È nota con il nome di osteoporosi, ma è giustamente anche chiamata «malattia silente». Si tratta di un subdolo e progressivo indebolimento della struttura ossea del nostro corpo. Così come i farmaci classici possono fare molto per prevenire, controllare, curare l’osteoporosi, anche la fitoterapia può venirci in aiuto con le piante cosiddette fitoestrogeni, da usare consultando sempre il proprio medico, utili a regolare gli ormoni responsabili della decalcificazione ossea.
Sono piante altamente rimineralizzanti e ricche di flavonoidi, che sono dei composti con caratteristiche simili a quelle degli estrogeni e sono presenti in grande quantità nel mondo vegetale.
Come è risaputo, una singola pianta tuttavia non cura mai un disturbo solo: nel suo fitocomplesso vi è la potenzialità di agire su disturbi ben diversi fra loro, vale a dire che molte differenziate indicazioni sono quasi sempre racchiuse e prescrivibili in una pianta sola. Lo aveva ben compreso il geniale medico, alchimista e astrologo svizzero Paracelso che nel lontano 1500 sentenziava: «…nel mondo c’è un ordine naturale di farmacie, tutti i prati e pascoli, tutte le montagne e colline sono farmacie».
Contro l’osteoporosi, va anzitutto citata la Cimicifuga racemosa, una pianta dalla radice scura che cresce spontanea nelle zone umide del continente nordamericano. Era usata dai nativi da tempi immemorabili sia contro reumatismi, sia contro bronchiti, disturbi nervosi, infiammazioni della gola, scabbia e morsi di serpenti velenosi (per questo era chiamata anche «radice di serpente»). Molti di questi utilizzi sono stati confermati da studi clinici moderni, e oggi, in Occidente, è fra le piante più efficaci per intervenire su osteoporosi e disturbi della menopausa, come vampate, sudorazioni, insonnia. Ricerche preliminari di laboratorio indicano, infatti, che può prevenire la perdita di densità del tessuto osseo e preservarne la resistenza. Anche studi fatti su animali hanno dimostrato che gli estratti di Cimicifuga rallentano e inibiscono lo sviluppo dell’osteoporosi.
Un’altra pianta efficace a questi fini è il Trifoglio dei prati (Trifolium pratense); rosso e bianco, è coltivato in parecchie aree del mondo come foraggio per il bestiame, perché ricchissimo di minerali, come del resto lo sono tutte le piante di cui ci stiamo occupando. Contiene una quantità significativa di isoflavoni, che sono sostanze antiossidanti di origine vegetale simili agli estrogeni. Ha qualità nutritive straordinarie, è fonte di calcio, cromo, magnesio, silicio, fosforo, potassio e vitamine importanti per le ossa. In combinazione con la Cimicifuga e la soia è usato per osteoporosi e sintomi della menopausa.
Ha effetti analoghi Il Cardo mariano (Silybum marianum), chiamato anche Cardo della Madonna: è un’erbacea che cresce nel bacino del Mediterraneo in terreni incolti e aridi; è disintossicante, ha un effetto protettivo contro molte tossine, e incrementa la produzione del latte materno anche nelle mucche. Foglie, gambi e radici sono ottimi in cucina, crudi o bolliti. I ricercatori non sono ancora sicuri che il Cardo mariano possa veramente rallentare o impedire la progressione dell’osteoporosi, ma finora le ricerche sono positive e alcuni studi in vitro e sugli animali indicano che può effettivamente ridurre la perdita ossea e aumentare il calcio e il fosforo.
Anche la soia, il cui nome scientifico è Glycine max, contiene isoflavoni e minerali come calcio, fosforo e potassio. Combinata con Trifolium e Cimicifuga agisce contro osteoporosi e sintomi della menopausa. Un trattamento a base di isoflavoni ha effetti benefici sulla densità ossea dopo 6-12 mesi. Gli studi in questo campo sono molto promettenti, ma necessitano ulteriori ricerche per capire se questi risultati positivi comportino anche un minor rischio di fratture. I fagioli di soia possono essere gustati così come sono oppure trasformati in prodotti come tofu, tempeh, latte, salsa e olio di soia.
Altra pianta fortemente mineralizzante e quindi indicata anche per curare l’osteoporosi è la straordinaria ortica (Urtica dioica): usata per tanti disturbi, contiene molte vitamine, la C, la B e la K, sali di potassio, magnesio e altri composti, promuove l’attività diuretica e favorisce l’eliminazione delle scorie; ottimi risultati sono stati ottenuti trattando con l’ortica reumatismi e calcoli delle vie urinarie.
Pure rimineralizzante per il tessuto osseo e per tutto l’organismo, indicatissimo per osteoporosi e dolori articolari e molto diuretico è il famoso Equiseto dei campi, Equisetum arvense L., chiamato anche «coda cavallina». Cresce spontaneo in campi e boschi, sulla riva di fiumi e laghi, ai margini delle strade. È una pianta di enorme interesse, usata nella medicina popolare da secoli, contiene flavonoidi e vitamine, ed è un concentrato di sali minerali, in particolare ha un alto contenuto di silice e calcio: incrementa la crescita di unghie e capelli, protegge e rinforza le nostre ossa indebolite. È la pianta più antica della terra: era presente nell’era paleozoica.