Che sarebbe stata un’estate particolare già ce lo aspettavamo. Molti eventi annullati, accessi a bagni e lidi non sempre facilitati, assembramenti non garantiti. Ma mentre si pensava al peggio, negli ultimi mesi qualcuno ha continuato il suo lavoro nonostante tutto, ideando e programmando un festival per famiglie senza la certezza di poterlo poi realizzare. Stiamo parlando di Tessa Casagrande, del Dicastero Giovani e Eventi di Lugano, direttrice artistica del Family Festival. «Programmo il Family, che è una delle anime del Longlake Festival, da 10 anni, coinvolgendo le famiglie in spettacoli e laboratori, in giochi e spazi», ci racconta.
«Normalmente il Festival dura tutto il mese di luglio, con un villaggio per i bambini e uno stretto programma di eventi. Quest’anno c’era molta indecisione: non sapevamo se farlo nel solito luogo, se sarebbe stato rimandato ad agosto, oppure annullato. Io ho deciso di non pensarci troppo: mi sono preparata come sempre, e quando a fine maggio il Consiglio di Stato ne ha annunciato attraverso le direttive la fattibilità, dall’entusiasmo ho fatto slittare gli artisti su tutti e tre i mesi estivi, inaugurando una formula che ad oggi trovo meravigliosa. Dura di più, e se i primi due giorni della settimana sono dedicati agli adulti attraverso film e spettacoli di teatro (Words Festival), da mercoledì a domenica sappiamo che al Boschetto Ciani c’è sempre qualcosa per bimbi e ragazzi».
Con un palco tutto per sé, nel suggestivo «boschetto» al centro del Parco della Città, il Family Festival non sente troppo la mancanza dei giochi del Villaggetto al Palazzo dei Congressi, al quale ha dovuto rinunciare per ovvie ragioni igieniche, anzi, acquista così centralità e importanza. Non ci sono stati e non ci saranno i Grandi eventi musicali dell’estate luganese (l’Estival Jazz, il Roam, il Blues to bop), ma rimane intatta l’offerta alle famiglie.
Tessa Casagrande, come si costruisce normalmente la programmazione di questo festival? «L’ideale sarebbe spostarsi e scovare gli spettacoli dal vivo. Non essendo sempre possibile ci si rifà spesso ad internet per trovare vincitori di festival e recensioni. Dieci anni fa mi ha dato un grande aiuto Vania Luraschi, è stata fondamentale, le devo davvero molto».
Oggi che questa realtà è conosciuta sono le compagnie stesse a farsi avanti, e il lavoro è semmai quello di selezionare le proposte, anche secondo i criteri propri del Festival: spettacoli fattibili all’aperto e con pochi mezzi tecnici.
Il palco del Boschetto vede di fronte a sé sedie distanziate a gruppetti, molte, ma sparse. Come l’avrà presa il pubblico? «Sono rimasta stupita, l’atmosfera è ogni sera bellissima. La gente arriva, vede la situazione, si siede, è tranquilla». Poca tensione e diserzione insomma, e l’affluenza rimane invariata. «Certo, prima ci si ammassava di più e gli attori si sentivano più vicini al pubblico, questo ce l’hanno fatto notare le compagnie stesse, ma gli spettatori sono felici ugualmente».
Non solo spettacoli ma anche laboratori per bambini. Tre a settimana, e si va dallo yoga alle corone floreali, dalla cucina al rugby. Il tutto sparso in tre sedi centrali della città, Villa Carmine, il Foce e il Parco Ciani. «Mi piacerebbe poterlo decentralizzare un po’, andare incontro a chi non abita il centro, ma per ora non è possibile. Sono però attivi per tutta l’estate, e come sempre gratuiti. Basta iscriversi per assicurare la tracciabilità, condizione per la realizzazione di questa importante parte del Festival. Cerco nella programmazione di coinvolgere realtà già esistenti sul territorio durante l’anno, così che la gente le possa conoscere».
Tra l’universo di proposte una salta all’occhio, e sono i laboratori di mc-mc, Un passo verso la città. Si tratta di un’associazione svizzera affiliata alla Fosit (Federazione delle ONG della Svizzera italiana), che propone, attraverso il progetto «Un passo verso la città» corsi di italiano, corsi professionalizzanti ed iniziative d’integrazione per donne straniere che necessitano di sostegno per potenziare e completare il loro percorso di integrazione.
«Abbiamo proposto a mc-mc di collaborare, aprendo anche alle famiglie del territorio la partecipazione alle attività con i laboratori, favorendo così una reale integrazione. Già al Villaggetto, gli scorsi anni, abbiamo visto una forte affluenza di pubblico proveniente da paesi diversi dal nostro, abbiamo deciso quindi di andare in questa direzione».
Da quest’anno poi sono attive le pagine su Instagram e Facebook che con le loro stories raccontano un Family per tutti, anche durante il resto dell’anno. E sono arrivate le proposte teen dai 13 anni in su: i film del giovedì sera e gli spettacoli teatrali della domenica. «Una fascia d’età che non ero mai riuscita ad attirare e che invece sta partecipando numerosa», conclude soddisfatta Tessa Casagrande.