Sono atterrati alle Azzorre per una vacanza, spronati verso questa meta da altri, ma una volta lasciato l’aeroporto sono stati avvolti dalle mille sfumature bluastre delle rigogliose ortensie che in giugno caratterizzano le isole dell’arcipelago vulcanico situato in mezzo all’Atlantico. La scelta di cambiare luogo nonché stile di vita, che stentava a trovare il posto ideale dove concretizzarsi, è apparsa all’improvviso chiara e condivisa. Esther e Davide, nati e cresciuti nel Mendrisiotto, vivono da un anno e mezzo con le loro tre bambine – Alaska, Nouméa e Siena – sull’isola di São Miguel. Li abbiamo incontrati a fine aprile nella loro gelateria in una delle viuzze del capoluogo azzorriano Ponta Delgada durante una vacanza che solo alla vigilia della partenza ha conosciuto questo valore aggiunto con la curiosità di cercare in Google «ticinesi che vivono alle Azzorre».
La giovane famiglia Spinedi-Butti (40 anni Davide, 38 Esther) non è l’unica ad aver scelto il solitario arcipelago portoghese quale destinazione di un viaggio di sola andata partendo dalla Svizzera italiana. La stessa Esther ci racconta della presenza sull’isola di una famiglia di Bellinzona e di una coppia grigionese amica dei suoi genitori. Sono questi ultimi, dopo essere andati più volte a trovare i loro amici, ad aver spinto quattro anni fa la giovane coppia verso le Azzorre. Il viaggio ha da sempre unito Esther e Davide, come dimostrano i nomi delle tre figlie in omaggio ad altrettanti luoghi che sono rimasti nei loro cuori. Conosciutisi ventenni, hanno girato il mondo con il sogno divenuto sempre più reale di stabilirsi altrove.
Mentre la piccola Siena (due anni) abbozza i primi disegni su un foglio del nostro quaderno degli appunti, Esther ripercorre l’itinerario delle loro avventure partendo dagli Stati Uniti, dove hanno vissuto e viaggiato fra il 2007 e il 2008 durante un congedo di sei mesi di Davide, all’epoca impiegato quale postino addetto al recapito. San Francisco, Los Angeles, Las Vegas, i grandi parchi, due mesi a New York per imparare l’inglese e poi da lì alla scoperta della costa est. Nei cinque anni seguenti torneranno negli USA diverse volte addentrandosi anche negli Stati centrali come Utah, Colorado e Wyoming. Il primo affascina in modo particolare Davide, ma ancora non è il luogo percepito come possibile «casa». «Eravamo alla ricerca di un luogo diverso dal Ticino – spiega Esther – un luogo caratterizzato da spazi grandi e aperti. Per questo abbiamo compiuto anche una crociera in Alaska, scegliendo poi questo nome per la nostra primogenita nel 2015. In viaggio di nozze siamo andati in Oceania: Australia, Nuova Zelanda fino in Nuova Caledonia. A Nouméa (nome scelto nel 2018 per la seconda figlia) avevamo per certi versi trovato il “nostro” posto, ma era davvero troppo lontano. Poi nel 2018 sono arrivate le Azzorre. Siamo tornati l’anno seguente prima di trasferirci nell’autunno 2020 e ora non sentiamo più il bisogno di spostarci».
La nuova vita a Ponta Delgada e nella vicina Lagoa (dove vivono), avviata durante gli anni della pandemia, ha risentito di questo evento, cogliendone però anche alcuni aspetti favorevoli. Mentre Davide è impegnato nella produzione di gelato per il week-end, Esther prosegue il suo racconto: «Tutti sono sempre stati molto carini, sia con noi, sia con le bambine. Da settembre, quando sarà ammessa anche Siena, frequenteranno la stessa scuola. Essendo arrivati nell’ottobre del 2020, Alaska, con i suoi 5 anni, era consapevole del cambiamento. Lasciata la scuola dell’infanzia di Meride, ha frequentato il nuovo istituto a periodi alterni a causa del Covid-19, ciò che le ha permesso un inserimento graduale. È stata inoltre ben preparata e seguita dalla scuola ticinese. Prima della partenza la classe ha trattato il tema dei vulcani, Alaska è stata salutata con una festa e contatti regolari via Skype sono stati mantenuti per il resto dell’anno scolastico». La scuola privata di Ponta Delgada soddisfa pienamente le aspettative e le esigenze della famiglia Spinedi-Butti. «Gli orari serali sono flessibili, l’istituto ospita diversi animali e una serra didattica, i genitori possono fermarsi per un caffè, utilizzare la palestra e a volte pranzare con i bambini».
I contatti esterni, sempre a causa della pandemia, per il momento sono più intensi con altri espatriati. Vi sono due associazioni che li riuniscono: un gruppo expat frequentato soprattutto da statunitensi – le Azzorre distano solo 2400 km dal continente nordamericano – e un altro gruppo di Famiglie expat. «Siamo arrivati parlando inglese ma non portoghese – prosegue una solare Esther – quindi al momento le mie amiche sono più che altro di origine internazionale, dal Canada a Israele, dal Belgio alla Germania, all’Estonia. L’anno scorso si è verificato un vero e proprio boom di arrivi; da una decina di famiglie riunite per Pasqua nel 2021 si è passati agli attuali 200 iscritti. Le Azzorre sono una terra di nuove opportunità per tutte le età. Fra i nostri amici vi sono coppie che hanno lasciato alle spalle professioni come ingegnere e dentista per aprire un agriturismo. In autunno partirà finalmente un corso di portoghese per expat (rinviato a causa della pandemia) al quale siamo iscritti anche Davide e io. Alaska, adesso in prima elementare, lo parla bene e con Nouméa lo usa anche a casa dove parliamo italiano». Italiano sentito spesso pure durante la nostra permanenza alla gelateria.
Perché una gelateria come attività? Anche in questo caso Esther e Davide si sono lasciati in parte guidare dall’istinto e dal destino. «La prima idea era di aprire un Bed & Breakfast con focus sulle famiglie e sulle biciclette, grande passione di Davide. Abbiamo però capito subito che qui i tempi sono lunghi. Tutto è molto lento, con pregi e difetti di questa attitudine a dipendenza delle situazioni. Una volta, a maggio 2019, sono scesa solo due giorni per vedere un terreno che però nel frattempo era stato venduto. Le nostre ricerche sono proseguite fino a gennaio 2020, quando abbiamo saputo che la gelateria, aperta da una ragazza piemontese quattro anni prima, era in vendita». Ecco quindi Esther e Davide con la responsabilità di un’attività in proprio controbilanciata dalla soddisfazione che ne deriva. Il locale è accogliente e offre un ottimo gelato artigianale con alcuni gusti propri delle Azzorre, legati ai dolci locali e all’indigena produzione di ananas. Sono già stati introdotti alcuni cambiamenti nell’arredo e altri seguiranno. Le fresche e colorate opere appese alle pareti richiamano la nostra attenzione. Scopriamo così che la gelateria è anche un luogo d’arte dove gli artisti possono presentare a turno le loro creazioni. Quando a settembre anche Siena frequenterà la scuola, Esther intende dedicarsi maggiormente alla gelateria, ampliando l’offerta dolciaria. Con la nuova «bici-gelato» si possono già raggiungere i passeggeri delle navi da crociera che sbarcano al porto. Le Azzorre sono storicamente un punto di approdo nella traversata atlantica con Horta, sull’isola di Faial, ultimo porto prima del mare aperto.
Con un’attività lontana dalle loro formazioni iniziali – carrozziere verniciatore lui, impiegata di commercio lei – Davide ed Esther incarnano il desiderio riuscito di cambiare modo di vivere, non da ultimo a beneficio della propria famiglia. La natura lussureggiante – spettacolari i laghi che occupano i crateri dei vulcani – il mare, un clima temperato tutto l’anno e insediamenti a misura d’uomo, sono per Esther e Davide sinonimo di una migliore qualità di vita. Nuovi progetti li attendono e fra un anno saranno probabilmente raggiunti dai genitori di Esther, la madre già pensionata, il padre prossimo a questa scadenza. A noi hanno regalato con simpatia la loro avventurosa storia, condivisa dapprima con il piccolo gruppo con il quale siamo andati alla scoperta delle Azzorre guidati, forse non a caso, da un tour leader ricco di entusiasmo che, abbandonate le vesti del manager, ha trasformato in professione la sua passione per i viaggi.