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Una pizza al carbone per digerire?

/ 25.04.2022
di Laura Botticelli

Gentile Laura, non so se posso farle questa domanda o no, ma siccome riguarda il cibo provo a sottoporgliela. Ho 67 anni e soffro di difficoltà digestive e gonfiore. L’altra sera sono uscito a mangiare una pizza con amici e ho provato quella al carbone e non mi ha recato il fastidio abituale, che temevo. Ne ho parlato con una mia amica e mi ha detto che lei prende spesso il carbone attivo per aiutarla a digerire. Cosa mi sa dire in merito? Potrei prenderlo pure io? Ha effetti collaterali? / Sandro

 

Gentile Sandro, il carbone vegetale o carbone attivo è una polvere ottenuta dal legno carbonizzato ed è quindi una sostanza organica naturale. Nel 2012, l’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha dichiarato che l’uso del carbone vegetale è privo di rischi e quindi viene utilizzato in qualità di integratore alimentare e come additivo di tipo colorante.

Gli integratori a base di carbone vegetale sono effettivamente consigliati per il trattamento dei disturbi intestinali quali flatulenza e gonfiore, grazie alle sue proprietà di assorbimento. Ha un effetto benefico quando viene consumato in dosi da 1 grammo almeno 30 minuti prima di un pasto e subito dopo. Per la preparazione dei prodotti da forno vengono utilizzati invece 15-20 g di carbone vegetale per ogni kg di farina, ciò significa che le quantità che vengono utilizzate e consumate sono intese più come additivo di tipo colorante e non è ancora possibile dire a livello scientifico se fornisce effettivamente benefici per la salute usato in questa maniera.

La sua aggiunta come colorante nei prodotti da forno ha una funzione dubbia anche perché non è ancora noto se questi benefici siano ugualmente presenti nel momento in cui il carbone vegetale viene inserito come ingrediente in una matrice alimentare complessa come può essere una pizza. Nell’Unione Europea, dal 2016 ne è vietato l’utilizzo nel pane e nei prodotti simili come appunto la pizza e la focaccia, perché in essi la normativa prevede il divieto assoluto di utilizzo di coloranti e additivi in generale. Il suo utilizzo è permesso invece in quelli che vengono definiti «Prodotti da forno fini» che includono principalmente prodotti di pasticceria e alcuni prodotti salati, e ne è possibile l’utilizzo sulla base della formula del «quanto basta». In questo caso è comunque vietato vantarne gli effetti benefici per il corpo umano.

In Svizzera invece lo si usa ancora come additivo colorante (E153) e quindi lo si trova in alcune pizzerie come alternativa alla normale pizza.

A livello di salute le uniche controindicazioni sono che il carbone vegetale ha la capacità di legare tutto ciò che transita lungo il canale digestivo, anche sostanze nutritive come alcune vitamine e minerali, così come i farmaci, rendendoli inaccessibili. Per quel che concerne invece l’ambito alimentare non ci sono controindicazioni per il consumo di alimenti integrati con il carbone attivo. Tuttavia, proprio a causa della loro azione anti-nutrizionale, si raccomanda di evitare di consumarlo se si assumono contemporaneamente farmaci durante i pasti o se si ha una condizione critica relativa al proprio stato nutrizionale.

Per concludere e rispondere a tutte le sue domande le posso dire che non conosco il suo stato di salute attuale e se assume farmaci, quindi le consiglio di parlarne col suo medico di famiglia per sapere se sia il caso di prendere o no il carbone attivo. Per quel che concerne la pizza non so dirle come mai non le abbia dato fastidio, poiché i fattori possono essere davvero molti, tra cui il suo semplice essere particolarmente in forma quella sera, o il non aver assunto alcolici (la famosa birra che molte persone preferiscono mangiando una pizza, può dare fastidio alla digestione) oppure la qualità delle materie prime aggiunte alla pizza… Direi infine che anche il tipo di pizza scelta può incidere: la semplice «Marinara» è sicuramente più leggera di una «Crudo e mascarpone».

Ad ogni modo, se si è trovato bene e la sua salute glielo permette, può sempre ritornarci un’altra volta e mangiarla per togliersi la voglia di pizza senza, le auguro, i noiosi «effetti collaterali».