Un centro di socializzazione dove si svolgono molteplici attività, orti condivisi all’esterno oltre a un’idea originale e innovativa: una casetta da giardino trasformata in luogo di ritrovo, aperta di regola nei pomeriggi del week-end nei pressi del rinnovato parco giochi. Tutto questo è parte della trasformazione di cui ha beneficiato negli ultimi due anni un comparto di Pregassona (quartiere della Città di Lugano) situato lungo il fiume Cassarate. Artefice di questo progetto di valorizzazione e integrazione sociale l’associazione Amélie, nata sulla spinta dell’impegno della locale Commissione di quartiere e sostenuta dalla Città come pure da sponsor privati. I due anni della pandemia sono stati per l’associazione, già premiata a livello nazionale per la sua attività che nasce e si sviluppa dal basso, un periodo di intenso lavoro di cui questi sono i principali risultati.
Una trentina di volontari e un centinaio di partecipanti, in entrambi i casi rappresentanti di diverse nazionalità, sono i numeri di un percorso che in alcuni ambiti fa registrare il tutto esaurito. «Le venti cassette degli orti – spiega Marco Imperadore, presidente e cofondatore dell’associazione – sono tutte attribuite. La lista d’attesa si è formata anche per l’aiuto allo studio e il corso sull’utilizzo del cellulare nella terza età. Siamo all’ascolto della popolazione che manifesta i suoi bisogni ed è fonte di ispirazione. La Casetta Amélie ne è un esempio. Sono infatti i genitori dei bambini che frequentano il parco giochi i primi ad aver chiesto di utilizzarla come una sorta di bar all’aperto. Questo ci indica che il desiderio di ritrovarsi, di identificare un luogo conviviale, di animare il quartiere è vivo e può crescere a partire da piccole iniziative». Ne è un esempio la festa di carnevale del 1. marzo: corteo, musica, animazione e premi organizzati dal Gruppo Eventi Amélie, accompagnati dal servizio di caffè e bibite ai partecipanti. Una casetta pensata inizialmente quale ripostiglio è quindi diventata in breve tempo la nuova chicca dell’associazione. Attorno ad essa per la stagione estiva si desidera promuovere un festival culturale con appuntamenti due volte al mese così da riunire gli abitanti attorno a eventi che potranno spaziare dalla musica alla letteratura, dal teatro alla danza, ai laboratori.
Il fulcro delle attività è però dallo scorso autunno la sede situata in via Ceresio 43. Spazi accoglienti e colorati permettono di offrire attività destinate ad adulti, giovani e bambini. Per i più piccoli è stato allestito un locale adeguato – Il mondo di Amélie – dove le mamme con figli da 1 a 3 anni possono socializzare tre mattine la settimana e per il quale si cercano volontari. La stanza più grande ospita i corsi ma può anche essere trasformata in sede di feste di compleanno e altri eventi. «Le nuove proposte hanno sempre bisogno di un po’ di tempo per trovare riscontro nella popolazione», spiega il presidente. «Contiamo sul passaparola e sulla distribuzione di volantini per incoraggiare le persone a partecipare. I bambini hanno maggiore facilità di contatto e sono preziosi nel mobilitare i loro coetanei e persino gli adulti». Grazie al centro, per il quale è già previsto a breve un ampliamento con l’aggiunta di uno spazio esterno, le attività potranno essere consolidate. Due nuove proposte meritano particolare attenzione. Si tratta del Caffè Amélie e dello Sportello d’aiuto. Il primo risponde all’esigenza di persone di qualsiasi età di ritrovarsi in compagnia per un momento ricreativo, il secondo è invece finalizzato a un aiuto mirato.
Durante la nostra visita nella sede dell’associazione abbiamo incontrato due volontarie che contribuiscono ad animare gli incontri del Caffè Amélie il venerdì pomeriggio dalle 14 alle 16.30. Loredana Maresca e Estefania Prados provengono da esperienze di vita diverse, ma sono accomunate dal desiderio di aiutare gli altri. «Manca ancora uno zoccolo duro che partecipi regolarmente – spiegano le due volontarie – però gli incontri sono sempre allegri. Se finora ci si è concentrati sull’aspetto conviviale, l’intenzione è di proporre in futuro anche attività creative, momenti di lettura, musica e canto, oltre ad appuntamenti informativi legati in primo luogo alla salute e all’alimentazione». Se Loredana ha molto tempo da investire nel progetto e altre esperienze di volontariato alle spalle, Estefania lavora a tempo pieno quale docente di scuola speciale e investe una consistente parte del suo tempo libero nell’associazione. Ripagata – afferma – dai rapporti umani che si tessono tra i volontari e tra questi ultimi e i partecipanti, al momento per la maggior parte bambini e ragazzi coinvolti nello Spazio giovani, coordinato da Daniele Galdi, in sede e nello sport non agonistico.
Céline Keles è un’altra volontaria, punto di riferimento dello Sportello d’aiuto che lei stessa ha promosso. Così spiega la sua iniziativa: «Durante la tesi per il Bachelor in Lavoro sociale che sto conseguendo alla SUPSI ho effettuato uno stage presso la Città di Lugano, potendo constatare come in particolare i residenti stranieri fatichino a sapere quali siano i loro diritti e doveri e a quali servizi rivolgersi. Una consulenza individuale può quindi orientare sulle prestazioni di cui possono beneficiare. Li aiutiamo nella redazione di lettere formali, accompagnandoli se necessario ai servizi pubblici e privati preposti». L’appuntamento può essere fissato in ogni giorno della settimana chiamando prima lo 076 213 08 98 dalle 10 alle 17.
Tutte le mansioni sono svolte da volontarie e volontari tranne le pulizie, impegno quotidiano per il quale ci si è affidati a una persona retribuita. «Ogni volontario è responsabile di un determinato settore – Loredana degli eventi, Stefania dei corsi, Céline del Caffè Amélie e dello Sportello d’aiuto, Daniele del Centro giovani – contribuendo comunque anche ad altre attività», precisa il presidente che nel comitato è affiancato dall’altro cofondatore, Ihsan Alpen. Marco Imperadore non nasconde che in questi due anni l’associazione ha conosciuto qualche assestamento, a livello di comitato come fra i volontari. «Desideriamo sviluppare una determinata visione del progetto che deve essere condivisa», afferma aggiungendo che al momento si punta soprattutto a consolidare quanto messo in campo finora, sempre in stretta collaborazione con le associazioni presenti sul territorio. Un impegno riconosciuto nel 2020 dalla Società svizzera di utilità pubblica che lo ha finanziato quale progetto pilota e da «engagement-locale» per il ruolo del volontariato nella promozione della coesione sociale. Sempre attuale è inoltre la volontà di fungere da esempio per altre realtà locali e non. Grazie all’intercessione di un membro del Comitato permanente sugli italiani nel mondo e la promozione del sistema Paese della Camera dei deputati, il progetto luganese prossimamente potrà essere presentato a Roma. Il favoloso mondo di Amélie, titolo del film francese del 2001 al quale è ispirato il nome dell’associazione in virtù della generosità della protagonista, non solo è approdato a Lugano, ma è destinato a farsi conoscere anche all’estero.