Cambiano i motori e il linguaggio

Motori - Più le auto si fanno elettriche e più abbiamo nuovi acronimi inglesi da imparare
/ 17.06.2019
di Mario Alberto Cucchi

Mhev, Hev e Phev. Sono acronimi con i quali gli automobilisti devono iniziare a familiarizzare. La prossima auto di famiglia potrebbe essere una di queste. Ma cosa significano queste sigle? Innanzitutto va detto che siamo nel mondo delle auto che godono di supporti elettrici alla trazione. Mhev sta per Mild Hybrid Electric Vehicle, ovvero veicolo ibrido elettrico leggero. 

È la porta di accesso all’elettrificazione e contribuisce già oggi alla crescita di veicoli ibridi sul mercato poiché si tratta di un sistema di dimensioni ridotte e poco complesso rispetto ai tradizionali sistemi ibridi. Con il Mild Hybrid viene montato un impianto elettrico parallelo alimentato da batterie a 12 o 48 volt che lavorano insieme a un motore elettrico di piccole dimensioni. Tra le sue caratteristiche, quella di recuperare energia durante le frenate. Questa energia viene utilizzata per aiutare l’auto durante le fasi di partenza, quelle in cui si consuma di più. 

E la marcia elettrica? La maggior parte dei Mhev possono al massimo percorrere uno, due chilometri in modalità totalmente elettrica, quel tanto che basta per utilizzare l’auto in alcune zone a traffico limitato in cui le auto con motore termico non possono entrare. Tipico di molti Mhev 48 volt è la possibilità di veleggiare, il cosiddetto sailing. In pratica quando il conducente toglie il piede dall’acceleratore a una velocità compresa tra i 55 e i 160 km/h, l’auto può proseguire la marcia per inerzia fino a 40 secondi con il motore completamente spento, entrando nella cosiddetta modalità di veleggiamento. 

A velocità più basse, invece, la fase start/stop inizia già a 22 km/h. Il sistema di gestione della trazione utilizza le informazioni provenienti dal navigatore e dai sensori di bordo per decidere quando è più conveniente spegnere il motore o recuperare energia. Una delle situazioni tipiche in cui viene attivato il recupero è quando viene rilevato un veicolo che precede: in questa fase il sistema fa decelerare l’auto mediante il BAS, generando energia per poi stoccarla nella batteria o usarla direttamente per alimentare i servizi elettrici accessori. 

Passiamo alla seconda sigla: Hev che sta per Hybrid Electric Vehicle ovvero semplicemente veicolo ibrido elettrico. Qui le dimensioni e la complessità del motore elettrico crescono, ma resta l’autonomia ridotta a pochissimi chilometri nella marcia totalmente elettrica. I consumi si riducono ancor di più e migliorano anche le prestazioni proprio perché si tratta di un ausilio più importante. Questa tipologia di auto ricarica le batterie esclusivamente grazie all’utilizzo del motore termico. 

Eccoci infine ai Phev, Plug-In Hybrid Electric Vehicle. I famosi ibridi Plug-In in cui le batterie si possono ricaricare attaccandosi alle colonnine o anche tramite la corrente fornita dalla presa di casa. Questi ultimi permettono di viaggiare a zero emissioni con un’autonomia di circa 50 chilometri e a una velocità massima che può raggiungere i 130 chilometri orari. I tempi di ricarica attuali? Vanno dalle circa due ore e mezza della BMW 225 XE alle sette ore della Range Rover P400e. Con i Phev per ora aumentano, e di molto, i prezzi di acquisto a causa del costo maggiore di motore e batterie.  

Ecco perché quest’anno assisteremo a una piccola invasione di auto equipaggiate con il sistema ibrido Mhev che senza troppe complicazioni viene abbinato sia ai propulsori alimentati a benzina che a quelli a gasolio. Tra gli ultimi Mild Hybrid a 48 volt che hanno debuttato sul mercato troviamo la Kia Sportage Mhev: basata sul motore diesel 2.0 CRDi viene offerta con cambio automatico e trazione integrale nella ben accessoriata versione Style. Il prezzo? 43’950 franchi.