Dodici E-bus per Amsa e cinque per Fart

Motori - La soluzione migliore, per ora, in attesa di poterci avvalere di celle a combustibile alimentate a idrogeno
/ 26.06.2023
di Mario Alberto Cucchi

Molti prendono i mezzi pubblici su gomma ogni giorno, ma pochi hanno idea di quanti chilometri percorra un autobus in un giorno, tantomeno di quanto consumi o inquini. Nessun mistero. Un mezzo di linea percorre anche 300 chilometri al giorno consumando tra i 50 e i 60 litri di carburante ogni 100 chilometri. Tanto! Ecco perché puntare sulle propulsioni alternative al termico per i mezzi pubblici (ma anche per il trasporto pesante e leggero) ha un valore davvero importante per l’ambiente.

Il trasporto stradale è l’area prioritaria di intervento per la riduzione delle emissioni di CO2, secondo le principali aziende europee di e-commerce e produzione. Un nuovo report realizzato da Ipsos (società leader nelle ricerche di mercato, sondaggi di opinione e consulenza strategica) e Volvo Trucks (una delle più grandi aziende di autocarri al mondo) rivela che le aziende sono disposte a pagare di più per avere fornitori di trasporti con minori emissioni di CO2.

La trazione elettrica per i bus del Locarnese e del Mendrisiotto è ormai vicina. Il Cantone ha ultimamente approvato la domanda preliminare per il finanziamento dell’acquisto e della messa in servizio di dodici bus urbani da 11 e 12 metri per Amsa e di cinque bus articolati per Fart. Tutti E-Bus a zero emissioni. «La riduzione delle emissioni, oltre a essere uno degli obiettivi della nostra strategia aziendale, è un tema di grande attualità sentito fortemente anche dal Cantone e della comunità locale», commenta Paolo Caroni, presidente del consiglio di amministrazione Fart. «Abbiamo l’obiettivo di decarbonizzare la nostra flotta entro il 2030».

I dodici E-bus previsti da Amsa andranno a sostituire altrettanti veicoli a trazione diesel con un investimento complessivo stimato in oltre nove milioni di franchi a cui vanno ad aggiungersi oltre 700mila franchi per gli apparecchi di ricarica notturna. E l’autonomia delle batterie? «In base agli studi condotti è emerso che la ricarica notturna presso il deposito sarà sufficiente per garantire le autonomie richieste» specifica Ivano Realini, direttore Amsa.

«Il Cantone si rallegra di questo risultato verso la riconversione elettrica del trasporto pubblico su gomma» ha detto Claudio Zali, consigliere di Stato e direttore del Dipartimento del territorio. «Anche i bus devono dare il loro contributo alla sostenibilità».

Insomma un futuro già presente, ma siamo certi che sia stata scelta la tecnologia migliore? Sì, almeno per ora. Lo scorso 12 giugno, in Italia presso l’Autodromo di Vairano, si è tenuta una giornata esperienziale e di approfondimento dedicata all’idrogeno: l’Hydrogen Experience. In pista sono entrati anche due autobus Solaris dotati di celle a combustibile alimentate a idrogeno e quindi a emissioni zero. Sempre di bus spinti da un motore elettrico si tratta ma con l’idrogeno si risolve il problema dell’autonomia e della ricarica.

Questi mezzi vengono già utilizzati per il trasporto pubblico a Bolzano, Merano e Laives. La produzione dell’idrogeno è nata insieme alla produzione degli altri gas industriali già intorno agli anni Venti del ventesimo secolo e a oggi la criticità più importante è rappresentata dai costi ancora elevati. Ma l’attesa crescita dei volumi di produzione degli elettrolizzatori e la crescente disponibilità di energia rinnovabile a basso costo fanno ben sperare riguardo al futuro. Quindi ben vengano oggi i bus elettrici con pacchi batterie in attesa di quelli a idrogeno.