Otto associazioni, duemila membri, cinquemila impiegati. Sono i numeri della nuova CAT, la Conferenza delle Associazioni Tecniche del Cantone Ticino composta principalmente da architetti e ingegneri e decisa a raccogliere le sfide di questo settore unendo le forze e professionalizzando l’attività. Primo obiettivo, quindi, l’assunzione di un direttore o di una direttrice cui affidare i compiti di migliorare coordinamento, prese di posizione, rete di conoscenze e impiego delle risorse. Il presidente, ingegnere Paolo Spinedi, è fiducioso che questo rilancio sia il passo decisivo per promuovere e difendere da un lato la cultura della qualità del costruito e dall’altro gli interessi delle categorie professionali riunite nell’associazione mantello, interessi sempre più messi in discussione.
Forti di una lunga tradizione associativa, che ad esempio per la SIA (Società Svizzera Ingegneri e Architetti) risale all’Ottocento, gli otto enti hanno deciso a inizio ottobre di ripartire su nuove basi, allargando il gruppo operativo. Accanto al comitato, composto per lo più dal presidente di ogni associazione, figura un’assemblea di cui fanno parte una ventina di delegati. «Desideriamo innanzitutto coinvolgere e informare meglio i nostri aderenti», spiega Paolo Spinedi. «Le otto associazioni raggruppano architetti e ingegneri, ma anche urbanisti, tecnici antincendio e il settore padronale. Dobbiamo valorizzare ciò che ci accomuna per meglio affrontare le trasformazioni in atto». Ricordiamo che le otto associazioni sono: ASIAT (Associazione Studi d’Ingegneria e di Architettura Ticinesi), ATRA (Associazione Tecnici Riconosciuti Antincendio), ATS (Associazione Tecnica Svizzera – Swissengineering, sezione Ticino), CSEA (Collège Suisse des Experts Architectes ), FAS (Federazione Architetti Svizzeri), FSU (Federazione Svizzera degli Urbanisti), OTIA (Ordine Ingegneri e Architetti del Cantone Ticino) e SIA (Società Svizzera Ingegneri e Architetti, sezione Ticino).
La necessità di riunirsi in un unico gremio, risalente agli anni Ottanta, è sfociata dapprima nella Camera Tecnica e in seguito nella CAT, riconosciuta nel 2011 dal Consiglio di Stato e dall’Amministrazione cantonale quale interlocutrice unica.
La piattaforma, essendo basata essenzialmente sul volontariato, negli ultimi anni ha però faticato ad occuparsi della crescente attività di sua competenza, situazione alla quale si è ora voluto porre rimedio modificando gli statuti, in modo da gettare le basi per poter professionalizzare alcune prestazioni con la nomina di un direttore. La realtà del settore delle costruzioni d’altronde lo impone.
Rispetto a 20-30 anni fa, il metodo con il quale si affronta la progettazione e la costruzione anche di una semplice casa è molto cambiato. Precisa il presidente della CAT: «Le esigenze a livello progettuale e tecnico sono molto più elevate rispetto ad alcuni anni fa. Non solo l’architetto ha sempre più bisogno dell’ingegnere e viceversa, ma la complessità di alcune opere richiede un crescente intervento di altri specialisti. I team di progettazione diventano quindi più ampi con figure dalle competenze sempre più qualificate. Un esempio significativo è quello dell’impiantistica che riveste un ruolo accresciuto, in particolare per alcuni tipi di costruzione come ad esempio gli stabili amministrativi, gli ospedali e le gallerie. Non bisogna inoltre dimenticare l’impatto ambientale, divenuto uno dei primi obiettivi da prendere in considerazione. La tematica dell’ambiente comprende però a sua volta suolo, acqua, aria, rumore e altre specializzazioni, vale a dire una moltitudine di settori e di relativi professionisti. In un team di progettazione è essenziale tenere in considerazione tutti questi aspetti sin dalle prime fasi del lavoro, sforzandosi di capire le rispettive esigenze».
Quale il ruolo delle nuove tecnologie nel ramo dell’architettura e dell’ingegneria? Risponde Paolo Spinedi: «Come in altri settori, la digitalizzazione sta rivoluzionando il nostro modo di lavorare. Dai piani bidimensionali sulla carta si è passati alla rappresentazione tridimensionale e oltre. Oggi si discute infatti di quinta, sesta e settima dimensione. I programmi sono diventati vere e proprie banche dati che includono informazioni sui materiali, i costi, i tempi di realizzazione, la fase esecutiva, la messa in esercizio e la manutenzione». Lo strumento di riferimento nella digitalizzazione dei processi lavorativi per ingegneri e architetti è il BIM (Building Information Modelling). Già diffuso negli Stati Uniti, nel mondo anglosassone in generale e nel Nord Europa, esso è di fatto una realtà anche in Svizzera, soprattutto al Nord delle Alpi. «Questo sistema rappresenta una grande opportunità di conoscenza dell’opera sia per gli addetti ai lavori, sia per il committente. Da parte nostra è indispensabile capire e monitorare il suo sviluppo così come la sua applicazione. Non da ultimo dobbiamo chinarci sulle competenze necessarie per utilizzarlo. Per questo motivo abbiamo già instaurato una collaborazione con la SUPSI, in modo da garantire una preparazione adeguata ai giovani in formazione e possibilità di aggiornamento per i professionisti».
Il BIM rappresenta uno dei temi di carattere generale che impegnerà la CAT a lungo termine, in ragione dell’attenzione che l’associazione porta alla formazione e alla qualità del suo operato. Il fine ultimo è infatti quello di diffondere nella società una cultura del costruito. Le discussioni in atto tra i cittadini e a livello politico sull’uso del territorio, con un marcato riferimento alla sua salvaguardia, riportano il discorso qualitativo in primo piano.
Da rilevare, inoltre, altre questioni meno visibili ma altrettanto importanti per le categorie professionali rappresentate dalla CAT. Il presidente cita al riguardo l’attenzione rivolta alle commesse pubbliche, da continuare ad osservare e monitorare per contribuire a garantire sempre il rispetto della legge. Altro aspetto rilevante quello degli onorari che in diversi ambiti tendono in modo preoccupante verso il basso. In effetti alcune indicazioni contenute nei regolamenti SIA vengono oggi messe in discussione facendo leva sul principio della concorrenza. Per ingegneri e architetti si tratta invece di una questione di rispetto del ruolo professionale e della garanzia di qualità.
Quale interlocutore dell’autorità cantonale la CAT segue inoltre da vicino i mutamenti legislativi che interessano il suo ambito professionale, a tutela dei suoi membri ma anche dell’interesse pubblico. Al momento sono sul tavolo le revisioni del Piano direttore cantonale e della Legge cantonale sulle commesse pubbliche. Quando interpellata, l’associazione offre collaborazione già nella fase di allestimento di tali modifiche o di nuove disposizioni legislative, senza perdere di vista l’attività edificatoria in generale. Precisa Paolo Spinedi: «Il nostro intento, soprattutto per le commesse pubbliche, è quello di anticipare i tempi, nel senso di sensibilizzare il committente sulle forme migliori di messa in concorrenza delle prestazioni. Strumento principe a questo livello è il concorso di progetto che, sebbene anch’esso non sempre perfetto, offre la possibilità di scegliere il progetto migliore da realizzare confrontando più proposte».
Al futuro direttore o futura direttrice della CAT si chiede quindi di essere proattivo/a su più fronti, in modo da assicurare un intervento dell’associazione più efficace e tempestivo. Per il presidente sarà pure essenziale il coordinamento delle attività delle otto associazioni nonché il miglioramento della visibilità sui media per informare meglio la popolazione sull’importanza di queste professioni alle quali dobbiamo tutto quanto è costruito attorno a noi.