Celeste come il fiocco del primo bambino nato a inizio anno in Ticino: è il colore che spicca nell’animale scelto da Pro Natura come ambasciatore dell’anno 2023. «Per la verità, dobbiamo parlare di un’ambasciatrice: la cavalletta celeste (ndr: il suo nome scientifico Oedipoda caerulescens è meno poetico e più complicato). Potenzialmente minacciata e protetta a livello nazionale, è stata scelta per attirare l’attenzione sull’importanza di tutelare e ripristinare i suoi ambienti di vita originari naturali che sono in mutamento: paesaggi golenali, prati e i pascoli secchi, e alcune zone urbane specifiche come siti ferroviari o parchi cittadini». Così la portavoce del sodalizio, Serena Britos, introduce il nostro viaggio alla scoperta di questo Ortottero che «padroneggia l’arte del mimetismo ed è maestro di comparse ad effetto».
«Di modeste dimensioni (il maschio va dai 20 ai 29 millimetri e la femmina dai 13 a un massimo di 23), vive solo pochi mesi e sverna sotto forma di uovo. Quando è in volo spicca la particolarità delle sue ali posteriori celesti con un’evidente fascia trasversale nera, mentre quando è al suolo presenta un colore talmente ben adattato al terreno che è davvero difficile individuarla persino a distanza ravvicinata. Finché non ci si avvicina troppo, perché allora la cavalletta celeste balza in aria spiegando le sue ali turchesi e nere». È un attimo fuggente: «Nemmeno il tempo di rendersene conto e ammirare il sorprendente gioco di colori dai quali prende il nome, e l’insetto torna a terra venendo letteralmente inghiottito dal paesaggio, in un gioco mimetico da prestigiatore».
In Svizzera è diffusa soprattutto in Vallese, lungo il versante meridionale del Giura e nel nostro Cantone: «Ma la si può incontrare anche in altre regioni a differenti altitudini, dai fondovalle fino a circa duemila metri. Non dimentichiamo però che si tratta di un animale protetto che si può catturare solo per scopi di formazione e ricerca con l’emissione di un’autorizzazione cantonale».
Da noi la cavalletta celeste è in buona compagnia: «Grilli e cavallette (Ortotteri) presenti in Svizzera sono suddivisi in circa 115 specie: solo un piccolissimo gruppo delle circa 30mila specie di insetti fino ad ora descritte e presenti nel nostro Paese». Una diversità di specie e un numero di individui da decenni in forte calo, puntualizza Britos: «Le popolazioni di Ortotteri sono uno specchio fedele di questa drammatica perdita che ci permette di prendere coscienza del fatto che oggi il 60 per cento delle specie di insetti è minacciato».
La storia sembra ripetersi per ogni specie cosiddetta «a rischio», mentre le responsabilità ricadono a cascata sempre sull’essere umano e sui suoi comportamenti sovente inopportuni nei confronti dell’ecosistema. Per quanto attiene alla cavalletta celeste, scarseggiano sempre più i paesaggi golenali ricchi di specie con ampie distese di ghiaia, vittime dello sfruttamento idroelettrico e delle opere di correzione dei corsi d’acqua. Non va meglio per prati e pascoli secchi: «Negli ultimi cento anni, cementificazione, concimazione e avanzata del bosco ne hanno ridotto la superficie del 95 per cento».
Ed ecco l’ennesimo appello: «È imperativo rinaturare i fiumi, preservare le golene, passare a un’agricoltura più rispettosa della natura, usare e curare adeguatamente gli ambienti creati dall’uomo diventati habitat sostitutivi per la cavalletta celeste e altre specie». Infatti, ogni specie vive e si sviluppa in un ambiente a lei confacente ed essa non fa eccezione: «Le piace il caldo che però non deve essere eccessivo; per il fatto che è ectotermica (ndr: la sua temperatura corporea dipende da quella dell’ambiente esterno), è essenziale che possa trovare riparo sotto un leggero strato di vegetazione per evitare di surriscaldarsi. Inoltre, un ambiente temperato è essenziale pure per proteggere dalla disidratazione le uova deposte al suolo, mentre il tetto verde funge anche da mensa perché la nostra cavalletta segue una dieta sostanzialmente vegetariana, senza disdegnare una carogna di tanto in tanto».
Fra le responsabilità umane parrebbe esserci un risvolto positivo che attiene al riscaldamento globale, ma si tratta solo di un fuoco fatuo: «La cavalletta celeste ama il caldo così come molte altre specie di insetti; se da un lato l’aumento delle temperature permetterebbe a specie come questa di occupare nuovi ambienti adatti a essa, d’altro canto il riscaldamento globale non si rivela essere affatto positivo a causa di una serie di difficoltà che comporterà come, ad esempio, una carenza di acque pulite e fresche necessarie alle larve per il loro sviluppo: cosa che continua a essere una delle principali cause della perdita di specie, ambienti ed ecosistemi».
Una minaccia seria, motivo per il quale l’associazione sostiene che le due crisi, quella della biodiversità e quella climatica, possono essere affrontate e risolte solo tutti insieme. Nell’accendere i riflettori sulla cavalletta celeste, Pro Natura ricorda il proprio impegno a favore delle riserve («Ne gestiamo a tutela più di 700 in ogni regione elvetica, alcune delle quali racchiudono paradisi naturali effimeri che offrono casa alla nostra ambasciatrice 2023»), insieme alla propria dedizione all’educazione ambientale nelle scuole e nelle attività con adulti alla scoperta e nel rispetto di tutte le specie.