Con il riconoscimento conferito lo scorso ottobre all’Associazione dei castanicoltori della Svizzera italiana il Premio Schulthess per i giardini, attribuito ogni anno dall’organizzazione Patrimonio svizzero, è giunto per la prima volta in Ticino. Più conosciuta nella nostra regione per altre iniziative come il Premio Wakker, il Tallero d’oro e le Vacanze in edifici storici, l’organizzazione attiva nell’ambito della cultura architettonica ha voluto lanciare un chiaro segnale al sud delle Alpi, riconoscendo l’impegno profuso sull’arco di più decenni nel nostro cantone e nel Grigioni italiano a favore della cultura del castagno, recuperata e valorizzata. Il premio, consegnato nel mese della raccolta, funge inoltre da incentivo per nuovi progetti in un settore sviluppatosi grazie alla collaborazione di più enti, l’Associazione dei castanicoltori da un lato, i proprietari, i produttori e l’ente pubblico dall’altro, come sottolineato anche nelle motivazioni del Premio Schulthess per i giardini.
Il nome del premio potrebbe trarre in inganno. Istituito nel 1998 grazie al lascito dei coniugi Georg e Marianne Schulthess-Schweizer di Rheinfelden (AG), ha ricompensato negli anni la cura e la manutenzione di giardini e parchi storici, ampliando poi il concetto ad altri interventi dell’uomo volti a preservare la natura. Ne è un esempio recente la Fondazione ProSpecieRara (2021), come pure nel 2020 le rive dei fiumi e del lago della Città e del Canton Zurigo. Anche nella Svizzera italiana viene premiata un’iniziativa di questo genere, risalente addirittura agli anni Ottanta, in anticipo quindi sulla costituzione dell’Associazione dei castanicoltori. Le persone implicate sono però le medesime, primo fra tutti il presidente del sodalizio Giorgio Moretti. Ingegnere forestale allora attivo presso la Sezione forestale del Cantone, assieme ad altre persone sensibili al tema collaborò all’avvio in quegli anni di progetti specifici per contrastare l’inselvatichirsi delle selve. Giorgio Moretti è quindi una delle memorie storiche del ripristino della cultura del castagno, albero che a partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso, perdendo la sua funzione di sussistenza, era stato abbandonato a se stesso.
«Uno dei primi compiti dell’Associazione – ricorda Giorgio Moretti – è stato quello di identificare e conservare le numerose varietà di castagne. Informazioni raccolte dapprima dai ricercatori grazie alle testimonianze delle persone anziane di allora. Primaticce, tardive, piccole, grandi, di alta quota e via dicendo, se ne contano circa una cinquantina. Questa ricchezza era essenziale per rispondere alle esigenze dei diversi usi e diversificare il rischio. Oggi, grazie alle selve di Cademario e Biasca, le più note e antiche varietà ticinesi sono riunite e tutelate come patrimonio genetico futuro. Questi luoghi sono anche apprezzate aree di svago». Precisa al riguardo il presidente: «Abbiamo collaborato sin da subito con i patriziati (proprietari dei terreni), l’ente pubblico che ha fornito ai proprietari i sussidi disponibili, i produttori e non da ultimo i rappresentanti del settore turistico. Grazie a questi ultimi, ad esempio, è oggi possibile percorrere il Sentiero del castagno nel Malcantone. Non abbiamo inoltre voluto interferire con attività già consolidate come la ricerca sulle malattie o lo studio degli alberi monumentali di cui si occupava e si occupa tuttora l’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio WSL».
Fra i progetti chiave dell’Associazione figura la raccolta. Gestiti inizialmente dai suoi membri, i quattro centri di raccolta cantonali sono oggi affidati a un professionista che si occupa della rivendita del prodotto fresco come pure di alcuni suoi derivati. La castagna è quindi ritornata a essere un prodotto ricercato e di conseguenza una fonte di guadagno. «Effettivamente constatiamo una riscoperta a tutto tondo del castagno», precisa il nostro interlocutore. «Viene apprezzato per il suo valore paesaggistico, ecologico e direi persino emozionale. Abbiamo assistito pure alla ripresa di tradizioni quali il carico della grà che si svolge con successo in varie località, oltre a promuovere iniziative concrete come la pubblicazione annuale del bollettino “il Castagno” e la vendita di grembiuli per la raccolta delle castagne. Con il Grigioni italiano i rapporti sono incentrati sullo scambio di esperienze essendo le gestioni simili, anche se la Val Bregaglia può vantare maggiore continuità nella preservazione delle selve, mai del tutto abbandonate».
Quali le prospettive dopo l’attribuzione del Premio Schulthess per i giardini dotato di 25mila franchi? Risponde Giorgio Moretti: «Il premio conferitoci da Patrimonio svizzero è per noi motivo di gratificazione, soprattutto perché riconosce il valore di un progetto regionale di valenza nazionale che ha reso possibile ridare al castagno la sua dignità, preservando un patrimonio ambientale, storico e culturale. Oggi sembra quasi scontato passeggiare in una bella selva castanile, raccogliere le castagne in autunno, partecipare a feste legate a questo frutto, ma quarant’anni fa non è stato evidente avviare questo percorso costruendo dal nulla una preziosa rete di collaborazioni. Per i Cantoni Ticino e Grigioni rappresentiamo una piattaforma che permette di condividere il sapere che ruota attorno alla cultura del castagno. Uno dei nostri prossimi obiettivi è di portare questo sapere nelle scuole. Grazie al Premio potremo sviluppare il progetto Scuola in selva sul modello della Scuola in fattoria promossa dall’Unione Contadini Ticinesi». Altro ambito nel quale i castanicoltori desiderano muoversi è quello della formazione, intesa quale preparazione semiprofessionale in grado di fornire basi teoriche e pratiche su operazioni quali la potatura o la messa a dimora.
Da oltre San Gottardo, in particolare dal segretariato generale di Patrimonio Svizzero a Zurigo, c’è pure gratitudine, in questo caso per il lungo e intenso lavoro svolto dall’Associazione dei castanicoltori della Svizzera italiana. «Lo spirito e la devozione delle persone che animano l’associazione hanno colpito la Commissione Premio Schulthess per i giardini», spiega Stefania Boggian, responsabile di progetto Cultura architettonica presso Patrimonio Svizzero. «L’Associazione è riuscita a inglobare un insieme di azioni, persone e luoghi assicurando un impatto su larga scala. Inoltre il sapere raccolto attraverso la rete realizzata partendo dalla Svizzera italiana va anche a beneficio delle organizzazioni che promuovono la castanicoltura in altri cantoni».
Riguardo al meccanismo di attribuzione del Premio, la rappresentante dell’organizzazione nazionale precisa: «La Conferenza dei presidenti di Patrimonio Svizzero decide su proposta del Comitato al quale è sottoposta la scelta effettuata dalla Commissione. Quest’ultima lavora sull’arco di più mesi, selezionando i progetti, incontrando i loro rappresentanti, visitando i luoghi e impregnandosi dell’atmosfera e dell’energia delle persone che ruotano attorno alle iniziative prescelte. Questo aspetto ha giocato un ruolo nell’attribuzione del Premio Schulthess per i giardini 2022».
Per l’occasione, come avviene dal 2013, è stato pubblicato un volumetto – quest’anno bilingue italiano e tedesco – con informazioni, curiosità, testimonianze e illustrazioni su passato e presente della cultura del castagno nella nostra regione. L’opuscolo (ottenibile sul sito www.heimatschutz.ch/shop), racchiude il prezioso lavoro svolto dall’Associazione dei castanicoltori della Svizzera italiana, portandolo nel contempo all’attenzione nazionale, così come il Premio Schulthess per i giardini costituisce da parte sua sia un riconoscimento sia un incentivo per il futuro.