Il Ticino è terra che ha visto in passato la presenza di molti mulini. Dal Mendrisiotto fino alle valli dell’Alto Ticino si trovano testimonianze di un passato legato alla macina, soprattutto di segale e frumento. E proprio in Valle di Blenio ul Murín da Curzönas, il Mulino di Corzoneso, segnava un importante tassello nella vita della gente del posto. La macina della segale per il pane rappresentava un elemento cardine della vita di Valle. Ma anche questo mulino, come molti altri, ha perso la sua utilità già a partire dagli anni dieci del secolo scorso e nel luogo, un tempo deputato alla lavorazione della farina, non restavano che poche macerie. Un gruppo di cittadini ha deciso di restituirlo alla comunità per scopi didattici. Un’occasione per insegnare anche ai più giovani il valore della tradizione culturale della Valle. Nasce così, nel 2015, l’Associazione ul Murín da Curzönas.
«Le informazioni sul passato del mulino sono frammentarie – spiega il Presidente dell’associazione Paolo Donetta – si sa che è stato in funzione fino ai primi anni del Novecento e che serviva perlopiù per macinare segale. Se ne trovano alcune testimonianze orali raccolte dall’archivio etnografico cantonale. Il ciclo annuale, spesso determinato dalle stagioni, iniziava con l’aratura dei campi e la semina per poi passare all’essiccazione sulle rascane fino a terminare con la macina e la cottura del pane nel forno. Noi, qui in paese, abbiamo sempre pensato che fosse un peccato lasciare che un pezzo di storia della nostra Valle andasse perduto e l’idea di un recupero del mulino era presente da tempo. Inoltre, dagli anni Settanta, era anche diventato una discarica, il diroccato era pieno di rottami. Così ci siamo organizzati e abbiamo dato vita all’Associazione con lo scopo di elaborare e attuare un progetto di risanamento e rimessa in funzione della struttura. Il proposito ha da subito incontrato l’entusiasmo non solo dei cittadini della zona, ma anche delle Istituzioni e di tanti ticinesi. Oggi la nostra Associazione conta trecento soci, un numero considerevole di persone per una piccola realtà. La grande partecipazione denota la volontà di mantenere vivo il ricordo di ciò che è stato. E l’interesse da parte delle scuole ci permette di trasmettere questi valori alle generazioni che verranno».
Il programma generale degli interventi si basa sulla prioritaria ricostruzione degli elementi strutturali dell’edificio e del suo originario impianto di macinazione. Un lavoro che è stato completato nella sua prima fase grazie alla collaborazione degli apprendisti muratori. A breve saranno invece terminati gli interni, permettendo di inaugurare il mulino già il prossimo autunno. Ma il recupero strutturale non si slega dalle attività didattiche, fulcro del lavoro dell’Associazione.
«Il funzionamento del macchinario sarà affidato ad un motore elettrico installato nell’edificio e collegato all’albero di trasmissione principale che muove la macina superiore recuperata dal preesistente impianto. Proseguiremo poi con la ricostruzione del canale di adduzione per l’acqua necessaria, sono state rinvenute sul terreno diverse impronte del suo tracciato. Mancano invece, allo stato attuale delle ricerche, informazioni attendibili sulle originarie opere di derivazione che sono state cancellate dai successivi interventi di imbrigliamento e di messa in sicurezza del riale di Corzoneso. Ma il punto fondamentale del progetto è senza dubbio il sentiero tematico che aiuterà a comprendere, non solo la funzione del mulino, ma anche il passato storico ed etnografico della regione. Completata l’opera di risanamento il mulino potrà nuovamente macinare, ma il suo scopo resterà prevalentemente didattico. La nostra Associazione, fin da subito, ha scelto di organizzare dei momenti di studio e di animazione volti al recupero della tradizione come, per esempio, lo scacciare l’inverno con i campanacci (chalandamarz) che organizziamo ogni anno con i più piccoli. Sono questi elementi culturali a restituire valore al restauro del mulino» conclude Paolo Donetta.
Informazioni
www.ulmurin.ch