Famiglie cercansi

Gli studenti del canton Berna che desiderano frequentare un anno di liceo in Ticino possono essere ammessi solo se vi sono le famiglie disposte ad ospitarli. L’ideale è accoglierli per l’intero anno scolastico in un nucleo familiare con figli più o meno coetanei che possano aiutarli ad inserirsi. Anche l’opzione di un’accoglienza limitata ad un semestre è realizzabile. È previsto un regolare contributo per le spese. Le famiglie interessate possono scrivere a brigitte.joerimann(at)ti.ch


Da Berna per la maturità bilingue

Suscita interesse il progetto sperimentale che coinvolge i licei di Bellinzona e Mendrisio frequentati da alcuni ragazzi provenienti da istituti bernesi: in futuro si prevede la reciprocità
/ 22.03.2021
di Stefania Hubmann

Conseguiranno la maturità bilingue tedesco/italiano il prossimo giugno i primi studenti del canton Berna che lo scorso anno scolastico hanno frequentato la terza liceo in Ticino. Il progetto sperimentale coinvolge nel nostro cantone i Licei di Bellinzona e Mendrisio, dove attualmente i giovani provenienti dagli istituti bernesi sono undici. Un numero destinato ad aumentare, considerato l’interesse dimostrato per questa opportunità di completa immersione linguistica e culturale sostenuta dalla Confederazione al fine di rafforzare la coesione sociale. Per ragazze e ragazzi diciassettenni si tratta di una preziosa occasione per aprirsi e sperimentare una realtà familiare e scolastica diversa dalla loro in un’altra regione del Paese. Tutti gli attori coinvolti – dalla responsabile del progetto per il Ticino alle sedi liceali cantonali, dalle famiglie ospitanti agli stessi studenti bernesi – sono soddisfatti di queste prime fasi, preludio ad un vero e proprio scambio che in futuro permetterà agli studenti ticinesi di recarsi nel canton Berna secondo il medesimo principio.

Nel nostro cantone è in corso un’altra collaborazione intercantonale che dovrebbe portare a uno scambio di studenti. È gestita direttamente dal Liceo di Lugano 2 dove sono accolti liceali del canton Vaud. Per i ticinesi la maturità bilingue con tedesco o francese è offerta da tanti anni alla Scuola Cantonale di commercio di Bellinzona, mentre quella liceale solo al Liceo di Locarno, senza soggiorno nel resto della Svizzera. Il progetto elaborato con il canton Berna amplia quindi la possibilità di favorire in giovane età la conoscenza reciproca fra le diverse culture del Paese. Un passo a sua volta propizio per allargare l’orizzonte al di là delle frontiere interagendo con il resto del mondo. In Brigitte Jörimann, responsabile per gli scambi della Divisione scuola, la promozione di questa iniziativa suscita da un lato soddisfazione per il crescente numero di studenti bernesi che si annunciano e dall’altro apprensione per la ricerca delle famiglie ospitanti (vedi riquadro). Spiega la responsabile: «Il progetto coinvolge potenzialmente tutti i 14 Licei del canton Berna, quindi il bacino studentesco è ampio. Per il prossimo anno scolastico si sono annunciati 22 liceali del secondo anno. Prima di giungere in Ticino sono obbligati a seguire il corso di italiano nel primo biennio. Alcuni lo hanno però già frequentato alle scuole medie o parlano italiano in famiglia. I candidati sono molto motivati, amano la nostra lingua e desiderano migliorare le loro conoscenze. Abbiamo notato che attraverso questa esperienza imparano in fretta, oltre a crescere dal punto di vista personale». 

Ancora in divenire, il progetto viene affinato di anno in anno, ovviando alle difficoltà che emergono. Esse si situano a più livelli: differente tempistica nello svolgimento dei programmi, inserimento nelle classi, questioni di cultura didattica. Per queste ultime l’esempio citato da Brigitte Jörimann – evidenziato anche dalle testimonianze che seguono – riguarda le annotazioni. «Prendere appunti durante le lezioni non è una prassi diffusa nell’insegnamento liceale bernese, per cui gli studenti d’oltralpe all’inizio incontrano qualche difficoltà che superano con l’aiuto dei compagni di classe». Nel limite del possibile ogni liceale proveniente dal canton Berna è inserito in una classe diversa per massimizzare l’esperienza immersiva. Fra i due Licei cantonali di Bellinzona e Mendrisio la suddivisione degli studenti ospiti è proporzionata e legata alle loro scelte curricolari. 

Per le direzioni degli istituti, malgrado le sfide vissute in prima linea, la presenza di studenti appartenenti a un’altra cultura nazionale è considerata un arricchimento per tutti, come conferma Laura Rulli, membro del consiglio di direzione del Liceo di Bellinzona. «Grazie anche alla disponibilità del canton Berna – spiega la professoressa Rulli – siamo riusciti a superare le differenze esistenti nello svolgimento dei programmi di alcune materie. È il caso ad esempio della matematica, per la quale è stato introdotto un corso di sostegno che recupera un argomento trattato in seconda liceo in Ticino e solo in terza nei licei di provenienza». Insegnante di tedesco, ma pure docente mediatrice, Laura Rulli accompagna quasi come una speciale docente di classe le cinque ragazze che frequentano quest’anno il Liceo della capitale. «Benché la maggior parte delle lezioni siano seguite nelle rispettive classi di terza, per alcune materie si è compiuta una scelta diversa in modo da allineare i livelli di competenza. Una menzione merita anche il corso di storia dell’arte, specificità del curricolo ticinese che i partner bernesi hanno tenuto ad includere nella formazione dei loro studenti». L’organizzazione a livello scolastico è quindi complessa e ha richiesto confronto e collaborazione anche fra i due licei ticinesi in relazione ai rispettivi piani di studio. Gli obiettivi di un arricchimento personale, del valore aggiunto nell’ambito del plurilinguismo e di una maggiore coesione nazionale sono però garantiti, come dimostra un aneddoto riferito ancora da Laura Rulli. «Nel settembre del 2019, dopo appena due settimane di scuola, ho visto in un servizio televisivo alcuni liceali bernesi che partecipavano con i nuovi compagni ticinesi alla manifestazione sul clima svoltasi nella capitale federale».

Diamo quindi spazio alla testimonianza di uno degli studenti iscritti quest’anno in un liceo ticinese. Giorgio Guiducci proviene dal Liceo Kirchenfeld di Berna e da settembre 2020 frequenta quello di Mendrisio. Particolare non indifferente vive a Lugaggia, nella cintura luganese, perché lì risiede la famiglia Marzini che lo ospita. Motivazione e impegno non fanno quindi difetto al giovane liceale che deve sempre alzarsi molto presto per poter raggiungere la sede scolastica. «Mi piace il contatto con nuove persone, per cui ho colto questa occasione per migliorare la lingua e anche un po’ per tornare alle origini. Mia madre è infatti del Locarnese». Essendo il padre per metà italiano, Giorgio è cresciuto parlando italiano in famiglia. Dalla famiglia d’origine a quella ospitante. Quale l’impatto? Risponde gioviale: «Mi sono trovato subito molto bene. Sono tutti davvero simpatici e con Mauro (il padre) posso partecipare agli allenamenti della squadra di calcio di cui è allenatore». Già dopo i primi due o tre mesi Giorgio si è reso conto di quanto sia migliorata la sua conoscenza della lingua italiana dal punto di vista ortografico e lessicale. Un’esperienza che consiglia ai suoi coetanei, così come Annamaria Marzini alle potenziali famiglie ospitanti. La scelta della famiglia Marzini è stata motivata dalla positiva esperienza della figlia, ospitata per un periodo all’estero qualche anno fa. Precisa Annamaria Marzini, madre di altri due ragazzi: «È un impegno che coinvolge l’intera famiglia e per il quale tutti si sentono responsabili. Non si tratta di offrire solo vitto e alloggio, quanto piuttosto di accogliere una ragazza o un ragazzo ancora minorenne garantendo il sostegno e l’accompagnamento di cui necessita. In Giorgio ho notato una grande volontà di inserirsi e imparare, ciò che indubbiamente facilita l’accoglienza. L’ottima organizzazione costituisce inoltre un importante punto di riferimento per le famiglie ospitanti».

Anche secondo Annamaria Marzini il progetto di maturità bilingue con soggiorno in un’altra regione linguistica è destinato a crescere, poiché risponde alle attuali esigenze formative. Tutte le testimonianze raccolte ne sottolineano il valore dal punto di vista educativo e soprattutto umano. Alle famiglie ticinesi con figli in formazione si chiede quindi un po’ di coraggio nell’accettare la sfida di allargare la propria cerchia per un periodo determinato.