Viaggiatori del tempo a Berlino

/ 16.09.2019
di Natascha Fioretti

Berlino si prepara a festeggiare i 30 anni dalla caduta del muro. Tante le iniziative in programma ma una davvero speciale che da qualche settimana tiene banco tra i media e stimola l’interesse dei berlinesi. Si tratta dell’idea di un giovane originario di Dresda che all’epoca della caduta del muro aveva appena 3 anni. Jonas Roth, fondatore e ideatore della startup TimeRide, ha realizzato quello che è un sogno umano ricorrente che ci accompagna e ci affascina sin da bambini: viaggiare nel tempo. Da oggi al numero 91 di Zimmestrasse, vicino a Checkpoint Charlie, nel museo di TimeRide, sarà possibile tornare indietro al 1980 e rivivere in un’esperienza immersiva le atmosfere e i colori del tempo, passare il famoso posto di controllo di Friedrichstrasse con tanto di guardie di confine che chiedono di vedere il passaporto. Simbolo della guerra fredda e una delle più visitate mete turistiche della città, da oggi Checkpoint Charlie ha un’attrazione in più e non da poco.

Quante volte visitando la città con amici in visita per la prima volta mi sono sentita chiedere «qui, dove ci troviamo ora, era est o ovest?» oppure «il muro dove passava? Qui c’era?». Difficile per chi non è mai stato nella città di Wim Wenders orientarsi e immaginarla ai tempi della DDR. In particolare oggi che è un cantiere a cielo aperto mentre tanti angoli e edifici ricostruiti hanno già assunto le sembianze architettoniche uniformi della modernità occidentale.

Il cuore della Germania segnato dalle cicatrici del passato e, al tempo stesso, riempito da un giovane e ambizioso spirito cosmopolita di riscatto, vive da tempo una profonda trasformazione alla ricerca di una nuova identità. Difficile, dunque, scorgere tracce del passato, soprattutto nei punti più turistici, se non fosse per gli occhiali virtuali di TimeRide che per un attimo ci immergono nella realtà virtuale degli anni 80 rispondendo a tante domande e curiosità.

Tra le tante proposte c’è quella di un viaggio in bus, fedelmente ricostruito, di quindici minuti. Preso il biglietto si prende posto vicino al finestrino, si indossano gli occhiali virtuali e si parte dalla Friedrichstrasse per poi raggiungere Gendarmenmarkt, proseguire sulla Leipziger Strasse con i suoi monumentali edifici della DDR fino ad arrivare al monumentale Palazzo della Repubblica tutto in acciaio e le vetrate di color bronzo. Un bel contrasto se si pensa che qui tra pochi mesi verrà inaugurato il nuovo Castello di Berlino. Ma anche nel viaggiare lungo i viali grigi semideserti vedendo passare qualche Trabant o nel riconoscere edifici un tempo simbolo della vita politica e sociale che oggi non ci sono più, cancellati per assecondare il progetto di demolizione dell’Architettura della Repubblica Democratica Tedesca. Un altro esempio è l’edificio in calcestruzzo Ahornblatt, foglia d’acero, sulla Fischerinsel, demolito nonostante le proteste, considerato negli anni 70 un invidiabile esempio di architettura moderna e originariamente concepito come luogo di incontro sociale con ristoranti e negozi.

Come è possibile tutto questo? Per nove mesi più di 7’000 oggetti sono stati ricostruiti tridimensionalmente al computer. La base di lavoro l’hanno fornita materiale fotografico e video storici. Più di 500 edifici scomparsi hanno ripreso forma digitale insieme a 2000 automobili che si muovono per più di 2 km. Tutto è curato nel dettaglio fino alle piccole macchie di ruggine sulle lanterne.

Se avete in progetto un viaggio a Berlino non perdete questa opportunità che, tra l’altro, non è unica nel suo genere. Nel programma ufficiale per i festeggiamenti c’è MauAR un’applicazione in realtà aumentata che tramite smartphone o tablet ricostruisce il muro di Berlino per 160 km. E ci sono due personaggi, un ragazzo di Berlino est e una ragazza di Berlino ovest, che raccontano della costruzione del muro e delle sue conseguenze, ognuno dalla sua prospettiva.

Un bel modo di raccontare e rivivere la storia perché chi c’era non dimentichi e chi è venuto dopo possa conoscere.