Campagna Adorna. Potrebbe essere il titolo di una favola, quando le campagne del Ticino erano ancora inviolate. La piana del Mendrisiotto veniva definita adorna, abbellita dalla natura, campi fioriti, corsi d’acqua accompagnati da filari di piante. Storia passata, ormai la favola è finita. Il progresso ha avuto il sopravvento. Oggi il fondovalle è occupato da strade, autostrade, svincoli, capannoni, stabili industriali, officine, depositi, abitazioni di varia natura. Ma c’è stato anche di peggio. Fino al 2007 nella zona di Valera, un triangolo di terra tra i comuni di Rancate, Genestrerio e Ligornetto, erano stati costruiti una sfilza di depositi di idrocarburi. Benzina e nafta contenuti in una quarantina di serbatoi cilindrici enormi. Da una quindicina d’anni sono sparite le mastodontiche cisterne e si è cominciato a pensare a come utilizzare questi spazi. Lo scorso settembre c’è stato un piccolo miracolo. Il Gran Consiglio ha approvato, con un solo voto contrario, il progetto di restituire agli abitanti del Mendrisiotto la piana di Valera all’originario carattere agricolo, creando un polmone verde bonificato e risanato. Si è giunti a questa decisione grazie alla complementarietà di alcuni fattori: la mobilitazione dei cittadini, della società civile, l’impegno delle autorità comunali e la volontà del Dipartimento del territorio. Bel risultato, frutto dell’ascolto, da parte delle autorità, degli interessi e dei bisogni della popolazione, cosa non sempre scontata.
Nel luglio del 2012 era stata consegnata a Bellinzona la petizione «Restituiamo Valera all’agricoltura» con 6850 firme, lanciata dal Comitato per il ritorno dell’agricoltura di Valera, composto dalla Società agricola del Mendrisiotto, dall’Unione Contadini Ticinesi e dai Cittadini per il territorio. I firmatari chiedevano in particolare che «il Cantone promuova la riconversione dell’intera area di Valera con lo scopo di restituirla all’agricoltura, che la bonifica dell’area sia finanziata dal Cantone e che le superfici agricole bonificate siano equamente ripartite fra le aziende agricole famigliari della regione che ne faranno richiesta».
Nello «Studio strategico Alto Mendrisiotto», pubblicato nel 2007 per promuovere le aggregazioni comunali, si legge: «Tra il 1985 e il 1997 sono scomparsi ben 140 ettari di territorio agricolo (ovvero il 14%), mentre le superfici d’insediamento sono aumentate al ritmo di oltre 2 mq ogni dieci minuti. Ciò che preoccupa, in prospettiva, sono le riserve di terreni edificabili già oggi esistenti che consentirebbero il raddoppio della popolazione». I Cittadini per il territorio sottolineavano che a questa espansione urbana senza regole e senza coerenza pianificatoria bisognava porre un freno. Pure la Società agricola del Mendrisiotto esprimeva la preoccupazione «per l’enorme pressione esercitata dalla speculazione edilizia sul territorio agricolo. Anche il continuo aumentare del traffico nel distretto e il peggioramento della qualità di vita della nostra popolazione meritano maggiore attenzione».
La rivendicazione espressa dalla petizione era semplice e chiara: l’area di Valera era stata sottratta all’agricoltura per lo stoccaggio strategico di idrocarburi. Smantellata questa attività, «vale il principio che impone il ripristino della situazione originale, ossia un ritorno all’agricoltura».
«L’importante numero di firme raccolte fu il risultato della collaborazione tra Cittadini per il territorio e altre associazioni ambientaliste e gli agricoltori, – ci dice Grazia Bianchi, coordinatrice dei Cittadini – la popolazione ha sostenuto con convinzione la necessità di uno spazio verde sul fondovalle del Mendrisiotto, ma soprattutto si è opposta alle conseguenze negative che avrebbe avuto una nuova zona industriale nel cuore della Campagna Adorna».
Dall’inizio degli anni duemila si è cominciato a ragionare sul destino dello spazio che si sarebbe liberato con la rimozione dei serbatoi di idrocarburi. Poi nel 2009 e nel 2013 ci sono state le aggregazioni: Rancate, Ligornetto e Genestrerio sono diventati quartieri di Mendrisio. La Città ha sottoposto al Dipartimento del territorio (DT) una proposta di riqualifica che prevedeva una possibile edificazione nella zona alta. Il Dipartimento ha fatto un passo avanti, decidendo di destinare l’intero comparto a zona verde. «L’obiettivo per questo territorio – scrive il DT – è pertanto divenuto quello di riqualificare questa importante area libera per le funzioni agricole, naturalistiche e di svago per la popolazione». Si è così elaborato nel 2019 il «Piano di utilizzazione cantonale» (PUC) di Valera, che prevede un polmone verde di circa 190 mila metri quadrati complessivi, equivalenti a 27 campi da calcio.
Il PUC Valera può essere di esempio, perché propone un cambio di paradigma: porre la difesa e la valorizzazione del paesaggio, quindi l’interesse pubblico prima di quello privato. «Le aree libere da costruzioni e infrastrutture, – annota il rapporto – contrariamente a quanto avveniva in passato, non possono più essere considerate come delle risultanze, dei resti di ciò che non viene occupato, ma vanno riconosciute come unità territoriali che meritano la massima attenzione e che vanno dunque pianificate con logiche che ne mettono in risalto il loro potenziale: elementi che strutturano il paesaggio, corridoi e habitat per flora e fauna, aree di svago di prossimità per la popolazione».
Il Cantone ha deciso a favore del bene comune in un contesto favorevole. Nel 2013 il popolo svizzero ha approvato la Legge federale sulla pianificazione del territorio e anche il Ticino l’ha sostenuta con 47’507 voti favorevoli contro 38’376 no. Una legge importante che impone una maggiore salvaguardia del paesaggio. Inoltre alla fine del 2014 è stata consegnata l’iniziativa «Spazi verdi per i nostri figli», promossa dai Cittadini per il territorio del Mendrisiotto assieme all’Unione dei contadini ticinesi e ad Agrifutura. Una proposta volta a modificare la Legge cantonale sullo sviluppo territoriale, proponendo di tutelare le zone verdi di fondovalle non edificabili e di trasformarle in zona agricola. «L’iniziativa Spazi verdi – ci spiega Ivo Durisch, primo firmatario dell’iniziativa – vuole dare la possibilità ad altre zone agricole o golenali nei fondovalle di tutto il Cantone di mantenere le loro attuali caratteristiche. È un’iniziativa importante per la tutela del nostro paesaggio, delle zone agricole e delle zone di svago di prossimità. L’iniziativa è ferma nella Commissione ambiente e territorio, che ha designato una relatrice. A quanto mi è dato sapere il rapporto dovrebbe essere in dirittura di arrivo e mantenere pressoché intatto il testo dell’iniziativa. Auspico che il Parlamento voti l’iniziativa al più presto nell’interesse di tutta la popolazione, ma anche delle generazioni future».
Intanto, lo scorso settembre il Gran Consiglio ha approvato il progetto di riconvertire Valera. «Il PUC di Valera è un atto di coraggio civico, un atto di responsabilità morale nei confronti dei nostri figli. È un primo, concreto tentativo di salvare il salvabile, un pezzetto alla volta. Vuole essere un punto di svolta nel modo di concepire la pianificazione del territorio in Ticino. Vuole dire basta a soluzioni di compromesso, in cui è sempre il territorio a pagare il prezzo. Per una volta sono i cementificatori a perdere e il paesaggio e la popolazione a vincere». Non è l’argomentare di un ambientalista radicale, sono le parole di Claudio Zali, consigliere di Stato, che deve aver stupito parte dell’uditorio. «Va dato atto al Dipartimento del territorio, e al suo direttore, – ci dice Grazia Bianchi – di aver recepito l’importanza di mettere a disposizione dell’agricoltura e dello svago di prossimità un’area facilmente raggiungibile, sia con i mezzi agricoli sia in bicicletta e a piedi. Valera è parte integrante del Parco del Laveggio e molti abitanti della regione potranno arrivare a Valera in pochi minuti, magari proprio lungo il fiume».
Valera è salva. La campagna Adorna, mortificata per decenni, può ricuperare un piccolo ma significativo spazio verde. Il progetto, dopo l’approvazione del Legislativo cantonale, era consultabile alla cancelleria del comune di Mendrisio fino al 20 gennaio. Un ultimo passo per poi cominciare a realizzare il polmone verde. Ci saranno, verosimilmente, delle vertenze giudiziarie per l’espropriazione di alcuni terreni. Poi si dovrà procedere all’abbattimento di costruzioni e alla bonifica dei terreni. Ci vorrà tempo prima di veder tornare verde tutta la zona. Il Gran Consiglio ha stanziato 16,9 milioni di franchi per finanziare queste opere. La legge sugli espropri prevede che il Consiglio di Stato possa pretendere l’anticipato possesso dei fondi, prima della stima e prima del pagamento dell’indennità, così da evitare eccessive perdite di tempo.
Anche Espace Suisse (già ASPAN) ha applaudito al risultato del processo che ha portato alla salvaguardia di Valera e si augura che «anche in altre parti del Cantone e in situazioni di una certa importanza ed entità, il Cantone si faccia parte attiva nel risanare scelte pianificatorie errate decise in passato e se ne assuma i costi». Se, come ha detto Claudio Zali in parlamento, la riconversione di Valera è un «punto di svolta» e un «primo tentativo di salvare il salvabile», il paese può solo sperare (o pretendere?) che ve ne siano altri in futuro.