chiasso (quartiere di via Soldini).

Per i dettagli degli appuntamenti in tutta la Svizzera: www.patrimoniosvizzero.ch/events


I 50 anni del Premio Wakker

Territorio – Il riconoscimento istituito da Patrimonio Svizzero viene attribuito ogni anno a un comune che si distingue per le scelte lungimiranti nello sviluppo del proprio insediamento e per la promozione della cultura architettonica
/ 09.05.2022
di Stefania Hubmann

Un premio che unisce autorità e popolazione nel favorire uno sviluppo sostenibile dell’abitato e degli insediamenti; un riconoscimento globale che guarda al passato, al presente e al futuro; un premio che a 50 anni dalla sua istituzione conserva più che mai il suo valore adeguandosi al mutare dei tempi. È il Premio Wakker, attribuito ogni anno a un comune da Patrimonio Svizzero, organizzazione attiva da oltre un secolo in Svizzera nell’ambito della cultura architettonica. Il traguardo del cinquantesimo del premio sarà sottolineato durante l’intero arco dell’anno attraverso una sessantina di manifestazioni che permetteranno alla popolazione di scoprire in tutto il paese le caratteristiche dei comuni premiati, i criteri di attribuzione del premio, come pure i temi emergenti a livello di cultura della costruzione.

La scelta del comune al quale conferire il premio, che ha interessato il Ticino in due occasioni, cela un grande lavoro svolto a più livelli. Un ruolo centrale spetta al capoprogetto, compito assunto dal 2013 al 2019 dall’architetto e urbanista Sabrina Németh di Ronco sopra Ascona con la quale abbiamo esplorato il Premio Wakker dall’interno. Il premio porta il nome del banchiere ginevrino Henri-Louis Wakker che nel 1972 legò a Patrimonio Svizzero la somma di 250 mila franchi senza un obiettivo definito. Proprio sei mesi prima il comitato centrale dell’ente da parte sua aveva deciso di istituire una distinzione «per il trattamento esemplare del sito costruito» lasciando aperta la questione del suo finanziamento. L’unione delle due iniziative diede vita al Premio Wakker, caratterizzato nei decenni successivi dalle priorità in materia di protezione dei beni culturali e di promozione della cultura architettonica. I nuclei storici di comuni di campagna e di piccole città sono stati al centro dell’attenzione nella fase iniziale, seguiti da un approccio più ampio sullo sviluppo territoriale, dal riconoscimento a città innovative fino all’integrazione di tematiche quali la biodiversità, l’uso parsimonioso delle risorse e la lotta contro l’anonimato nelle agglomerazioni.

Per Sabrina Németh «il valore principale del Premio Wakker oggi è il suo approccio globale. Si concentra sulla qualità di vita nei comuni, qualità che parte dal patrimonio esistente per inglobare, oltre ai nuovi edifici, gli spazi pubblici e il paesaggio. Soddisfare i bisogni della società rispettando le testimonianze del passato e utilizzando con attenzione le risorse è la visione che soddisfa i requisiti del premio». Ricerche, visite sul posto, incontri con le autorità sono le tappe che portano la preposta commissione di esperti coordinata dal capoprogetto a formulare una proposta al comitato centrale per l’assegnazione del premio. Un’esperienza molto arricchente come testimonia la nostra interlocutrice: «La commissione riunisce specialisti di più settori – architettura, urbanistica, paesaggio, beni culturali – che nel loro insieme rappresentano le diverse regioni linguistiche vantando una buona conoscenza del territorio nazionale. La Svizzera possiede una ricca e diversificata cultura architettonica riscontrabile non solo nelle tipologie degli insediamenti, ma anche nelle tecniche di costruzione e nei materiali utilizzati. Aver compiuto indagini approfondite su oltre 100 comuni durante il mio mandato mi ha permesso di conoscere bene queste realtà, scambiando preziose esperienze con studiosi, professionisti e politici al fine di capire come procedere di volta in volta per sviluppare e migliorare la qualità di vita nel comune».

Il Premio Wakker può quindi essere considerato secondo l’intervistata una collezione di buone pratiche che dovrebbe fungere da modello e motivare altri comuni. «Purtroppo questo avviene solo in parte – precisa Sabrina Németh – anche se negli ultimi anni abbiamo cercato di sviluppare la portata del riconoscimento, ad esempio pubblicando un opuscolo per ogni comune premiato nel quale sono presentati strategie e progetti».

Il Premio Wakker è sempre molto ambito, essendo il suo prestigio cresciuto negli anni. Gli sforzi comuni e la visione necessari per ottenerlo fanno però spesso difetto come dimostra anche il caso del Ticino. Due soli comuni del nostro cantone lo hanno ricevuto in mezzo secolo. Si tratta di Avegno nel 1982 e Monte Carasso nel 1993, quest’ultimo strettamente legato alla visione pianificatoria del compianto architetto Luigi Snozzi. Come spiega Sabrina Németh questa situazione? «Il Ticino, sempre tenuto in considerazione dalla commissione del premio Wakker, è purtroppo una “zona depressa” a livello di cultura architettonica. Manca la sensibilità per capire il valore a lungo termine di impegnarsi nella promozione della cultura della costruzione di qualità. Una visione che scarseggia anche in altre regioni come è il caso della Svizzera centrale. Quando la commissione è accolta da un unico municipale o gli intenti di tutela riguardano solo il nucleo storico, si capisce che sarà difficile sviluppare l’insieme del territorio comunale e delle sua attività in modo armonioso, proprio perché manca una strategia oppure quest’ultima non è sufficientemente condivisa».

Passiamo agli esempi virtuosi, spostandoci non molto lontano, nel cantone dei Grigioni. Sabrina Németh: «Al riguardo è da menzionare il premio attribuito nel 2015 al comune di Bregaglia. Le autorità hanno riconosciuto i pregi del loro patrimonio anche quale componente essenziale del turismo di nicchia di cui è meta la valle, sensibilizzando la popolazione e consultandola precocemente sui singoli progetti». Il Premio Wakker dispone di un margine di manovra che gli permette di ricompensare anche fondazioni o iniziative intercomunali. Ne è un esempio la Nova Fundaziun Origen a Riom (sempre nei Grigioni), ente di promozione culturale premiato nel 2018, o i nove comuni riuniti in «Ouest lausannois» scelti nel 2011 per l’azione di «valorizzazione del loro territorio, organizzazione del loro sviluppo e creazione di un’identità coerente» (dalla rivista «Heimatschutz/Patrimoine», numero 1/2022 dedicato alla ricorrenza).

Un aspetto sensibile del premio è legato all’evoluzione dei comuni dopo l’attribuzione del riconoscimento. «Osservando Avegno e Monte Carasso – rileva la già capoprogetto – si nota come purtroppo il successivo sviluppo non sia riuscito a mantenere le caratteristiche che li hanno distinti alcuni decenni fa. Il Premio Wakker non è un label e non vi è quindi la possibilità di rivalutare i criteri di attribuzione a intervalli regolari. Un’altra questione riguarda le aggregazioni. Un comune premiato può diventare un quartiere di un grande agglomerato». Questo fenomeno e una nuova consapevolezza inducono a considerare lo sviluppo territoriale di spazi più ampi e coerenti come una valle o il territorio fra due agglomerati.

Attribuendo il Premio Wakker 2022 a Meyrin, al quale è stata riconosciuta la capacità di evolvere senza perdere la propria identità trasformandosi da villaggio agricolo a grande comune periferico ginevrino, Patrimonio Svizzero riafferma il valore cardine della qualità di vita determinata dalla preservazione del patrimonio culturale, dalla promozione di una cultura della costruzione di qualità e dal coinvolgimento della popolazione nelle scelte di sviluppo urbanistico. Popolazione che l’organizzazione cerca di sensibilizzare sin dalle nuove generazioni con la realizzazione in occasione del giubileo di una scheda di lavoro per gli allievi delle scuole elementari dei comuni premiati.