Educare all’autonomia

Attraverso la conquista dell’autonomia nelle piccole azioni quotidiane il bambino può sviluppare una sana autostima e un positivo senso di fiducia e libertà. Intervista alla consulente familiare Elena Urso
/ 23.01.2017
di Elisabetta Oppo

L’autonomia è un traguardo al quale il bambino arriva pian piano con l’esperienza, imparando a risolvere piccole difficoltà quotidiane e affrontando i problemi della vita di ogni giorno. Stimolare l’indipendenza del bambino da quando è molto piccolo, è fondamentale e darà i suoi frutti quando andrà a scuola e quando, da adulto, dovrà affrontare gli ostacoli della vita. Molti genitori spesso pensano che il figlio abbia bisogno di protezione in tutto, convinzione che li porta a sostituirsi a lui in ogni situazione, impedendogli in questo modo di percorrere alcune tappe fondamentali per il suo sviluppo. In realtà un bambino in ogni sua tappa della crescita ha sì bisogno di cure ma anche di essere protagonista delle proprie azioni. Abbiamo approfondito l’argomento con la pedagogista Elena Urso.

Elena Urso, l’importanza di rendere i bambini autonomi già nei primi anni di vita è ormai pienamente riconosciuta, perché?
Oggigiorno ci sono sempre più genitori che nei primi anni di vita del figlio, vuoi con buone intenzioni, vuoi per i ritmi pressanti delle giornate, si sostituiscono ai figli nel fare anche le cose più semplici. Il risultato è che ci sono davvero bimbi che imparano molto tardi a sviluppare anche alcune autonomie pratiche quotidiane, dal vestirsi da soli al preparare la cartella per andare a scuola o a lavarsi da soli. E se ne vedono gli effetti quando i genitori manifestano poi una difficoltà a far fare le cose da soli ai bambini quando sono più grandi. Io direi che è particolarmente importante sviluppare l’autonomia perché è la base per una maggiore autostima e sicurezza. Un bambino che scopre di riuscire a fare da solo sarà un bambino che avrà sempre più fiducia nelle proprie capacità e non avrà paura di provare e di sperimentare e anche di sbagliare. 

Ci sono delle età specifiche nelle quali è bene avviare un percorso di autonomia del bambino? 
Fin da quando i bambini sono molto piccoli si può promuovere un sano sviluppo dell’autonomia. A partire da gesti banali, ad esempio lasciare a portata di mano degli oggetti come il biberon, lasciargli fare dei tentativi per portarlo alla bocca, senza intervenire nell’istante in cui vediamo che si sta innervosendo perché non riesce. Un’altra cosa che purtroppo viene sempre meno è il camminare… ma qui bisogna fare i conti con la realtà quotidiana. L’ideale sarebbe portare i bambini alla scuola dell’infanzia a piedi perché è un momento bellissimo da condividere. Se non è possibile per gli impegni di lavoro dei genitori, sarebbe bene appena è possibile uscire a piedi con i bambini. Anche se per un breve tragitto, si fa camminare il bambino, perché, a parte che è una delle attività fisiche migliori che ci siano, aiuta i piccoli a rafforzare la percezione del proprio corpo, e quindi ad acquisire più sicurezza in sé stessi. Un’altra cosa che si può fare, quando i bimbi sono ancora molto piccoli e iniziano a strisciare ancora prima di gattonare, è quella di lasciarli per terra e mettere dei giochi a portata di mano. È uno stimolo importantissimo perché sprona il movimento da un lato, e permette di soddisfare la curiosità e il bisogno di autonomia dall’altro. 

Quando sono più grandi, nella quotidianità come si può insegnare l’autonomia a un bambino? 
Ad esempio lasciando che si lavi da solo. È chiaro che all’inizio dobbiamo ripassare noi, perché se no non si lavano bene, però un primo lavaggio lasciamolo fare a loro, non aspettiamo i cinque anni. La tavola è un altro aspetto fondamentale… spesso non si lasciano mangiare i bambini da soli finché non sono in grado di mangiare bene, che è però un circolo vizioso perché se non si inizia mangiando male non si può imparare a mangiare bene. Per cui lasciamo a portata di mano delle posatine, lui ne sarà interessato e se all’inizio le userà in modo improprio, dopo averne studiato forma e consistenza le utilizzerà per mangiare. Anche questo è un progresso enorme perché c’è una coordinazione tra l’occhio la mano, e la capacità di centrare la bocca è uno sviluppo incredibile per l’autonomia. Un’altra cosa importante è il vestirsi da solo, ci sono tanti modi per insegnare ai bambini a vestirsi, scegliamo il momento più tranquillo, magari la sera prima di andare a letto, partendo dal pigiamino, iniziamo dai pantaloni che è più facile indossarli. Ci mettiamo di fianco a lui, non di fronte, perché è più facile per lui imitare i movimenti, e gli facciamo vedere come si fa, poi lasciamo che faccia da solo. È importante fare vedere come si fanno le cose, non spieghiamoglielo a parole, perché possono essere capite fino a un certo punto.

Anche far svolgere ai bambini dei piccoli lavori domestici aiuta a sviluppare l’autonomia?
Sì, diamo dei compiti ai bambini. Piccoli, ma che possano compiere dall’inizio alla fine, ad esempio aiutare ad apparecchiare la tavola, o altre attività manuali come stendere i panni, svuotare la lavastoviglie. Loro sono contenti perché per loro è un gioco tale e quale a quando ci mettiamo a giocare con loro sul tappeto e nello stesso tempo hanno la possibilità di acquisire una certa autonomia e imparare tutta una serie di movimenti che poi torneranno utili in altri contesti. La preparazione della cartella è un altro argomento che manda in crisi, non si può pretendere che da subito siano capaci di organizzarsi da soli… All’inizio prepariamo noi le cose che devono portare il giorno dopo e lasciamo che loro le mettano in cartella, poi progressivamente facciamo sempre meno. Al massimo noi possiamo dare un’occhiata per essere sicuri che ci sia tutto, però non sostituiamoci a lui per paura che dimentichino un quaderno, anche perché basta che il bambino dimentichi qualcosa una volta perché impari sulla propria pelle a prestare più attenzione.

Sviluppare l’autonomia nel bambino significa anche fornirgli strumenti preziosi che potrà poi utilizzare nello studio e nel lavoro.
Sì, innanzitutto la fiducia in sé stessi, che non significa sentirsi infallibili, ma sapere che si può provare, riprovare e riprovare ancora fino a che non si impara a fare qualcosa. Questo fa sì che i bambini non si sentano bloccati per paura di sbagliare. Impareranno che alla maggior parte degli errori c’è rimedio. Poi alcuni semplici gesti come il portare un cucchiaio alla bocca è uno dei prerequisiti della coordinazione che permetterà al bambino di imparare a tenere in mano la matita per colorare, tenere in mano le forbici per ritagliare, arrivare a scuola e avere quella coordinazione oculo-manuale che servirà per scrivere. Sembra tutto scollegato, in realtà ogni movimento di cui si appropria il bambino serve poi ad altro, per capacità emotive e capacità fisiche, per cui è davvero un beneficio a 360 gradi lasciare fare da soli. Sapere che mamma e papà si fidano aiuta più di mille parole i bambini a sentirsi sicuri, e servirà da adulti a non sentirsi bloccati e spaventati quando si presenta una novità, per il timore di non essere all’altezza. 

Quando i genitori sono troppo protettivi e ostacolano la conquista di autonomia dei figli, quali possono essere le conseguenze?
Si crescono dei bambini insicuri. Per quanto i genitori si impegnino ad essere onnipresenti nella vita dei figli per eliminare ogni ostacolo, crescendo potranno esserlo sempre meno e a quel punto il bambino sarà impreparato. Si crea un senso di dipendenza e nel momento in cui viene meno la figura dalla quale si dipende ci si trova impreparati ad affrontare anche situazioni molto banali. Ogni età ha le proprie frustrazioni ed è meglio viverle nell’età adeguata, piuttosto che avere un’infanzia priva di frustrazioni o di sconfitte e ritrovarsi a un certo punto nella vita reale senza gli strumenti per affrontare le difficoltà. Il rischio è di diventare adulti spaventati dalla vita, aggressivi con la tendenza a dare sempre la colpa agli altri, sentirsi incompresi e vivere tutto come una grandissima ingiustizia, senza riuscire a reagire. 

Viceversa la troppa autonomia concessa ai figli può avere conseguenze negative nella crescita e nello sviluppo del bambino?
Io farei una differenza tra libertà e autonomia. Occorre dare una libertà adeguata all’età del bambino, sempre essere inserita in un quadro chiaro e preciso di quelle che sono le regole da rispettare. L’autonomia è all’interno di questo quadro… Tutto quello che puoi fare da solo fallo, il che non vuole dire che puoi fare tutto quello che vuoi. Poi decide il genitore che cosa può fare e cosa no, ma questa è ovviamente la base dell’educazione.