Lucerna e Winterthur a fine 2017, Ecublens in primavera 2018, Basilea lo scorso autunno e quindi Sciaffusa quest’estate. Sono cinque le località che hanno già ottenuto il marchio di «Città verde Svizzera», una distinzione promossa dall’Unione svizzera dei servizi dei parchi e delle passeggiate con il sostegno dell’Ufficio federale dell’ambiente (Ufam).
Un riconoscimento che, secondo i promotori, non dev’essere solamente un label, ma un incitamento concreto verso ambienti di vita più sostenibili. Tra i propositi dell’iniziativa rientra, infatti, l’istituzione o conservazione di parchi urbani a vantaggio delle persone che vi vivono, dei loro spazi e della loro qualità di vita. Si vogliono per esempio più alberi perché sono un valido alleato contro gli sbalzi di temperatura e contro l’inquinamento atmosferico, ma anche preservare le risorse grazie a una gestione in sintonia con la natura. Città verde Svizzera intende pure favorire la presenza di biotopi urbani, in modo che le specie vegetali e animali in via di estinzione vi trovino degli habitat dove sopravvivere.
Le misure che una città può adottare per realizzare gli obiettivi prefissati sono molteplici e spaziano dall’uso parsimonioso delle risorse, come l’uso di energie rinnovabili, alla gestione dei già citati spazi verdi, senza dimenticare l’organizzazione e la progettazione territoriale.
Per raggiungere il punteggio necessario all’ottenimento del marchio, che può essere d’oro, d’argento o di bronzo a seconda del livello conseguito, ogni comune ha un catalogo di circa sessanta misure fra cui scegliere. L’elenco è suddiviso in dieci capitoli, iniziando con gli strumenti di direzione strategica, quindi pianificazione del territorio, gestione del personale, formazione e sicurezza sul lavoro. Anche il settore della comunicazione, con l’informazione della popolazione, ha un suo ruolo decisivo, e viene dato peso pure al processo partecipativo degli abitanti e delle associazioni presenti sul luogo. Il coinvolgimento ha infatti un ruolo essenziale nel successo di progetti del genere, come già constatato e dimostrato in altre occasioni analoghe.
Un ampio capitolo è poi destinato al settore delle costruzioni dove, citiamo, «la pianificazione a lungo termine e l’edificazione sostenibile sono la base per degli spazi aperti adattati al loro uso e al rispetto dell’ambiente». Tra le misure proposte viene evidenziata l’efficacia dei tetti verdi, dei giardini pensili oppure della «non impermeabilizzazione» del terreno al fine di consentire l’infiltrazione naturale d’acqua nel sottosuolo e lo sviluppo di una vegetazione utile. Tutti interventi che contribuiscono a rendere i centri abitati più resistenti, sia verso i periodi di caldo intenso sia in occasioni di forti piogge con rischio d’inondazioni.
Le città sono quindi invitate e invogliate a dar seguito a una gestione prossima al biologico degli spazi verdi, ossia l’acquisto di alberi di provenienza biologica e la rinuncia nel limite del possibile ai prodotti chimici nella lotta antiparassitaria. Per l’irrigazione degli spazi verdi si vuole limitare l’uso d’acqua potabile, privilegiando per esempio il riciclo di quella piovana. Si rinuncia inoltre in modo completo agli erbicidi, si scelgono metodi di fertilizzazione sostenibili e si favorisce l’impiego di concimi locali e substrati privi di torba, o comunque con un contenuto il più basso possibile.
Alle risorse naturali viene di conseguenza posta grande attenzione, utilizzandole in modo rispettoso e con apporti ridotti o nulli d’inquinanti, associati a una manutenzione differenziata. Fondamentali gli sforzi a favore delle specie vegetali e animali che abitano anche le nostre città e in questo contesto radica la grande scelta di misure, una decina, inserite nel capito biodiversità, dove si propongono varie possibilità per raccogliere punti e ottenere sia l’evidente effetto benefico sulla flora e la fauna indigeni, sia per l’appunto il marchio di città verde.
Oltre ai cinque comuni elvetici già certificati, altre sette località svizzere hanno inoltrato la loro candidatura, tra cui Losanna e Friborgo, ma anche piccoli centri come Degersheim o Lichtensteig i quali contano meno di diecimila abitanti. La distinzione può infatti essere richiesta sia dai grandi centri urbani sia dai piccoli comuni che, per non essere scoraggiati e svantaggiati, devono ottenere un punteggio minore rispetto alle città, secondo una scala in base al numero di abitanti.
L’ultima grande città elvetica a ricevere il marchio è stata Basilea con i suoi oltre 170mila abitanti, che esattamente un anno fa, era novembre, ha festeggiato l’evento con la messa a dimora di tre alberi simbolici in uno dei suoi parchi giochi. La cerimonia è stata l’occasione per coinvolgere la popolazione e a tutti i partecipanti sono stati donati dei semi di fiori selvatici con l’invito a seminarli la primavera seguente, per contribuire a dare un tocco di verde e altri colori alla propria città.
Nel comunicato stampa di presentazione è stato sottolineato come Basilea si applica costantemente per migliorare la qualità di vita e per promuovere una città verde e con più ecologia, biodiversità, benessere, salute e possibilità per la pratica di attività fisica e incontri. Un impegno che la città ha visto ricompensato dal marchio d’argento di «Città verde Svizzera». Il processo di certificazione è durato in questo caso due anni ed è stato guidato da un gruppo che si è occupato intensamente nell’adempimento delle misure richieste. Sono pure stati evidenziati il valore e l’importanza degli spazi verdi nella città anche in progetti che saranno realizzati nei prossimi anni e che sono già stati inseriti nel contesto di città verde.
Anche nel caso di Sciaffusa, l’ultima città ad aver ottenuto il label lo scorso agosto (pure d’argento), il rapporto degli esperti ha annotato ulteriori margini di miglioramento, per esempio con misure per gestire in modo sostenibile il suolo. In genere è stata sottolineata l’importanza della collaborazione di tutti i dipartimenti, in modo che ogni settore possa apportare il suo contributo per l’ottenimento del marchio di città verde. Una distinzione che, oltre al benessere della popolazione già residente, ne aumenta l’attrattività.