Varcando le Alpi per uno dei nostri tanti valichi, il paesaggio cambia molto in fretta: dai boschi di latifoglie a quelli di abete rosso e larice è questione di minuti. Più in alto, anche il bosco cede il passo a singoli alberi, dapprima maestosi, poi contorti e sempre più piccoli finché restano solo bassi cespugli, prati, roccia, neve e ghiaccio. Scena familiare per molti; sorprende però scoprire che una buona fetta della Svizzera, più o meno un terzo, si situa al di sopra del limite superiore degli alberi, una barriera definita dalla temperatura e che, alla nostra latitudine, è fissata a circa 2000 metri di quota. Si potrebbe pensare che, in quelle dure e difficili condizioni, freddo, vento, mesi e mesi di neve, la vita sia povera e poco variata.
In realtà, da dove finiscono i boschi su fino ai ghiacci e alle vette più alte, vive un quarto di tutte le piante a fiori della Svizzera e anche la varietà di muschi, licheni, funghi e animali è notevole. La sorprendente ricchezza di specie in questo solo apparentemente desolato scenario è dovuta alla straordinaria concentrazione di svariati habitat spesso di dimensioni anche ridotte dentro un piccolo territorio. Per la ripidità dei versanti, si possono trovare a breve distanza condizioni climatiche affatto diverse, dovute alla differenza di altitudine. Sul fondovalle per esempio un clima di tipo insubrico e, lontano solo un paio di chilometri, ma verso l’alto, condizioni artiche. Per trovare simili contrasti, ma in pianura, dovremmo spostarci di migliaia di chilometri.
Altre differenze nascono dalla diversa esposizione dei pendii: a solatío, verso sud, può fare molto caldo mentre poco più in là, alla stessa quota, ma sul versante opposto, la temperatura può essere inferiore di molti gradi. Ma anche la struttura stessa della superficie, la sua topografia, crea un mosaico di piccoli habitat fra conche e dossi, pianure e piccole valli con microclimi, durata dell’innevamento, disponibilità di acqua e nutrimento diversi. La varietà minerale del suolo, la presenza di sorgenti, ruscelli, laghetti, pietraie contribuiscono ancor più alla diversificazione degli habitat e, di conseguenza, alla varietà di forme di vita che, nell’insieme, costituiscono la biodiversità.
Al centro della nostra catena alpina, al Passo della Furka, fra Uri e Vallese, spartiacque fra i bacini di Reno e Rodano, si riuniscono tutte queste condizioni d’alta montagna per formare una zona ricca di biodiversità, un vero e proprio «hotspot» di biodiversità alpina. Proprio qui, a 2450 metri d’altitudine, si trova ALPFOR, «Alpine Forschungs – und Ausbildungsstation Furka», la stazione per la ricerca e la formazione alpina, nata per iniziativa dell’Istituto di botanica dell’Università di Basilea, in collaborazione con l’esercito svizzero e la corporazione Ursern di Andermatt. Durante quattro giorni di luglio si sono riuniti qui 47 specialisti provenienti dalla Svizzera e dall’estero, per compilare un inventario della biodiversità, il progetto «Hotspot Furka», sguinzagliati alla ricerca di ogni forma di vita, anche la più minuscola.
Il risultato è davvero impressionante: 2098 specie rinvenute e determinate, dalle piante ai funghi, dagli insetti agli uccelli, fra cui 43 assolutamente nuove per la Svizzera. I ricercatori, ognuno secondo la sua specialità, hanno passato al setaccio undici habitat terrestri, diversi habitat acquatici e, per le specie più mobili, come uccelli e mammiferi, l’indagine si è estesa a una zona più ampia, indipendente da habitat specifici. Fra gli habitat terrestri, suddivisi in superfici da 400 a 600 metri quadrati e di cui sono state determinate anche caratteristiche fisiche come la temperatura, figuravano vallette nivali, margini proglaciali, diversi tipi di prato e torbiere. Sfogliando la bella e riccamente illustrata pubblicazione «Hotspot Furka» che presenta i risultati di questa «quattro giorni» di ricerca sul campo, ci si immerge in una stupenda varietà della quale non si può non rimanere affascinati.
Dapprima le piante a fiori, con ben 304 specie, una diversità dovuta anche alla vicinanza fra due tipi di suolo diversi, calcareo e siliceo, e che, oltre ad essere importante per la vita animale, è determinante per frenare l’erosione. Sorprendentemente ricco di specie è il margine proglaciale, dove spicca il ranuncolo glaciale, Ranunculus glacialis, pianta che detiene probabilmente il primato assoluto di altitudine con oltre 4000 metri e che cresce anche nelle regioni artiche. I muschi non fanno fiori ma, con i loro verdi cuscinetti sono particolarmente attraenti e molto importanti come riserve d’acqua, specie pioniere che preparano il suolo per altre piante e non da ultimo come habitat per numerosi piccoli animali. Con trecento specie ritrovate fra il Passo e la vetta del piccolo Furkahorn a 3026 metri, la Furka è stata definita un eldorado dei licheni.
Questi strani esseri, connubio di fungo e alga, possono vivere per secoli, attaccati a una roccia ma se ne trovano anche in mezzo all’erba e sono cibo per molti animali, preparano il suolo, frenano l’erosione, ospitano una tipica fauna. Anche i funghi, con 313 specie di cui tre nuove per la Svizzera, sono ben rappresentati. La ricerca non ha trascurato gli unicellulari, come le curiose amebe con guscio, visibili solo al microscopio, importanti per l’equilibrio del suolo e che trascorrono la loro esistenza soprattutto dentro i cuscinetti di muschio.
Impressionante è la varietà degli animali. Nei laghetti sono state individuate fra l’altro minuscole chiocciole d’acqua e molluschi bivalvi. Rare e piccole lumachine terrestri costruiscono la loro conchiglia sfruttando le vene affioranti di roccia calcarea. Nei prati di festuca violacea, tipica graminacea alpina, edificano i loro piccoli nidi diverse specie di formiche. Proprio fra gli insetti si trova un’enorme abbondanza sia di individui che di specie. Solo di api sono state determinate 25 specie diverse, di vespe 42 specie, 150 specie di ditteri, oltre cento specie di farfalle, 111 specie di coleotteri. Dove ci sono insetti non possono mancare i ragni, davvero abbondanti: 40 specie, in media 130 ragni al metro quadrato. Una rapida stima valuta a oltre un quintale all’ettaro di insetti divorati in una stagione!
Fra gli animali di taglia maggiore, una bella varietà di anfibi, fra cui la salamandra nera, e di rettili. Di uccelli sono state avvistate ben 14 specie: nell’albergo Furkablick a 2440 metri di quota nidifica perfino il balestruccio. Il gruppo dei mammiferi è ben rappresentato: dai piccoli toporagno, alla marmotta fino ai grandi cervi, camosci e stambecchi. Raro spazio incontaminato d’Europa, la Furka con tutto l’ambiente alpino merita d’essere sempre meglio conosciuta, per poterla ancor più apprezzare e proteggere.
Informazioni
www.alpfor.ch