Lavinia Sommaruga mi apre la porta dell’ufficio di Alliance Sud a Lugano-Besso facendosi largo fra i cartoni del trasloco. In realtà, più che di trasloco, si tratta di una liquidazione totale, per chiusura definitiva. Con il pensionamento della responsabile si esaurisce infatti l’attività di coordinamento delle maggiori ONG svizzere (Swissaid, Azione Quaresimale, Helvetas, Caritas, Pane per tutti, Suisse Solidar e Terres des Hommes) a Sud delle Alpi.
Nei cartoni riuniti all’ingresso è raccolta la memoria di oltre 30 anni di politica di sviluppo: articoli, libri, fotografie, dossier. Da uno salta fuori anche un foulard. È quello che Lavinia indossava il 22 marzo (Giornata internazionale dell’acqua) 2001 alla sessione delle Camere federali tenutasi extra muros al Palazzo dei Congressi di Lugano. Ai parlamentari la lobbista delle ONG distribuiva allora una bottiglia di cartone con l’appello ad una Convenzione internazionale per una gestione condivisa dell’acqua, bene universale da proteggere e cui garantire accesso a tutti.
La Convenzione internazionale è rimasta lettera morta, ma la caparbia attenzione alla tematica dell’acqua ha sortito i suoi frutti a livello locale con l’ormai diffuso «centesimo di solidarietà», quello che comuni e aziende dell’acqua potabile oggi devolvono annualmente a progetti di approvvigionamento idrico scelti nei Paesi del Sud del mondo più bisognosi. Ambasciatrice alle maggiori Conferenze internazionali sull’acqua a cavallo del passaggio di Millennio, Lavinia Sommaruga aveva lanciato nel 2004 la campagna del «centesimo», portandola in giro per i comuni della Svizzera italiana. L’obiettivo era quello di mettere in pratica il motto «un’azione locale per un risultato globale» e proponeva di versare un centesimo per ogni metro cubo di acqua consumata annualmente a favore di un progetto di approvvigionamento idrico nei Paesi del Sud. L’idea del «centesimo per l’acqua» aveva attecchito subito a Lamone e di anno in anno ha coinvolto decine di comuni e di progetti.
Ma non tutte le azioni di una trentennale carriera al servizio delle ONG con il motto «impegno e responsabilità» hanno avuto il successo del centesimo di solidarietà per l’acqua… «All’esordio dell’attività lobbistica per la Comunità di lavoro delle ONG – racconta Lavinia trovandosi in mano il primo dossier preparato per i parlamentari a Berna – avevo raccolto e organizzato tutte le informazioni utili a convincere i deputati alle Camere ad accettare un progetto che mirava ad aumentare le importazioni di zucchero dai Paesi del Sud, in particolare da Mauritius e Madagascar. Ricordo ancora la delusione quando per soli sei voti la maggiore importazione sostenuta dalle ONG venne sconfitta. Soli sei voti. Allora me ne feci quasi una colpa… forse avrei potuto convincerne sette in più!».
Da una sconfitta di misura a una semi-vittoria con l’ultima iniziativa seguita in prima persona, quella per multinazionali responsabili lanciata da un’ampia coalizione di organizzazioni della società civile, accolta dalla maggioranza della popolazione ma affossata dalla maggioranza dei cantoni nel novembre 2020. «In realtà – commenta Sommaruga sfogliando l’ultimo dossier riposto nei cartoni – più che la sconfitta dell’iniziativa che ho sostenuto con Alliance Sud, mi rattrista la dura reazione contro le ONG che l’accettazione popolare ha scatenato fra gli oppositori-vincitori».
Tra il primo e l’ultimo dossier archiviato scorrono i ricordi di 33 anni di impegno per uno sviluppo sostenibile, per il commercio equo, per la parità di genere, per la solidarietà internazionale. L’emozione più fresca è quella legata alla sessione delle donne dello scorso ottobre a Palazzo federale: «la soddisfazione di aver condiviso la volontà di promuovere una nuova Svizzera, capace di comprendere e affrontare le nuove sfide».
Dalle pagine dei primi dossier riemerge una foto: lo scatto del 1992 immortala uno stand promozionale dei prodotti Max Havelaar, il marchio del commercio equo solidale su vasta scala. Un’iniziativa elvetica d’avanguardia che la coordinatrice della politica di sviluppo di Alliance Sud sarebbe poi stata chiamata a illustrare fino alla Camera dei deputati italiana nel 1997. Nella foto scattata nella vecchia filiale della Migros di Besso, Lavinia riconosce e ricorda la ragazza che distribuiva gli assaggi di caffè Max Havelaar: è una degli oltre 150 giovani e meno giovani che sono passati nel suo ufficio con un piano occupazionale, un piano d’integrazione, uno stage universitario. «Per ognuno di loro preparavo un progetto che potesse aiutarli a sviluppare le proprie capacità o che potesse servire da esperienza pratica dopo gli studi. Alcuni li ho seguiti nelle tesi di laurea sulle tematiche della politica di sviluppo o della giustizia sociale e globale, ad altri ho potuto affidare delle traduzioni retribuite. Nella sede di Lugano di via Besso 26 mettevamo loro a disposizione dei computer e una volta la settimana la cucina si riempiva per la tradizionale spaghettata…».
Vuotato l’ufficio e inviati i cartoni all’archivio di una delle organizzazioni che compongono Alliance Sud, Lavinia Sommaruga volta pagina. Chissà, qualche futuro progetto per non disperdere la sua vasta esperienza trentennale nel settore non lo esclude, ma il primo pensiero da pensionata lo dedica alla famiglia, ai genitori novantenni a Ginevra. E Roma sarà la meta del suo primo viaggio: la città degli zii Sommaruga, dove anche lei ha trascorso parte dell’infanzia al seguito del papà Cornelio, diplomatico e già presidente del Comitato internazionale della Croce Rossa. Una famiglia in cui la solidarietà affonda nelle generazioni: ai nonni Carlo Sommaruga e Anna Maria Valagussa sono dedicati due ulivi nel Giardino dei Giusti al Parco Ciani di Lugano e nel medesimo Giardino un altro ulivo è dedicato alla trisnonna Marietta Crivelli Torricelli, la «Mamma dei poveri». La prozia è Carolina Sommaruga, che prima di donare nel secondo dopoguerra la romana Villa Maraini alla Confederazione (oggi sede del prestigioso Istituto svizzero nella capitale italiana), fu un’antesignana della microimprenditoria femminile.
E la tradizione di famiglia continua: la figlia di Lavinia, Annalia, laureata in antropologia e geografia si è specializzata in promozione della pace e azione umanitaria e in India ha dedicato una tesi alle sopravvissute alla tratta delle donne. Oggi è cooperante di Comundo in Nicaragua.