Cambiano i direttori di tre testate

Media – Alla fine dell’anno tre testate giornalistiche in Ticino cambieranno direttore, «Corriere del Ticino» e «laRegione» hanno già nominato i successori, si attende la RSI
/ 19.10.2020
di Enrico Morresi

È un caso straordinario, con ogni probabilità casuale: alla fine dell’anno tre testate giornalistiche in Ticino cambieranno direttore. Due dei nuovi titolari sono già stati nominati: Paride Pelli al «Corriere del Ticino» e Daniele Ritzer a «laRegione»; del terzo, alla Radiotelevisione, si attende la nomina da parte della Direzione generale della SSR. Sono designazioni importanti perché riguardano la cabina di comando di organi «classici» d’informazione: due testate fondate addirittura nell’Ottocento, della terza essendo superfluo additare l’importanza dopo la votazione federale del 2018.

Di Fabio Pontiggia era nota la volontà, mai esplicitata ma neppure smentita, di uscire di carica prima dell’età della pensione («Azione» del 16 dicembre 2019). Giornalista esperto, a «Gazzetta Ticinese» dal 1983, al «Corriere» dal 1991, rientrato nel 2007 dopo un periodo come collaboratore personale della consigliera di Stato Marina Masoni, era direttore dal 2017. Liberale, ma non di partito, critico ma non negatore del moderno stato sociale, si è fatto apprezzare soprattutto per la chiarezza dell’argomentazione e la pertinenza delle conclusioni. Non so se apprezzasse le scelte grafiche e la svolta in chiave regionale di cui dirò tra poco: si è avuta, anzi, l’impressione che non fossero scelte sue. Molta influenza deve avere esercitato, invece, il suo successore: Paride Pelli, giornalista da una ventina d’anni. Al quale va dato atto di aver sfruttato bene, come «direttore operativo», le possibilità di interazione con gli utenti offerte dalle moderne tecnologie. A me personalmente, cresciuto nei giornali di carta, dà emozione poter leggere il «Corriere» a mezzanotte sul laptop di casa, come altri lo possono sul proprio smartphone.

Obiezioni mi sembra invece di poter muovere alla nuova grafica: per l’abuso di titoli e foto sproporzionatamente grandi in capo a notizie di media o piccola importanza e per la prima pagina concessa titoli e foto riferiti a cose locali anche di poca o media importanza. Càpiti quel che vuol capitare, il titolo principale a tre o quattro colonne è quasi sempre riservato alla scena ticinese. Sopravvalutazione delle realtà locali? Diniego o chiusura di fronte alla complessità del mondo? Sarà un bravo direttore, allora, Paride Pelli? Sarà capace di offrirci editoriali della stessa qualità delle buone firme, nazionali ed estere, che Pontiggia vi ha riunito? Rispondo che, al limite, questo non occorre: e penso a Giulio de Benedetti direttore della «Stampa» di Torino nel secondo dopoguerra, oppure a Vittore Frigerio direttore del «Corriere del Ticino» per tantissimi anni: gestori di collaboratori illustri, personalmente contenti di svolgere un ruolo – da questo punto di vista – meno da opinionista e più da garante. A Paride Pelli, comunque sia, i miei auguri.

A «laRegione» è un altro par di maniche. Intanto, al direttore congedato mancano molto più di due anni al pensionamento e Matteo Caratti non ha mai accennato agli sperati ozi di un imminente buen retiro. Le poche ragioni avanzate dall’editore hanno a che fare con le solite lagne, del mondo mediatico che è cambiato e perciò e perciò. Del nuovo direttore, Daniele Ritzer, si sa che è da un paio d’anni al giornale come vicedirettore e che frequenta il Corso di formazione per giornalisti, particolare maliziosamente sottolineato in un comunicato dell’associazione professionale. Auguri anche a lui. Quanto a Matteo Caratti, l’uscente, dirò che ha servito bene il giornale nei due decenni (dal 1999) in cui è stato direttore. Taglienti e spesso severi (qualche volta eccessivi) i suoi giudizi – e perciò si è fatto odiare da moltissimi – quasi mai però infondati. Inoltre, negli ultimi anni, ha dimostrato una cresciuta capacità di riconoscere i retroterra culturali diversi dal suo – come il liberismo, o le religioni – lasciando molti spazi di libertà ai suoi redattori.

«LaRegione» sceglie pure da tempo di «aprire» con un maxi-titolo di traverso alla prima pagina, riservato a eventi (o non-eventi) locali. Per questo si può dire che abbia anticipato i cambiamenti del «Corriere». Il giornale soffre di problemi di impaginazione meno gravi di quelli del giornale concorrente (ma i due si stampano nella stessa tipografia…). Qui, come là, la divisione in due quaderni non aiuta a mettere in sequenza le pagine secondo una gerarchia plausibile. Ma alla «Regione» la grafica è meno tumultuosa, la pagina ordinata, belle le foto… e lo scapricciato supplemento del venerdì piace di sicuro ai lettori per età convinti che il mondo sia nato con loro.

Un’osservazione in margine. La «Dichiarazione dei doveri e dei diritti del giornalista», che la proprietà, sia del «Corriere del Ticino» sia de «laRegione», è tenuta rispettare in quanto i due giornali appartengono all’associazione nazionale degli editori e sono quindi partner del sistema-Consiglio-della-Stampa, chiede il rispetto del diritto di consultazione della redazione «in caso di cambiamenti importanti» (lett. d della Dichiarazione dei diritti). Non risulta che la norma sia stata applicata quando è stato annunciato il nome dei due nuovi direttori.