Tra tutti i musei etnografici del cantone quello di Sonogno ha sicuramente il privilegio di sorgere proprio in mezzo al paese: la soglia di Casa Genardini, collocata infatti sull’ampia e rinnovata piazza del nucleo, offre al visitatore una sorta di «porta temporale» in cui viaggiare all’indietro nella storia della Valle Verzasca e, in fondo, di tutte le nostre valli di montagna.
L’antica costruzione a tre piani, mantenuta essenzialmente nella sua fisionomia antica, ci permette davvero di respirare l’aria del passato, di percepire concretamente la dimensione di una realtà famigliare vissuta in spazi ristretti e precari. L’esperienza è importante e ci permette di valutare, diremmo quasi anche solo sensorialmente, in modo più obiettivo, la differenza tra ieri ed oggi.
Casa Genardini ospita attualmente un’esposizione permanente inaugurata a Pasqua del 2021 dall’Associazione Museo di Val Verzasca, il sodalizio che ne gestisce l’attività. La mostra «Spazzacamino!» offre un tema di riflessione che, di nuovo, vuole confrontare la vita passata della regione con quella attuale, e lo fa toccando un tema importante e dalle dimensioni anche drammatiche: quello, appunto, dello sfruttamento del lavoro minorile.
La Valle Verzasca, come le altre valli del versante sud alpino, è stata caratterizzata in passato da una particolare forma di maltrattamento: molti piccoli verzaschesi dell’800 e del primo 900 erano costretti a lasciare la loro regione per essere impiegati come spazzacamini nelle città, in Ticino e in Nord Italia. La loro piccola corporatura permetteva loro di compiere lavori anche terribili e il livello del loro sfruttamento era tale da lasciare una profonda scia di dolore nella loro vita. La testimonianza forse più conosciuta di quella tradizione è contenuta nel romanzo di Lisa Tetzner, I fratelli neri, un libro molto apprezzato in particolare nella Svizzera tedesca. L’esposizione di Sonogno quindi prende spunto da questo ricordo del passato, che viene opportunamente «sceneggiato» nelle varie stanze di Casa Genardini, per creare un ponte con il presente e più in generale con il tema del lavoro minorile, una realtà tutt’altro che dimenticata e fuori dall’attualità.
Attraversando i vari spazi del museo si inizia quindi dalla descrizione delle condizioni di vita in una tipica casa verzaschese del passato, per mostrare quanto la povertà e le ristrettezze materiali costringessero le famiglie a mettere al lavoro anche i membri più piccoli. Passando di vano in vano si arriverà fino ad una stanza arredata, invece, come un’abitazione contemporanea. Gli oggetti usuali del nostro vivere quotidiano qui sono etichettati, per mostrare quanta parte della loro produzione, in alcune zone del mondo, è ancora oggi affidata alle piccole mani dei bambini. Il contrasto tra cucina dell’800 e cucina del 2000 all’interno dello stesso stabile è incredibilmente eloquente, ma ancora più eloquenti sono alcuni filmati che documentano la diffusione del lavoro minorile oggi.
L’esposizione cerca in molti modi di coinvolgere direttamente i visitatori, sia adulti, sia bambini, e ricorre a vari stratagemmi tecnologici per permettere di toccare con mano ed esplorare con occhi e orecchie vari aspetti del tema affrontato. Pure nella cornice così antica, la visita si tiene in effetti all’insegna delle nuove tecnologie museali, raggiungendo l’esito più affascinante nella zona della soffitta. Nella penombra, che va esplorata con una finta lampada a petrolio, è stata ricostruita la misera stanzetta di un piccolo spazzacamino, con pochi oggetti e un precario pagliericcio. Mentre in sottofondo alcune voci registrate raccontano testimonianze dell’epoca, lì di fronte una bellissima sezione interattiva permette di sfogliare un grande volume che contiene alcuni capitoli del libro della Tetzner, illustrati con animazioni digitali dell’incisore Hannes Binder.
La visita è pensata per vari tipi di pubblico e in particolare per famiglie con bambini e le scolaresche: è a loro disposizione materiale didattico di vario formato e ci sono poi postazioni di riflessione pensate proprio per permettere ai più piccoli di avvicinarsi al tema. Nel punto di mediazione «Basta poco per essere un Supereroe», ad esempio, i bambini sono invitati a scegliere un’azione quotidiana da compiere una volta tornati a casa, per dare un proprio contributo concreto al problema del lavoro minorile.
Alla fine della visita, tornando sulla piazza antistante a Casa Genardini, in questo angolo di valle che pare così discosto e lontano dal mondo quotidiano e dalla modernità, si volge lo sguardo alla splendida cornice di montagne che circondano Sonogno ma si conserva un pensiero di solidarietà sociale, attuale e concreto, che ci lega all’attualità. La mostra dedicata ai bambini spazzacamino e al lavoro minorile è sostenuta dalla Commissione culturale del Consiglio di cooperativa di Migros Ticino.
Dove e quando
Museo Val Verzasca, Sonogno,
Orari: ma-do 11.00-16.00, lu chiuso.
www.museovalverzasca.ch
Bambini al lavoro ieri e oggi
Il Museo di Val Verzasca ha allestito un’esposizione permanente dedicata ai piccoli spazzacamini e al lavoro minorile
/ 06.09.2021
di Alessandro Zanoli
di Alessandro Zanoli