Il senso di Marco Gaia per le nuvole. Parafrasando il celebre romanzo di Peter Høeg, al responsabile del Centro regionale sud di MeteoSvizzera non manca certo la passione e la competenza nel pronosticare il tempo che farà scrutando il cielo. O meglio, con il suo staff di una trentina di collaboratori che occupano la sede di Locarno-Monti, saper interpretare gli innumerevoli dati che provengono da radar e stazioni meteorologiche di tutta la Svizzera per formulare le previsioni testuali «just in time» che saranno inserite nell’App di MeteoSvizzera consultata da migliaia di utenti ogni giorno. «In effetti da qualche decennio non stiamo più con il naso all’insù, a perlustrare formazioni nuvolose, alte e basse pressioni e direzione dei venti, bensì davanti ad uno schermo di PC scandagliando webcam, numeri, algoritmi, grafici. Il nostro lavoro, con il progresso tecnologico, è radicalmente cambiato, ma resta la conoscenza, l’esperienza e l’intuito nell’interpretare la grande mole di informazioni che riceviamo e allestire, dunque, delle previsioni meteorologiche affidabili. Quando entrai in MeteoSvizzera, nel 2001, fui assunto come previsore del tempo, oggi invece selezioniamo meteorologi, vale a dire consulenti che forniscono alle autorità preposte o ai privati informazioni più dettagliate ed esaustive, tramite le nostre “expertise”, sulle proiezioni elaborate dai supercalcolatori». L’expertise umana rimarrà ancora a lungo importante, ma già oggi senza i supercalcolatori non sarebbe possibile fornire la quantità di previsioni localizzate richieste dagli utenti, sottolinea Marco Gaia mentre lo intervistiamo via Skype a causa delle limitazioni dettate dall’emergenza sanitaria.
Laureatosi in fisica al Politecnico di Zurigo, appassionato di montagna, il responsabile di Locarno-Monti non è approdato subito alla meteorologia. Per quasi dieci anni, infatti, si è dedicato all’insegnamento al CSIA e all’Istituto svizzero di pedagogia per la formazione professionale. Poi il concorso a MeteoSvizzera e dalla cattedra è passato ad osservare il cielo per interpretarne gli «umori» e prevedere le bizze del tempo. Previsioni, occorre dirlo, sempre più affidabili anche a medio o lungo termine. Come le recenti e copiose precipitazioni all’inizio del mese di ottobre, preallertate con diversi giorni di anticipo tramite la App del servizio meteorologico nazionale, una delle più scaricate in assoluto in Svizzera.
«L’errore nella nostra professione c’è sempre stato, c’è ancora e ci sarà sempre – precisa –. Magari non sarà più clamoroso, come qualche decennio fa, quando capitava di emanare una previsione errata sostanzialmente per mancanza di mezzi tecnici. L’atmosfera terrestre però è un sistema non lineare, caotico quindi, e in certe situazioni ci può essere qualche sorpresa nonostante oggi la meteorologia disponga di una dovizia di mezzi tecnici, stazioni di misura, radar, satelliti e quant’altro. L’imprevedibilità della natura è un dato di fatto, noi possiamo solo formulare degli scenari indicando la probabilità che essi avvengano», spiega Gaia. Che proprio riferendosi all’inizio di ottobre ricorda: «La perturbazione, proveniente da sud, con forti venti di scirocco e che prevedeva, nello scenario più probabile, copiose precipitazioni con una media di 250 lt/mq nelle 24 ore, era stata individuata circa una settimana prima. Poi, sulla base di previsioni divenute via via più affidabili, abbiamo lanciato l’allerta vera e propria di grado 4 il giorno prima, come da protocollo. Nonostante fosse dunque tutto previsto, ci sono state delle sorprese: a Camedo in 24 ore sono caduti ben 411 lt/mq, valore superiore, ad esempio, alla tragica alluvione della Maggia dell’agosto del 1978».
È indubbio che fenomeni atmosferici estremi, come le cosiddette «bombe d’acqua» piuttosto che i prolungati periodi di siccità o canicola, stiano caratterizzando sempre più il clima mondiale e continentale. La Svizzera, negli ultimi decenni, è stata interessata più volte da fenomeni eccezionali: c’è da attendersi qualche uragano anche nelle Alpi? chiediamo al nostro competente «mago della pioggia». «Voglio essere chiaro: uragani e tornado, fenomeni disastrosi e che, anche per motivi spettacolari, stuzzicano la fantasia popolare, da noi non si vedranno mai. Certo è che alcuni eventi meteorologici ad alto impatto, che comunque ci sono sempre stati, si stanno verificando con maggiore frequenza. Statisticamente il cambio più chiaro, a livello globale e locale, è quello della temperatura media, che si sta sensibilmente innalzando a causa del surriscaldamento dell’atmosfera provocato dalle emissioni di gas ad effetto serra da parte delle attività umane», sottolinea Marco Gaia.
Il quale, per poter affinare le previsioni a corto termine, soprattutto per ciò che riguarda le precipitazioni, con il suo staff ha da qualche anno a disposizione cinque radar posizionati in altrettante regioni svizzere. «Vorrei sottolineare che quello che appare pubblicamente, vale a dire le previsioni meteo, è solo la punta dell’iceberg del nostro lavoro. La maggior parte del personale di MeteoSvizzera lavora “dietro le quinte” nella gestione degli strumenti di misura e nello sviluppo dei metodi di previsione. Locarno-Monti, ad esempio, è il centro di competenza nazionale per i radar meteorologici. Tutto iniziò con Jürg Joss, giovane neolaureato del Politecnico di Zurigo che negli anni 60 sviluppò la meteorologia radar in Svizzera, proprio da Locarno-Monti. I radar meteorologici sono in grado di scansionare l’atmosfera a 360° e rilevare ogni cinque minuti, e a largo raggio – circa 250 km in larghezza e 15-18 km in altitudine – lo stato delle precipitazioni e gli spostamenti delle zone di precipitazione. Da Locarno-Monti si gestisce l’intera rete di radar meteorologici, mettendo a disposizione i dati radar a tutti gli utenti, interni e esterni a MeteoSvizzera. Ad esempio tramite l’animazione delle precipitazioni che appare sull’App di MeteoSvizzera, funzione che mi risulta sia molto apprezzata dagli utenti», conclude Marco Gaia.