Famiglie che ospitano studenti

Scambi culturali – I giovani che arrivano in Ticino per scambi di studio o stage aziendali sono accolti da famiglie nelle proprie case: la convivenza è un arricchimento per tutti sia dal profilo umano sia da quello culturale
/ 16.07.2018
di Guido Grilli

«Aprite le porte di casa vostra sul mondo. Vi attende un meraviglioso viaggio interculturale per tutta la famiglia». Anche il Ticino è terra di accoglienza per scambi di studio – seppure i numeri siano contenuti rispetto alla media europea – e il motto in apertura appartiene a una delle più longeve organizzazioni internazionali, la Afs – American Field Service – attiva in Svizzera da 65 anni e in oltre 50 nazioni nel mondo. Ebbene, trovata la famiglia, trovato un tesoro. Lo sa bene Michela D’Amelio, parte dello staff di Afs Svizzera, che spiega come la ricerca di famiglie non sia sempre facile, eppure – garantisce – l’esperienza interculturale è davvero arricchente per chi decide di compiere questo passo.

Di natura completamente volontaria e dunque con nessuna retribuzione è la richiesta alle famiglie da parte di Afs, che si occupa di scambi di studio di studenti dai 15 ai 18 anni delle scuole superiori per la durata di un anno – ben 15mila sono complessivamente gli scambi all’anno (250 in partenza dalla Svizzera). «Il Ticino non è ancora tra le località più richieste, anche se ci stiamo espandendo su questa regione promuovendola, anche grazie alla traduzione in italiano del nostro sito e di altro materiale informativo» – spiega Michela D’Amelio, che aggiunge: «in questo momento abbiamo attivato la ricerca di famiglie ticinesi per ospitare uno studente proveniente dall’Honduras che ha scelto quale destinazione il Ticino. Per quanto riguarda invece la partenza di ticinesi per destinazioni internazionali, quest’anno tre ragazzi si apprestano a spiccare il volo, tutti con destinazione gli Stati Uniti, e saranno accolti da famiglie americane dal nord al sud degli Stati Uniti».

Prosegue Michela D’Amelio: «Presso la Afs i ragazzi vengono accolti in famiglie ospitanti e ricevono un solido supporto da una persona di riferimento dell’Organizzazione che funge da mediatore tra la famiglia e lo studente. La famiglia ospitante dal canto proprio può pure contare su un referente di contatto per qualsiasi eventuale problema si ponesse durante il soggiorno. Vitto e alloggio sono coperti completamente dalla famiglia. Per quanto riguarda il supporto, l’organizzazione, l’assicurazione malattia, le attività ricreative e culturali sono sostenute dalla Afs, che si occupa di preparare il giovane alla partenza in vista della sua integrazione nel Paese di destinazione sia dal profilo della lingua sia da quello culturale, degli usi e dei costumi. Lo scambio di studio non è gratuito: le famiglie dei ragazzi che decidono di intraprendere questa esperienza pagano infatti una somma alla Afs, che garantisce il finanziamento del progetto».

Ma qual è l’impegno per la famiglia? Una famiglia ticinese di Cugnasco è alla sua terza esperienza di accoglienza di studenti. «Sono un po’ per loro una seconda mamma» – dice la padrona di casa, madre di tre figli adolescenti, che preferisce mantenere l’anonimato. «A 18 anni ho compiuto anch’io uno scambio studentesco di un anno con Afs, in Costa Rica, e l’esperienza è stata così positiva che ho deciso di mettermi a disposizione io stessa come famiglia ospitante». Tre complessivamente le esperienze: la prima nel 2011 con una ragazza americana; poi l’anno successivo con una studentessa austriaca e attualmente con un giovane proveniente dall’Honduras. «Non è sempre facile – ammette la nostra interlocutrice – anche perché si parla di adolescenti, ma ne vale davvero la pena perché c’è molto da imparare dal profilo umano e culturale».

La Afs è stata fondata nel 1914 per iniziativa di un gruppo di giovani volontari coinvolti in servizi di trasporto e ambulanze alle forze alleate in Francia durante la prima guerra mondiale. «Dal dopoguerra – spiega Michela D’Amelio – ha iniziato a prendere vita una rete di costruzione per la pace promuovendo borse di studio finanziate da sostegni privati e istituzionali e scambi-studio con l’intenzione e la missione di sviluppare la comprensione, la conoscenza reciproca e le capacità necessarie per contribuire a creare un mondo più giusto e pacifico».

Anche il Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport, tramite il Servizio Lingue e stage all’estero promuove programmi europei di scambi e dunque è confrontato con la ricerca di famiglie disposte ad affittare una camera a giovani stagiaires che giungono in Ticino per compiere stage professionali in azienda e perché desiderosi di imparare l’italiano e confrontarsi con la cultura nel cantone più a sud della Svizzera. Susanna Memoli gestisce da dieci anni il progetto Eurodyssée, riservato a giovani adulti dai 18 ai 30 anni che abbiano concluso una formazione con un diploma o una laurea: «La ricerca di famiglie disposte ad ospitare non è evidente, anche se da qualche tempo posso contare su tre famiglie che accolgono da tempo giovani stranieri coinvolti nel progetto di scambio, a Bellinzona, Camorino e una a Paradiso. Il Cantone riconosce  550 franchi mensili per le famiglie che offrono solo la camera con cucina a disposizione; mentre 800 franchi se oltre alla camera viene garantita anche la mezza pensione».

«Eurodyssé, a differenza di Erasmus Plus esteso su tutta l’Europa, coinvolge solo alcune regioni della Svizzera, Spagna, Francia, Belgio, Portogallo e Europa dell’est. Per questo anche il numero di scambi è contenuto: sei all’anno vengono accolti in Ticino e altrettanti vengono ospitati in questi Paesi per periodi da tre mesi a un massimo di sei mesi. Il pacchetto contempla anche il corso di lingua, dunque oltre a compiere un’esperienza in azienda e in famiglia, i giovani stranieri che giungono in Ticino hanno pure l’opportunità di imparare un nuovo idioma. Lo stesso vale per i ticinesi che decidono di recarsi nelle regioni europee ospitanti che partecipano al programma Eurodyssée». 

Ma qual è l’impegno per la famiglia ospitante? «Si parla di adulti, dunque c’è una piena autonomia da parte dei giovani. Tuttavia le famiglie ospitanti non si limitano ad offrire loro la camera e la cucina in comune, ma si realizza uno scambio culturale, nasce sempre una bella relazione tra i ragazzi e i componenti della famiglia. Chi accetta di accogliere giovani è molto predisposto e aperto all’accoglienza». Si tratta di famiglie senza figli? «Molte sono coppie con i figli ormai già grandi e fuori di casa e altre hanno invece ancora figli minorenni a carico» – spiega Susanna Memoli. E le regole di casa? «Quelle vanno rispettate e a metterle non siamo certo noi, bensì le famiglie stesse che trovano una comune convivenza che sia di arricchimento e per l’una e l’altra parte. Quando arrivano in Ticino i giovani li accompagno personalmente dalla famiglia ospitante e dunque mi pongo da tramite. Devo dire che si tratta sempre di giovani molto educati e motivati». 

Oltre ad Eurodyssée, la ricerca di famiglie e di alloggi per stagiaires provenienti dall’Europa riguarda anche i programmi denominati «Xchange», «Leonardo da Vinci» e «Swiss Mobility». Anche in questo caso al centro c’è ancora uno scambio culturale e famiglie pronte ad aprirsi al mondo, a nuove culture, a una politica di accoglienza che sono il segno importante dell’ospitalità e di uno sguardo aperto agli altri.