Vita da spiaggia romagnola, modello 2022: mamma, nonna, figli/nipoti, eventualmente padre e nonno seduti sotto l’ombrellone con lo smartphone davanti al naso e l’indice strofinante su e giù alla ricerca di chissà cosa. Lo stabilimento balneare è naturalmente fornito di WiFi («la password è la stessa dell’anno scorso» dice tranquillizzante il bagnino) quindi tutti possono godere di libero accesso gratuito alla grande rete dei desideri.
«Come si fa a salvare una videochiamata su Whatsapp? Voglio mandare un pezzetto di video alla Luisa» chiede, bella sdraiata e luccicante di crema solare, la mamma, da dietro ai suoi occhialoni scuri. Si scatena dunque una nuova strofinata collettiva sui display, per vedere se qualcuno, da qualche parte della grande rete, ha spiegato la tecnica.
Occorre ora raccontare un antefatto: qualche settimana prima, da un remoto angolo d’armadio a casa della nonna, era saltata fuori una vecchia scatola di cioccolatini, legata con un elastico, piena di vecchie lettere della bisnonna. Pagine di bella carta leggera, tutte dello stesso formato, che appartenevano a uno di quegli immancabili set da corrispondenza casalinga: erano cartellette di pelle colorata con vari divisori interni, riempiti con fogli, buste, francobolli e magari l’agendina degli indirizzi. Erano come Whatsapp d’antan…
La bisnonna forse non conosceva l’uso della carta assorbente rigata, quella che, messa sotto il foglio su cui si scriveva, lasciava trasparire un affidabile percorso orizzontale, in modo che la mano potesse stendere la grafia in modo uniforme e rettilineo. Le sue lettere, scritte in un arco di tempo considerevole, dagli anni 50 agli 80 del secolo scorso, erano tutte piene di un tratto nervoso, obliquo e irregolare, che indicava ripensamenti, aggiunte, precisazioni, richieste dell’ultimo momento. Leggendole, tutta la famiglia si era lasciata prendere un po’ dalla commozione. Persino le incertezze ortografiche («finalmente abiamo racolto le cigliegie») erano segnali pieni di tenerezza che riportavano alla mente la bisnonna, con i suoi modi di dire, il suo intercalare, con le sue frasi preferite. Era stato un modo per rivivere il passato e per sentirsi vicini alla propria storia famigliare, con affetto.
Proprio su quella esperienza riflette ora la nonna, a voce alta ma senza volerlo: pensando al frammento di videochiamata che sta per essere inviato, ma forse anche ai mille messaggi che ci scriviamo, alle email, ai selfie collettivi, le scappa un «Ma come farete un giorno a ritrovare tutte queste cose?». La frase significa, in senso lato e per una persona di una certa età: «Cosa resterà di me e del mio affetto per voi, in futuro?». Apparentemente nessuno è pronto a raccogliere la riflessione della nonna. Con il naso appoggiato allo schermo tutti sono presi in un universo parallelo e personale dove il presente è eterno, garantito e non negoziabile. Del passato e del futuro non c’è molto tempo di occuparsi. D’altro canto, la nonna stessa riprende il suo discorso inascoltato e si dà una risposta: «Certo che se la bisnonna avesse potuto fare delle videochiamate, sarebbe stata molto felice». Va ricordato, a questo punto, che la signora in questione era madre di tre figlie le quali, sposandosi, erano emigrate ai tre angoli del mondo. Le occasioni per rivederle erano state necessariamente rare e proprio per questo lei aveva iniziato quella regolare e affettuosa corrispondenza con loro.
Nessuno pare cogliere nemmeno quest’ultima osservazione, tranne chi dall’ombrellone contiguo sta seguendo la vicenda. La scena a cui ha assistito casualmente porta chi scrive queste righe a riflettere su un altro episodio: ricorda infatti di aver raccolto con una certa meraviglia le considerazioni di un amico, il quale rievocava l’esperienza del lockdown con sorprendente nostalgia. L’amico aveva sempre sofferto di un certo raffreddarsi dei rapporti con la figlia, la quale, crescendo, aveva perso confidenza e affettuosità. Ma infine osservava: «Parliamo di più da quando ci vediamo in video di quando vivevamo nella stessa a casa. Scambiamo confidenze impensate fino ad oggi. Quando finirà il Covid, come faremo?». Ci piacerebbe raccontare l’aneddoto alla nonna dirimpettaia, ma è già mezzogiorno e, spedendo ognuno l’ultimo messaggino, la comitiva famigliare è tornata a casa. Avessi il suo numero, le manderei un vocale…