Due ruote senza centauri

Motori - Grazie alle meraviglie della tecnologia ecco la motocicletta che si guida da sola: ma a cosa serve?
/ 24.09.2018
di Mario Alberto Cucchi

Niente trucchi. La motocicletta BMW sta viaggiando senza pilota. E non va solo diritta, è anche in grado di curvare. E quando si ferma? Non cade per terra, si apre il cavalletto e tac, eccola parcheggiata. Difficile credere a una foto, ecco quindi il link per vedere il video su Youtube della prima moto autonoma del gruppo tedesco: youtu.be/4JlYE6nSNJI . Proprio quando la bella stagione per le moto sta per finire, settembre, la Casa di Monaco ha giocato l’asso. L’occasione è stata quella dei Motorrad Techday, giornate in cui vengono mostrate in anteprima agli addetti ai lavori le primizie tecnologiche.

Quest’anno si sono tenuti a Miramas, un’area dedicata ai test privati che si trova nel sud della Francia. C’è sempre grande aspettativa, ma neppure il più fantasioso si poteva immaginare di veder spuntare una BMW R 1200 GS senza pilota. «Accelera, gira nel circuito ricco di curve e rallenta sino a fermarsi» spiega Stefan Hans, l’ingegnere che assieme al suo team ha sviluppato questo mezzo. Affascinante, ma a cosa serve? Abbiamo imparato che con le auto a guida autonoma il proprietario può ipotizzare in un futuro di farsi trasportare a destinazione mentre si risposa o mentre lavora. Ma cosa può fare il pilota della moto a cui non è più richiesto di guidare durante il tragitto? Di certo non può dormire e neppure distrarsi più di tanto. In moto anche il passeggero è parte attiva della guida, pena il rischio di finir per terra.

Quindi, a cosa serve questa moto autonoma? «Con questo sviluppo avveniristico» spiegano gli ingegneri di BMW Motorrad «non si intende una moto completamente indipendente. Piuttosto, la tecnologia di base che servirà da piattaforma per lo sviluppo di futuri sistemi e funzioni che rendano le due ruote ancora più sicure e confortevoli. L’obiettivo per lo sviluppo di questo prototipo è quello di raccogliere ulteriori conoscenze sulle dinamiche di guida in moto al fine di rilevare immediatamente situazioni pericolose e quindi supportare il conducente con sistemi di sicurezza appropriati, ad esempio nella svolta ad un incrocio o durante una brusca frenata».

Quindi non si tratta di un prototipo a cui seguirà un mezzo di serie. In pratica arrivare ad avere una moto che si porta in giro da sola serve a studiare e poi implementare avanzati sistemi di sicurezza che siano in grado di aiutare il pilota in situazioni di emergenza. Insomma in BMW stanno creando un valido copilota. Oltre a questo, nei Motorrad Techday 2018 sono state svelate altre tecnologie che arriveranno sulle nostre strade tra qualche anno abbinate alle due ruote. Dai fari delle luci che seguono la traiettoria della moto ai proiettori laser, passando per un telaio di moto realizzato con un processi di stampa 3D.

«Il vantaggio della stampa 3D risiede nella completa libertà di progettare componenti che non potrebbero essere prodotti in altri modi» spiegano gli ingegneri tedeschi. Sono evidenti le sinergie con il settore auto della Casa tedesca, dove i volumi di vendite sono ben diversi: nel 2017 il BMW Group ha venduto oltre 2’463’500 automobili e più di 164’000 motocicli nel mondo. Sempre dalle quattro ruote deriva il sistema V2V mostrato durante i Techday. Si tratta di un sistema di comunicazione digitale che permette ai veicoli di scambiarsi informazioni durante il tragitto, dal traffico alla qualità dell’asfalto, sino al meteo. Un futuro sempre più digitale e connesso che mette al centro la sicurezza del pilota. D’altronde i clienti è meglio tenerseli stretti.