Una meteora nella Storia?

/ 05.09.2022
di Peter Schiesser

L’uomo che suo malgrado portò al crollo dell’Unione Sovietica e del comunismo, con il presidente americano Ronald Reagan pose fine alla Guerra fredda, non è più. Da oggi appartiene interamente alla storia, che lo vide protagonista come tragico eroe: pur fallito nel suo intento di preservare e riformare l’impero sovietico e il comunismo, fu capace di modificare in termini pacifici (e democratici) il mondo, di liberarci dalla paura di una guerra atomica – fino ad oggi, alla guerra di Putin in Ucraina.

Michail Gorbaciov è stato un uomo con contraddizioni. Poteva essere diversamente, figlio di un sistema in cui la propaganda ideologica faceva a pugni con la realtà? Aveva toccato con mano la brutalità staliniana, nella sua infanzia nel nord del Caucaso, fra Georgia e Ucraina, ma impiegò anni per capire che era voluta da Stalin in persona e non da elementi deviati. Nei suoi sei anni al vertice dell’Unione Sovietica, fra 1985 e 1991, credette possibile riformare il comunismo e migliorare l’economia pianificata, e rifiutò il capitalismo. Tuttavia, stretto fra conservatori sordi a ogni cambiamento e riformisti per i quali le riforme non avanzavano, dei suo slogan glasnost e perestrojka (trasparenza e ricostruzione) rimase in piedi solo il primo.

Ma per questo fu amato, in patria e all’estero. Nella foto qui sopra si coglie la speranza, la simpatia, la credibilità che questo figlio di contadini (madre ucraina e padre russo) sapeva suscitare, dopo la gerontocrazia che dominava all’interno del Comitato centrale del PCUS, con i senescenti Breznev, Andropov e Cernenko. La sua grande rivoluzione fu di aver strappato il velo di menzogne e ipocrisie che tenevano in piedi il sistema comunista sovietico. Improvvisamente si poteva parlare liberamente, criticare, stampare giornali indipendenti, non dover temere di essere denunciati, Gorbaciov contava così di spingere il partito a riformarsi. L’altra sua rivoluzione fu di abbandonare la dottrina Breznev, che riconosceva solo una sovranità limitata ai paesi satelliti del Patto di Varsavia, l’Europa orientale per intenderci, e di voler porre fine alla contrapposizione (atomica) con l’Occidente.

Per i figli del Dopoguerra, gli anni che lo videro al vertice dell’URSS furono una primavera inaspettata dopo decenni di autunni inquietanti, in cui la contrapposizione fra sovietici e americani era benzina sui conflitti regionali mondiali e manteneva l’Europa sotto la cappa della minaccia atomica. Certo, l’Unione Sovietica è implosa per problemi interni, l’economia era al tracollo, mantenere il controllo militare negli Stati satelliti era ormai insostenibile, ma tutto poteva finire molto male, quasi mai gli imperi crollano senza violenza. Con gli accordi sullo smantellamento delle armi atomiche in Europa con Reagan, Gorbaciov ha regalato al mondo la fine della Guerra fredda – e l’illusione che la pace avrebbe retto per sempre, in Europa.

La figura morale di Gorbaciov, di persona che credeva nell’onestà, nel popolo, nella necessità della pace, agì inconsciamente ben al di fuori dei confini dell’Unione Sovietica. In modo così potente che arrivammo a credere che fossimo giunti alla fine della Storia. In Russia l’illusione durò poco, Boris Eltsin cannoneggiò nel 1993 il palazzo del parlamento per liberarsi dell’opposizione dei deputati, poi venne la prima guerra in Cecenia, cui seguirono vent’anni di putinismo che hanno cancellato la glasnost gorbacioviana. La Russia è tornata a essere, come storicamente è stata, un paese in cui la menzogna di Stato è la verità per i cittadini. In Occidente ci siamo risvegliati una prima volta nel 2014, con la prima guerra di Ucraina, e dal 24 febbraio abbiamo capito che un’era, quell’era incarnata da Gorbaciov, è finita.

Con la sua morte il mondo è orfano di un capo di Stato di peso che sappia suscitare nelle persone delle passioni positive, costruttive. Ci restano un Donald Trump che con le sue falsità spacciate per realtà alternativa ha diviso ancora di più l’America, un Vladimir Putin che nel suo delirio di grandezza e onnipotenza porta sull’orlo della catastrofe il mondo, uno Xi Jinping che impone un controllo assoluto sulla popolazione, e tutti quei politicanti demagogici che alimentano le paure e i rancori del popolo. È stato una meteora, Gorbaciov, nella storia russa e mondiale?