Di recente è uscito il nuovo rapporto del Consiglio federale sullo spostamento del traffico pesante dalla strada alla rotaia sul percorso che attraversa le Alpi. È un lungo resoconto (più di cento pagine) su quella che può tranquillamente essere chiamata una vera fatica di Ercole. Questa politica ha preso il via dalla votazione popolare del 1994 con la quale venne approvato il nuovo articolo 84 della Costituzione federale che per l’appunto chiede di spostare, nella misura massima del possibile, il traffico pesante attraverso le Alpi dalla strada alla rotaia. Veniva poi concretizzata nella legge federale sullo spostamento del traffico pesante del 1999 e in misure di legge susseguenti, con le quali si cercava di dar seguito all’articolo sulla protezione delle Alpi.
Il Consiglio federale riferisce ogni due anni, con un apposito rapporto, sul modo in cui avanza la realizzazione di questa finalità. Consideriamo dapprima i numeri. All’inizio di questo secolo, il traffico stradale di mezzi pesanti attraverso le Alpi svizzere aveva raggiunto una quota massima di 1,4 milioni. L’obiettivo della politica federale era di ridurre questo effettivo a 650mila unità entro la fine del 2018. Dal rapporto succitato veniamo a sapere, però, che, nel 2018, il traffico stradale di mezzi pesanti attraverso le Alpi svizzere è stato ancora di 941’000 camion: l’obiettivo dunque non è stato raggiunto. Nonostante gli investimenti fatti nella realizzazione delle nuove trasversali ferroviarie alpine e nonostante le altre misure di contenimento, non si è purtroppo riusciti a dimezzare (questo era praticamente l’obiettivo iniziale della politica di trasferimento) il traffico stradale. La riduzione ottenuta sin qui è pari a 1/3 circa dell’effettivo di mezzi pesanti che attraversarono le Alpi su strada nel 2000.
Insomma, ridurre il traffico stradale di mezzi pesanti attraverso le Alpi spostandolo verso la ferrovia sembra proprio essere una fatica di Ercole. I pareri sul perché la realizzazione dell’obiettivo di questa politica avanza più lentamente del previsto sono naturalmente diversi. I promotori dello spostamento pensano che le misure adottate sin qui siano troppo blande e che occorrerebbe obbligare le aziende di trasporto ad utilizzare il treno piuttosto che l’autostrada attraverso le Alpi. L’Associazione dei trasportatori, naturalmente, è di parere contrario. Nella sua presa di posizione sul nuovo rapporto approva l’obiettivo del trasferimento e non si oppone a un rafforzamento dei controlli sul traffico pesante, a patto però che resti proporzionato. Il testo del Consiglio federale informa poi in modo dettagliato sul come sia evoluta la situazione in materia di inquinamento sugli assi di transito dell’A2 e dell’A13 e sullo stato di realizzazione delle singole misure, dall’infrastruttura ferroviaria alla borsa internazionale per il traffico pesante attraverso le Alpi, passando per la tassa sul traffico pesante, la liberalizzazione del traffico ferroviario, la promozione dell’offerta nel traffico ferroviario attraverso le Alpi e l’intensificazione dei controlli sul traffico pesante.
Presentando il rapporto, la consigliera federale Simonetta Sommaruga, titolare del Dipartimento dei Trasporti, ha accennato alle nuove misure di sostegno, alle quali il Consiglio federale ha già dato il suo appoggio, come le riduzioni di tasse d’uso e la continuazione nell’erogazione dei sussidi, che doveva cessare nel 2023, fino al 2030. Il prossimo anno, come si sa, la NEAT verrà completata con l’apertura della galleria di base del Ceneri e con il completamento del corridoio di 4 metri sulla linea ferroviaria del San Gottardo. Anche queste realizzazioni infrastrutturali daranno un contributo fattivo alla continuazione della politica di trasferimento del traffico pesante dalla strada alla ferrovia. L’organizzazione dei trasportatori fa però notare che in materia di infrastruttura molto resterà da fare su percorsi di avvicinamento alla NEAT, sia in Germania che in Italia. Nonostante le difficoltà che ancora si frappongono al raggiungimento dell’obiettivo, tutti gli interessati si augurano che il trasferimento del traffico pesante attraverso le Alpi dalla strada alla ferrovia sia raggiunto al più presto. Almeno sulla bontà dell’obiettivo da raggiungere si è arrivati, oggi, al consenso generale.