Dalla Playstation ai test virtuali

Motori - Mentre i piloti si allenano nei propri salotti per vincere la Formula 1, le case automobilistiche approfittano dell’evoluzione tecnologica per migliorare la sicurezza dei loro veicoli in tutta sicurezza
/ 14.12.2020
di Mario Alberto Cucchi

È stato Jacques Villeneuve il primo pilota di Formula 1 a usare la Playstation per allenarsi. Erano i primi anni 2000 e alla «palestra» virtuale aveva dedicato un’intera stanza nella sua casa di Montecarlo. I risultati? Considerando che ha vinto un campionato del mondo forse il «gioco» ha aiutato. Ed era «solo» una Playstation. 

Dopo di lui molti altri piloti hanno usato veri e propri simulatori di guida, spesso molto più complessi di una consolle domestica, per prepararsi alle gare. L’elettronica ha fatto passi da gigante sia nella velocità di elaborazione sia nel dettaglio raggiunto nella visualizzazione dei particolari. In questo modo i piloti possono memorizzare le piste in cui dovranno gareggiare, la sequenza delle curve, la lunghezza dei rettilinei, i giochi di luce. Insomma, giocando s’impara… anche a correre in Formula 1 ma non solo. 

Il costruttore automobilistico svedese Volvo ha scelto di utilizzare la tecnologia dei videogiochi per progettare automobili più sicure. Come? Proprio attraverso un simulatore. Una postazione include un sedile di guida con simulatore di movimento, un volante con feedback tattile e un visore per realtà virtuale con qualità cristallina delle immagini. Ogni ragazzo lo vorrebbe come regalo sotto l’albero. Ecco allora che per gli ingegneri Volvo diventa quasi difficile distinguere la realtà dalla simulazione e l’obiettivo è raggiunto. 

Alle centinaia di migliaia di chilometri percorsi in lungo e in largo per le strade europee testando i prototipi, ora si aggiungono giornate intere seduti al simulatore. Indossando il visore 3D e una tuta intera a marchio Teslasuit in grado di fornire un feedback tattile dal mondo virtuale e monitorare le reazioni corporee. I dispositivi professionali di realtà virtuale e mista sono forniti dalla società finlandese Varjo e vengono utilizzati insieme alla piattaforma Unity di sviluppo 3D in tempo reale. 

Il risultato? Sembra davvero di guidare su una strada con tutti gli imprevisti che si possono incontrare. Compreso un Alce che attraversa la strada e in Svezia accade più spesso di quanto si possa immaginare. Software e hardware simulano quindi infiniti scenari di traffico su un percorso di guida vero utilizzando una vettura reale. L’obiettivo? Raccogliere in completa sicurezza più informazioni possibili sull’interazione tra uomo e auto in modo da poter sviluppare nuove funzionalità e dotazioni di sicurezza andando contemporaneamente ad affinare i sistemi di assistenza alla guida. 

I collaudatori possono così testare virtualmente futuri modelli di auto e d’interfacce utente di guida autonoma accelerando il processo di ricerca e sviluppo in un ambiente sicuro e a una frazione del costo di un test reale. Un team di esperti in tecnologie innovative della Casa svedese ha fatto una dimostrazione dell’utilizzo del «simulatore definitivo» nel corso di un evento trasmesso in diretta streaming dalla Open Innovation Area di Volvo. Lo si può vedere on line a questo indirizzo: live.volvocars.com.