La Sponda Sinistra di Bellinzona – che comprende la Valle Morobbia e le zone collinari di Camorino, Giubiasco, Ravecchia e Daro – merita attenzione. Seguendo la strada intrapresa dalla Sponda Destra, la Città ha fatto elaborare uno studio per mettere in rete i vari progetti e svilupparli nei prossimi anni. Una strategia precisa e volta a migliorare l’attrattiva di quella regione e a valorizzare iniziative che negli anni hanno seguito un loro iter senza però essere inserite in un discorso più ampio e quindi più efficace. L’obiettivo è quello di avere un insieme di offerte da promuovere al meglio da parte dell’Organizzazione turistica regionale (Otr), ma anche di far conoscere ai residenti una regione ancora poco frequentata.
I progetti spaziano dal recupero delle selve castanili e dell’attività agricola all’Alpe Gesero, alla valorizzazione dei Fortini della fame, passando per lo sviluppo di percorsi per mountain bike o al recupero dell’antico villaggio di Prada, fino ad arrivare alla ristrutturazione della capanna Cremorasco e la valorizzazione di quella del Gesero. E si accenna anche a un progetto ad ampio respiro come la creazione di un Parco naturale regionale del Camoghè. Con il responsabile del Dicastero Territorio e mobilità (DTM) e vicesindaco della Città Simone Gianini abbiamo voluto capire l’iter del progetto. «Lo studio – evidenzia – è nato dalla volontà di far conoscere meglio il nostro territorio dopo l’aggregazione dei tredici ex Comuni. Tra le varie attività che la nuova Bellinzona ha voluto mettere in campo vi era anche l’attuazione, poi confluita nel Programma di azione comunale, di studi che avessero uno sguardo d’insieme della regione, in questo caso della sponda sinistra del fiume Ticino».
Come ricorda lo stesso Gianini, la Sponda Destra aveva già realizzato un approfondimento in tale senso «con un masterplan su iniziativa dell’Ente autonomo di diritto comunale Carasc (EAC), già costituito prima dell’aggregazione degli ex Comuni di Monte Carasso e Sementina. Insieme ad altri enti promotori sono stati messi nero su bianco e poi realizzati diversi progetti che oggi vengono coordinati dall’EAC. Un lavoro importante del quale oggi si raccolgono i frutti a vantaggio di tutto il territorio. La Sponda Sinistra era invece ancora disarticolata, con idee interessanti, ma bisognose di rilancio e messa in rete. Ecco perché, raccogliendo un’esigenza espressa dalla Fondazione Valle Morobbia, il Municipio ha deciso di promuovere uno studio d’insieme».
Un lavoro che è stato realizzato tra il 2019 e il 2020. Coordinato dal DTM, è stato affidato a esperti del settore (lo studio Flury&Giuliani), i quali hanno usato una metodologia precisa: da un lato hanno intervistato gli attori presenti sul territorio (patriziati, privati, associazioni, fondazioni, ecc.), dall’altro hanno organizzato i risultati emersi, focalizzandosi su tre assi strategici di sviluppo. Uno relativo alla promozione dei percorsi escursionistici storico-culturali; un secondo asse riguardante gli eventi e le attività sportive (come la Giubiasco-Carena o la Morobbia Trail); mentre il terzo asse portante è quello della natura e dello sviluppo agricolo-turistico, grazie alla valorizzazione degli alpi, delle capanne, delle funivie, ecc.
«Il documento – che è stato nel frattempo approvato dal Municipio – ha individuato diversi progetti concreti da sviluppare, ciascuno con la propria scheda. Inoltre, lo studio ha visto nella Fondazione Valle Morobbia l’organo idoneo per il coordinamento nel breve-medio termine». E come aggiunge lo stesso vicesindaco: «Lo scopo ultimo è quello di far apprezzare, sia ai turisti sia agli autoctoni che magari non conoscono la regione queste perle, e il modo migliore per farlo è svilupparle e metterle in rete».
Da sottolineare che gli enti presenti sul territorio non perderanno la loro autonomia gestionale e continueranno a portare avanti i vari progetti, cercando i finanziamenti (pubblici e/o privati) per poterli sviluppare al meglio. «Anche in questo senso il coordinamento servirà ad aiutare i vari promotori a raccogliere i fondi necessari», conclude Gianini.
Come detto un ruolo decisivo, sia nella promozione iniziale dello studio sia ora nella governance ce l’ha la Fondazione Valle Morobbia. In proposito abbiamo sentito il presidente Paolo Oppizzi per capire come stanno procedendo i lavori dopo lo studio. «Facciamo anzitutto un passo indietro, esordisce Oppizzi, la Fondazione è da tempo che chiedeva uno strumento sul quale basare una strategia complessiva per la regione e devo dire che abbiamo trovato in Gianini e nel Municipio un sostegno importante per attuare questa richiesta all’indomani dell’aggregazione. Lo studio è stato lo strumento del quale avevamo bisogno per sviluppare i vari progetti e metterli in rete».
E adesso? «Stiamo cercando un coordinatore del progetto a cui affidare il tutto, una persona adeguata al compito e che magari conosca già la regione. Nel contempo, stiamo anche cercando i fondi per poterlo stipendiare. Ovviamente le due operazioni sono strettamente interdipendenti». Il nuovo coordinatore in un primo tempo dovrà approfondire la realtà, i progetti e prendere contatto con gli enti e le associazioni già presenti sul territorio. In un secondo tempo dovrà gestirli e promuoverli.
Diversi i progetti che si intende sviluppare sin da subito. Come aggiunge lo stesso Oppizzi: «Tra i primi che desideriamo portare avanti vi è sicuramente la sistemazione della segnaletica dei sentieri, ma anche la valorizzazione del Maglio e del forno fusorio, situati a 900 metri di altezza, per i quale era stato fatto un restauro oltre 10 anni or sono. Inoltre, vogliamo promuovere e far conoscere le antiche attività siderurgiche. Un’area che comprende un gran numero di siti estrattivi, soprattutto sotterranei, inizialmente sfruttati nel XV e XVIII secolo, ripresi nel XIX secolo. Due elementi che fanno parte della Via del ferro: un itinerario tematico transfrontaliero alla scoperta dei siti che fino all’inizio del XVIII sec. caratterizzavano il territorio dell’alta Valle Morobbia e la Val Cavargna. Ma non è tutto. Per gli appassionati sportivi si sta cercando di sistemare un ciclopercorso transfrontaliero per mountain bike, mentre uno è già stato inaugurato. Entrambi i progetti sono stati ideati su incarico della Fondazione e successivamente ripresi dalla Città. Inoltre, quest’anno dovremmo acquisire dalla Città due caserme destinate alla demolizione da Arma Suisse: due edifici storicamente interessanti e con un grande potenziale. E sul medio termine sarebbe molto utile sviluppare il settore della ristorazione che nella regione presenta interessanti possibilità di ampliamento».
Insomma, restando in tema culinario, c’è tanta carne al fuoco e molti progetti pronti per essere sviluppati e dare alla Sponda Sinistra il rilievo e l’attenzione che chiede a pieno diritto.