Dalla parte dei bambini

Infanzia – Il 20 novembre è la Giornata internazionale per i Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. SOS Villaggi dei Bambini difende i diritti dei minori per garantire loro un futuro autodeterminato e aiuta le famiglie rese ancora più fragili dalla pandemia
/ 16.11.2020
di Fabio Dozio

Nel mondo ci sono 152 milioni di bambini tra i cinque e i diciassette anni costretti a lavorare. Circa la metà di loro lavorano in condizioni pericolose e di sfruttamento. La povertà e la fragilità delle famiglie sono fra le cause principali che spingono i giovanissimi al lavoro. Negli ultimi anni il numero dei bambini sfruttati è diminuito, erano 264 milioni nel Duemila. L’Agenda delle Nazioni Unite per lo Sviluppo sostenibile intende porre fine alle forme peggiori di lavoro minorile entro il 2025. La pandemia Covid 19 rischia di allontanare questo obiettivo.

«All’origine del lavoro minorile – afferma Erika Dittli, responsabile dei programmi di SOS Villaggi dei Bambini Svizzera – c’è sempre una famiglia disperata che lotta per la sopravvivenza». La situazione è aggravata dal fatto che durante la serrata globale molte ragazze e molti ragazzi hanno dovuto interrompere i propri studi e questa, avverte Dittli, «è l’anticamera del lavoro minorile». SOS Villaggi dei Bambini è l’ente assistenziale per l’infanzia più grande al mondo ed è attivo in 135 Paesi. La sede svizzera è stata fondata nel 1964. Il volume delle donazioni raccolte nel nostro paese ammonta a circa 20 milioni di franchi l’anno. In Ticino la Fondazione festeggia i 20 anni di attività. L’anno scorso sono stati raccolti quasi 800mila franchi e i donatori sono stati 17’792. In occasione dell’anniversario oggi lunedì 16 novembre alle 18.00 si terrà un evento online: www.youtube.com/user/SOSKinderdorfSchweiz.

«Tutto è iniziato nell’aprile 1949, – ci racconta Evelyn Heusser, responsabile per la Svizzera italiana – un gruppo di volontari vicini allo studente di medicina Hermann Gmeiner ha fondato il primo Villaggio dei Bambini SOS vicino a Innsbruck, in Austria. Con la loro idea, rivoluzionaria per l’epoca, diedero un impulso importante all’assistenza dei minori: orfani e orfani sociali, invece di essere accolti in centri di accoglienza anonimi, avrebbero potuto crescere in un ambiente protetto, nel calore di una nuova famiglia. Un’idea che ha trovato consenso in tutto il mondo. Oggi ci sono 572 villaggi dei bambini SOS in quattro continenti».

L’attività di SOS Villaggi per Bambini si svolge soprattutto in Sudamerica, Africa e Asia. Finora sono stati coinvolti quattro milioni di bambini e ragazzi nel programmi di aiuto: rafforzare le famiglie, favorire l’istruzione, promuovere la salute, agire contro emergenze e povertà sono i principali campi d’intervento.

SOS Villaggi dei Bambini è attivo anche in Siria, paese dilaniato dalla guerra da anni. «Il primo passo importante, – afferma la psicologa Teresa Ngigi, responsabile dei «Child friendlyspaces» (Centri a misura dei bambini) in Siria – trovare sul posto persone competenti e volenterose e dare loro una formazione. Le persone che vivono sul posto conoscono la situazione e sono preparate ad affrontarla. Formiamo operatori sociali locali, rafforziamo le loro capacità di rispondere alle esigenze dei bambini e delle famiglie e aumentiamo così le nostre forze».

Il lavoro minorile è una delle piaghe che colpisce l’infanzia nel mondo, ma non il solo. Al centro dell’operato di SOS Villaggi dei Bambini vi è il futuro dei più giovani e quindi i diritti dei bambini. La Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo è stata approvata il 20 novembre del 1989 a New York e da allora il 20 novembre si celebra la Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. La Convenzione è stata sottoscritta da quasi tutti i Paesi, dalla Svizzera nel 1997, ma questo non basta a garantire i diritti ai bambini. La realtà è ben diversa. «La Convenzione – ci spiega Claudia Arisi, Global Advocacy Advisor di SOS Villaggi dei Bambini – ha ispirato leggi e programmi che hanno migliorato le condizioni di vita di milioni di bambini, dimezzando i casi di mortalità sotto i cinque anni e riducendo all’8% il numero dei bambini nel mondo che non frequentano la scuola primaria. Tuttavia ogni anno, il 20 novembre, ci troviamo a parlare di un’agenda di diritti incompiuta. Basti pensare che i bambini e i ragazzi costituiscono un quarto della popolazione mondiale, la maggior parte vive in Paesi in via di sviluppo e solo un terzo di loro ha accesso a qualche servizio di protezione sociale».

SOS Villaggi dei Bambini ha fra i suoi obiettivi quello di offrire «il calore di una casa per ogni bambino». La famiglia rimane il punto cruciale e dalle condizioni di questa discende la qualità di vita dei bambini. Se la famiglia non è in grado di accudire i propri figli è necessario offrire alternative. Perciò SOS Villaggi dei Bambini ha messo a punto le «Linee guida sull’accoglienza al di fuori della famiglia» con l’obiettivo di realizzare il diritto alla consapevolezza dei propri diritti, quando i bambini vivono al di fuori del nucleo famigliare d’origine. Inoltre è stato appena pubblicato l’opuscolo Hai diritto a cura e protezione. «500 giovani tra i 10 e i 18 anni di 23 Paesi – ci dice Claudia Arisi, che ha curato la pubblicazione – che vivono o hanno vissuto in situazioni di grande disagio in famiglia, o di distacco dalla famiglia, ci hanno aiutato a ideare e illustrare il libretto. Ho trovato commovente come i più grandi avessero un occhio di riguardo per i più piccoli. Alcuni ragazzi hanno sottolineato come fosse ancora più importante che l’informazione venisse trasmessa ai più piccoli, perché certe cose prima le sai, prima puoi prendere in mano la tua vita da attore consapevole e difendere i tuoi diritti».

La povertà rimane una piaga. Cosa è cambiato negli ultimi anni e che prospettive ci sono ora, per i bambini nel mondo, in seguito alla pandemia? Chiediamo a Claudia Arisi. «Negli ultimi decenni un miliardo di persone sono uscite dalla povertà assoluta, ma la pandemia sta rallentando il passo del progresso. Un recente rapporto delle Nazioni Unite segnala che 71 milioni di persone torneranno sotto la soglia della povertà assoluta nel 2020, ed è il primo aumento dal 1998. Secondo il Programma alimentare mondiale, 130 milioni di persone in più faranno i conti con acuta insicurezza alimentare entro la fine di quest’anno. Per SOS Villaggi dei Bambini queste prospettive sono preoccupanti. La povertà non è solo monetaria, spesso si accompagna a un aumento dei livelli di stress, che in presenza di altri fattori di rischio legati al comportamento o alla salute dei genitori può portare a maltrattamento, incuria e infine allontanamento del bambino dal nucleo famigliare. C’è urgente bisogno di aumentare i servizi di rafforzamento famigliare per prevenire l’allontanamento dei minorenni dalla famiglia di origine, e aumentare l’offerta di servizi di qualità per l’accoglienza dei bambini fuori dalla famiglia d’origine».

Editha, una giovane accolta da SOS Villaggi dei Bambini nelle Filippine lancia l’appello: «È importante che tutti i bambini imparino quali sono i propri diritti. Questo li protegge e li tiene al sicuro. Se conosciamo i nostri diritti, possiamo lottare per loro».