(Keystone)

Cammineremo sul Verbano?

Isole di Brissago – Una passerella lunga più di 3 chilometri le vorrebbe collegare ad Ascona: il progetto fa discutere
/ 29.10.2018
di Roberto Porta

Non sembra esserci pace tra chi cerca di immaginare il futuro turistico e anche territoriale del Locarnese. Dapprima, fino allo scorso settembre, la regione si è divisa per capire se dare il proprio nullaosta alla creazione di un Parco Nazionale. Bocciato quel progetto, pensato per la montagna, ora lo scontro si è trasferito sulle acque del lago Verbano. A far discutere di questi tempi è infatti la «passerella», l’idea di collegare Ascona alle isole di Brissago con una lunga pedana galleggiante.

«Sono diversi gli obiettivi che vogliamo raggiungere attraverso questo progetto – ci dice Benjamin Frizzi, portavoce dei promotori del progetto e vicedirettore dell’Organizzazione turistica Lago Maggiore e Valli – Tra i nostri scopi principali c’è senza dubbio il rilancio turistico del parco botanico dell’isola, che sta attraversando un periodo di difficoltà, con un sensibile calo del numero di visitatori e quindi anche delle entrate finanziarie. Con la passerella vogliamo in particolare prolungare la stagione turistica per poter attirare villeggianti su tutto l’arco dell’anno».

I promotori del progetto denominato «Wow – Walk on Water» mirano a camminare sull’acqua grazie ad una passerella lunga 3,2 chilometri e larga 14 metri, con partenza dal vecchio porto di Ascona. Lungo quel percorso ogni mezzo chilometro vi saranno delle piazzole, con posti di ristoro, servizi igienici e attracchi per le imbarcazioni di servizio. Si stima che questo investimento da 25 milioni potrebbe generare un indotto per la regione pari a mezzo miliardo di franchi, per i cinque anni di apertura previsti, a partire probabilmente dal 2020. Ben 220mila i cubi di polietilene che daranno forma a questa pedana, su cui dovrebbero transitare tra le mille e le duemila persone al giorno. 

Questa in breve sintesi la «scheda tecnica» della struttura che nelle scorse settimane è stata posta in consultazione e che gode del sostegno politico dei comuni della regione e del governo ticinese. Diverse comunque le critiche che hanno alzato onde di polemiche attorno al progetto. Tra le voci più pungenti quella della Società ticinese per l’arte e la natura (STAN) e delle associazioni «sorelle» a livello nazionale: Heimatschutz Svizzera e la Fondazione svizzera per la tutela del paesaggio. «Si tratta di un progetto unicamente commerciale, mercificato nel peggiore dei modi – afferma Benedetto Antonini, vice-presidente della STAN – Questa passerella è contraria all’idea stessa di isola. Si va sulle isole di Brissago per apprezzare la natura e non lo si può fare nella massa dei turisti che si prevede di far transitare sulla passerella. Anche per questo motivo ritengo che questa iniziativa sia diseducativa».

Una struttura che dal punto di vista legislativo si vuole inserire nel piano cantonale dei percorsi pedonali e dei sentieri escursionistici. «Anche questa è un’idea sbagliata – fa notare ancora Antonini – costruire in mezzo al lago è vietato. Faccio notare che non si tratta di un sentiero, la passerella sarà larga ben 14 metri, sarà una sorta di autostrada. E poi chi ci garantisce che rimarrà soltanto per cinque anni». L’idea di una pedana verso le isole, a partire però da Brissago, era già stata lanciata dai Verdi ticinesi nel 2016. Ecologisti che oggi si dicono pronti a sostenere la passerella di Ascona, a condizione però che vi sia un progetto dettagliato per la gestione del traffico e una pianificazione precisa dei parcheggi e dei mezzi pubblici a disposizione dei turisti. 

«Non ci eravamo di certo illusi, sapevamo che la nostra iniziativa avrebbe sollevato anche delle critiche – ci dice Benjamin Frizzi, portavoce dei promotori della passerella – Siamo soddisfatti del sostegno avuto tra i comuni della regione e dal governo. Noi siamo sempre pronti al dialogo per trovare insieme le soluzioni necessarie alla realizzazione di questo progetto. Sottolineo comunque che in questa fase non possiamo di certo ancora entrare nei singoli dettagli dei tanti ambiti che verranno toccati da questa iniziativa». Protezione dell’ambiente, organizzazione dei trasporti, navigazione e gestione di venti e temporali: queste alcune delle problematiche che la passerella porta con sé. Per non parlare della questione centrale, quella dei finanziamenti, visto che c’è da coprire una fattura di 25 milioni di franchi. «Da questo punto di vista noi siamo tranquilli – sottolinea ancora Benjamin Rizzi – abbiamo il sostegno di buona parte delle banche ticinesi, che si sono dette pronte ad appoggiare questa iniziativa. Ci sono poi diversi investitori privati, anche in questo caso ticinesi, che hanno già sottoscritto delle lettere di intenti a garanzia del loro sostegno finanziario». 

La palla al momento si trova comunque a Bellinzona, dove le autorità cantonali stanno analizzando i risultati della consultazione che si è conclusa negli scorsi giorni, per fare un primo bilancio, tecnico ma anche politico, di questa iniziativa. E per capire se sul Verbano – in una sua versione decisamente biblica – si potrà davvero camminare sull’acqua.