È entrato in vigore, negli scorsi mesi, il decreto esecutivo concernente la concessione di contributi per la mobilità aziendale. Si tratta di un breve documento, quattro pagine, che fa seguito alla decisione adottata a fine 2015, quando il Gran Consiglio ha votato e approvato la costituzione di un fondo per il finanziamento di provvedimenti in tal senso.
La somma a disposizione della Sezione della mobilità del Dipartimento del territorio è di due milioni di franchi, che le autorità sperano di poter elargire nei prossimi anni a quelle aziende che proporranno dei progetti, interessanti e validi, al fine di migliorare la mobilità della loro ditta nel nostro cantone.
Per capire i motivi che hanno portato il Ticino a stanziare una somma così importante e invogliare l’attuazione di misure incisive, è sufficiente percorrere alcune delle più frequentate arterie stradali, oppure anche solamente ascoltare Infostrada. Traffico intenso, colonne e rallentamenti sono ormai all’ordine del giorno, con conseguenze negative su vari fronti: dalle perdite di tempo all’inquinamento ambientale (fonico e atmosferico), fino al decadimento della qualità di vita generale. Situazione che sta diventando normale, ma che non deve esserlo.
Anche i dati presentati dalla Sezione della mobilità sono impressionanti: dei 212mila che lavorano in Ticino, di cui 63mila frontalieri, l’85 per cento utilizza l’automobile per gli spostamenti pendolari casa-lavoro, dove il grado di occupazione è di 1,07. Ciò significa che, in media, su cento automobili solo sette sono occupate da almeno due persone. Ma non è tutto: ogni giorno in Ticino circolano 168’400 automobili unicamente per gli spostamenti casa-lavoro, una quantità che allineata coprirebbe la distanza tra Lugano e Napoli (842 Km). Facile intuire come intervenendo in modo deciso in questo settore si possano ottenere a breve e con pochi sforzi dei risultati importanti.
Ridurre il numero di automobili in circolazione è proprio l’obiettivo primario del decreto sulla mobilità aziendale: se si riuscisse solo a far salire due persone sulla stessa automobile ecco che il numero di automobili si dimezzerebbe. Dei calcoli semplici che fanno capire come anche con la più classica delle misure, il car pooling (condivisone dell’auto) si può contribuire al miglioramento della caotica situazione viaria.
Ma i due milioni stanziati dal Gran consiglio vanno ben oltre questa semplice soluzione, dato che lo scopo è di ottenere dei risultati ancor più rilevanti, a favore della qualità di vita di tutta la popolazione del cantone. Ai contributi, inoltre, possono accedere tutte le aziende, sia piccole sia grandi. L’importante è che i progetti generino un’effettiva diminuzione del numero di automobili in circolazione ogni giorno sul tragitto casa-lavoro.
Proprio per informare le ditte e per invogliare le stesse ad adottare misure sostenibili, la Sezione della mobilità ha organizzato lo scorso ottobre un pomeriggio di formazione, al quale hanno potuto partecipare persone già attive in quest’ambito, ma anche enti pubblici e organizzazioni che intendono inserire la figura del mobility manager nel proprio organico. Il mobility manager è infatti la figura di riferimento all’interno dell’azienda in tema di mobilità: solitamente già parte dell’organico, è colui che redige la richiesta di finanziamento, che promuove il cambiamento, sensibilizza, divulga e informa i colleghi di lavoro, favorendo l’attuazione delle misure e garantendone il monitoraggio.
La mobilità aziendale, come ribadito in occasione della giornata di formazione da Federica Corso Talento, capo dell’Ufficio della pianificazione e tecnica del traffico del Cantone Ticino, «dovrebbe diventare un tema di ogni azienda, da discutere alla pari di altri settori».
Ma quali sono le misure finanziate dalla Sezione mobilità? L’ente promotore può, per esempio, beneficiare di un contributo per l’allestimento di un piano di mobilità aziendale, ossia un progetto che permetta ai dipendenti (di un’azienda o di più aziende unite in un piano di comparto) di attuare metodi di trasporto sostenibili, in pratica per ridurre gli spostamenti in automobile. Come detto è la figura del mobility manager ad occuparsi del progetto, ma può avvalersi di un consulente, un tecnico specializzato che elabora questi piani aziendali o di comparto.
Nel Mendrisiotto è inoltre attualmente attiva anche la figura del coordinatore regionale che, nell’ambito di un progetto pilota, supervisiona e coordina i vari Piani promuovendo ulteriori sinergie fra aziende a comparti.
La richiesta dei contributi va effettuata mediante l’apposito formulario e inoltrata prima d’effettuare gli interventi, proposte che – come detto – devono garantire un’effettiva riduzione degli spostamenti. Rientrano dunque anche l’utilizzo di biciclette aziendali, pensate sia per trasferte brevi tra casa e lavoro, sia per degli spostamenti professionali. In questi casi si possono ottenere contributi per l’acquisto di biciclette (elettriche o convenzionali) così come per l’installazione di pensiline e posteggi.
Una parte dei contributi è prevista pure per l’acquisto di furgoncini o autobus per il trasporto di persone, ma anche per altri tipi di contributi alla mobilità sostenibile, come per esempio infrastrutture per favorire il lavoro da casa (telelavoro) con tecnologie di videoconferenza. Tra i motivi che spingono a recarsi al lavoro in automobile, sovente vi è la necessità di effettuare ulteriori fermate e spostamenti prima, dopo o tra gli orari d’impiego.
Ecco che la disponibilità di un asilo nido aziendale permetterebbe di togliere tale bisogno, alla pari della presenza di una mensa per eliminare i molti spostamenti registrati sulla pausa di mezzogiorno. Queste soluzioni vengono quindi pure sostenute dal decreto sulla mobilità, dato che possono rendere superfluo uno spostamento e quindi togliere un’altra automobile dalle strade.
Dal canto suo, Migros Ticinopromuove, ad esempio, un incentivo aziendale a sostegno di una mobilità sostenibile concedendo lo sconto del 50 per cento a tutti i collaboratori per l’abbonamento Arcobaleno (il 35% lo paga Migros Ticino + un 15% la Comunità tariffale Ticino e Moesano).
A parte il car pooling, anche le navette aziendali sono delle valide alternative per ridurre il traffico aziendale, come mostrato dal progetto pilota MobAlt che in soli tre mesi (da novembre 2015 a febbraio 2016) è riuscito a coinvolgere diverse aziende nel Mendrisiotto e istituire cinque differenti navette (poi diventate sei) che hanno permesso a oltre 200 lavoratori di lasciare a casa l’automobile.
Dall’esperienza di MobAlt è quindi nata la Centrale di mobilità che si prefigge di creare una rete di contatti tra le aziende, raccogliere dati e proporre quindi misure adatte alle varie situazioni riscontrabili nel cantone.
MobAlt è stato un progetto pilota di successo che ha dimostrato come per tutte le aziende ci siano delle soluzioni per ridurre il traffico viario. Con i due milioni a disposizione, mettere in atto queste misure dovrebbe essere ancora più allettante, e tutto a beneficio sia dell’ambiente, ma soprattutto della qualità di vita dei lavoratori e di tutta la popolazione.